Si chiamava Trabant: era l’auto della Germania Est

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È stata per molti anni un simbolo: la vettura più popolare della Germania Est. Spartana, non elegante, estremamente scomoda ma facile da riparare, qualsiasi meccanico sapeva metterci le mani e in grado di rimettersi in movimento con pochi soldi anche dopo le riparazioni più gravi. Era la Trabant.

Un’auto che ha segnato un’epoca

Oggi è un mezzo da museo, un vero e proprio pezzo da collezione che è diventato non solo un simbolo della Germania comunista, la cosiddetta Repubblica Democratica – la DDR – al di là del Muro di Berlino, ma anche un oggetto di studio. Negli anni ’90, subito dopo la caduta del muro che causò il crollo del cosiddetto blocco sovietico e l’affrancamento di quasi tutte le repubbliche autonome che facevano parte dell’URSS, la Trabant diventò anche un oggetto artistico.

I primi che dedicarono una citazione alla vecchia auto popolare della Germania Est furono gli U2, mostrandola nella scenografia del loro primo vero global tour mondiale, lo Zoo Tv Tour. Il gigantesco palco sul quale si esibivano Bono e compagni era sovrastato da 36 giganteschi monitor e da undici Trabant che si muovevano sopra al palco illuminandolo.

Quattro modelli, tre milioni di auto

La Trabant nacque nel 1957 e proprio come la Volkswagen per la Germania Occidentale, doveva essere la vettura del popolo: semplice, essenziale, economica, serviva a mettere in movimento un paese che viveva in condizione di economia estremamente statica e molto compressa. Prodotta dalla Zwickau (la AZW), inserì quattro modelli nel proprio listino vendendo circa tre milioni di esemplari. Una carrozzeria in resina composta – la Duroplast, creata con residui di lana e cotone – un motore semplicissimo che inizialmente era di 500cc a due tempi, la Trabant creò il suo modello di maggior successo nel 1964, la 601, un motore 600cc di appena 23 cavalli a quattro marce raffreddato ad aria.

Auto brutta, ma di successo

La Trabant di fatto morì con la Germania Est, la fabbrica chiuse nel 1991 pochi mesi dopo il crollo del muro e tutti modelli della vecchia casa che sono ancora in circolazione si riducono a circa duemila esemplari tra Germania, Moldavia e Romania. Resistenti anche ai climi più rigidi erano considerate quasi indistruttibili e in grado di poter viaggiare con qualsiasi genere di propellente, anche la benzina più sporca e più povera. La Trabant è diventata oggetto di interesse letterario e cinematografico con diverse citazioni in film d’autore; ispirò anche i modelli delle vetture che compaiono nelle storie a fumetti di Paperino anche se la rivista Time l’ha inserita nella classifica delle dieci auto più brutte di sempre.

Ultima modifica: 8 Febbraio 2020