Il settore auto europeo naviga in acque agitate. Il mercato globale recupera, ma l’Europa stagna. Questa crisi impone risposte coraggiose e immediate. Nel frattempo, i marchi cinesi crescono in modo inedito.
A maggio 2024, le immatricolazioni europee crescono appena dell’1,9%. Il totale è 1.113.194 vetture nell’Europa Occidentale. Il periodo gennaio-maggio segna un misero +0,1%. I livelli restano inferiori del 19,7% rispetto al 2019.

Il resto del mondo ha ampiamente recuperato. Nel 2024, registra una crescita del 7,5% dal 2019. L’Europa, invece, subisce la politica UE. Diktat sull’auto elettrica e multe salate ostacolano il mercato.
Stagnazione e sfide europee
Tra i maggiori mercati, la Spagna mostra un +13,6% rispetto al 2024. Questo è anche grazie alle sostituzioni post-alluvione DANA. Il Regno Unito segue, con un più modesto +2,8% sul 2024. L’Italia accusa un calo dello 0,5%.
La Germania flette del 2,4%, e la Francia del 8,2%. La transizione elettrica ha imposto enormi sforzi. Le auto elettriche raggiungono il 17,1% di quota. È una crescita dal 13,4% di inizio 2024. Tuttavia, il risultato complessivo finora ottenuto non è particolarmente confortante.

L’ascesa delle Case auto cinesi
La penetrazione cinese è una vera marcia trionfale. A maggio, la loro quota raddoppia al 5,9%. Era solo il 2,9% un anno fa. Questo malgrado i dazi UE sull’elettrico. Bruxelles non ha frenato questa espansione.
Anzi, le tariffe hanno spinto la Cina verso ibride e termiche. Le immatricolazioni cinesi sono cresciute del 111%. Hanno raggiunto 65.808 unità, da 31.233.

Si assiste a sorpassi storici sul mercato. MG ha superato Fiat nei primi cinque mesi. Ha 133.400 registrazioni contro 125.300. MG vanta inoltre una crescita mensile del 30%.
Jaecoo e Omoda hanno scavalcato Honda e Mitsubishi. Leapmotor ha venduto più di Lancia e DS. Persino la risorta Ebro ha superato Lancia. BYD è quasi alla pari con Tesla.

Questa situazione genera preoccupazioni crescenti. La Premier Giorgia Meloni ha evidenziato la profonda crisi: “il settore automobilistico europeo sta attraversando una crisi profonda che ci impone di rispondere con coraggio”.
Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor ha dichiarato: «Quello che manca davvero è il coraggio. Il coraggio da parte di chi guida l’Unione Europea di riconoscere gli errori colossali compiuti. Il tempo per correggere la rotta si sta esaurendo. E bisogna domandarsi se sia ancora possibile rimediare». Il presidente del Centro Studi Promotor invita le istituzioni a un’assunzione di responsabilità reale.
Non basta analizzare i dati: occorre agire con determinazione e visione, prima che le conseguenze diventino irreversibili.
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Ultima modifica: 26 Giugno 2025


