Revisione moto 2019: tutte le novità

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Nonostante oramai sia una prassi consolidata, la revisione dei veicoli è un tema sempre attuale e per qualche verso anche controverso. Sì, perché quando si parla di revisione c’è sempre qualche novità in arrivo e pertanto è bene rimanere sempre aggiornati. Anche perché, inutile sottolinearlo, come è noto la legge non ammette ignoranza e pertanto, chi circola senza che il proprio veicolo – dunque anche le moto – sia revisionato rischia grossi guai. Le sanzioni sono parecchio pesanti e talvolta, quando la situazione diventa realmente seria, può comportare un notevole esborso di denaro, che può superare, e non di poco, i mille euro. Detto questo, focalizziamo l’attenzione sulle moto e sugli scooter e vediamo che cosa cambia nel 2019. Ma prima di leggere tutto quanto qui di seguito riportato, una brevissima anticipazione è d’obbligo: con il 2019 non aumentano i costi, ma si intensifica la burocrazia. E – finalmente – si pone un tassello importante in ordine al mercato dell’usato.

Burocrazia sempre in ordine

Insito nelle due ruote c’è indubbiamente quel grande senso di libertà, una sensazione che, per gli appassionati, è una vera e propria dipendenza: in auto, in treno o su altri mezzi, i motociclisti si sentono quasi in gabbia. Eppure, anche per i motociclisti più liberi e indipendenti, esiste la cogenza della revisione del proprio mezzo: anche loro, per circolare indisturbati, devono sottoporre periodicamente a verifica la propria moto. E, diciamolo, sarebbe ridicolo il contrario: la revisione dei veicoli è strettamente connessa con la sicurezza stradale e pertanto, proprio le moto, forse dovrebbero essere i veicoli maggiormente esaminati. In ogni caso, anche per le moto la revisione esiste: a 4 anni dalla prima immatricolazione corre l’obbligo di recarsi in un centro di controllo (oppure in Motorizzazione) per far verificare e controllare il proprio mezzo.

Poiché con il 2019 non sono state introdotte novità in merito alla cadenza con cui le moto devono essere sottoposte a revisione, di fatto rispetto al passato non cambia nulla: devono essere sottoposti a revisione tutti i motoveicoli e i ciclomotori immatricolati nel 2015, dunque 4 anno fa. A essere proprio pignoli, devono essere sottoposti a revisione entro la fine del mese in cui è stato rilasciata la carta di circolazione. Inoltre, poiché anche per le moto vale la regola che, dopo la prima revisione si procede con cadenza biennale, quest’anno dovranno essere sottoposte a revisione tutte le moto e tutti gli scooter che sono stati verificati, per l’ultima volta, 2 anni fa (quindi nel 2017).

Le eccezioni e le novità

Quanto fino ad ora detto vale per tutte le moto appartenenti ai cosiddetti privati. Per le moto invece che offrono un servizio pubblico – dunque quelle che si noleggiano – le tempistiche cambiano perché, proprio per mantenere alto il livello di sicurezza, queste devono essere sottoposte a revisione ogni anno. Non fanno invece eccezione le moto da collezione, quelle d’epoca per intenderci: nonostante l’età avanzata, vanno anch’esse sottoposte a revisione ogni due anni.

Ma a parte questo, c’è una vera novità in tema di revisione, novità che coinvolge sia le moto, sia le automobili. Da quest’anno, se la revisione va a buon fine, al conducente dei veicolo deve essere rilasciato il cosiddetto Certificato di revisione, il quale ha lo scopo di uniformare le regole all’interno del territorio europeo e prevenire “le furbate”. A essere nell’occhio del ciclone è infatti il contachilometri che, come si vedrà meglio in seguito, con l’introduzione del certificato di revisione non potrà più essere maneggiato. Con buona pace di chi vuole acquistare una moto nuova, che finalmente saprà quanti chilometri ha percorso – veramente – un determinato mezzo.

Revisione moto 2019: tutte le novità

Nonostante oramai sia una prassi consolidata, la revisione dei veicoli è un tema sempre attuale e per qualche verso anche controverso. Sì, perché quando si parla di revisione c’è sempre qualche novità in arrivo e pertanto è bene rimanere sempre aggiornati. Anche perché, inutile sottolinearlo, come è noto, la legge non ammette ignoranza e chi circola senza che il proprio veicolo – dunque anche le moto – sia revisionato rischia grossi guai.

Le sanzioni sono parecchio pesanti e talvolta, quando la situazione diventa realmente seria: comporta infatti un notevole esborso di denaro, che può superare, e non di poco, i mille euro. Detto questo, focalizziamo l’attenzione sulle moto e sugli scooter e vediamo che cosa cambia nel 2019. Ma prima di leggere tutto quanto qui di seguito riportato, una brevissima anticipazione è d’obbligo: con il 2019 non aumentano i costi, ma si intensifica la burocrazia. E – finalmente – si pone un tassello importante in ordine al mercato dell’usato.

Il certificato di revisione

Di fatto, la novità del 2019, in tema di revisione, è il certificato. Il motivo per chi è stato introdotto è presto detto: in qualità di stato membro, anche l’Italia ha dovuto recepire con apposito decreto legislativo entrato in vigore a maggio 2018 la Direttiva dell’Unione europea n. 45 del 2014. Il rilascio del certificato, quindi, è già operativo da gennaio 2019, ma per ora si tratta di una fase di assestamento: sarà infatti a pieno regime dal 31 marzo di quest’anno. Per quanto riguarda le moto, il certificato di revisione porta con sé le seguenti indicazioni: tutti i dati utili a individuare il veicolo – dunque targa, numero di identificazione, categoria – tutti i dati relativi alla revisione stessa – pertanto luogo e data in cui si svolge, generalità dell’ispettore – e naturalmente, l’esito della revisione.

Un’altra novità riguarda il controllo del contachilometri: da quest’anno, al momento della revisione, viene segnato sul certificato il numero di chilometri percorsi dalla moto (stessa cosa vale per le auto). Tempi duri, quindi, per coloro che utilizzavano l’odiosa pratica di manomettere il contachilometri in vista di una vendita di una moto usata.

La comodità non ha prezzo

Detto questo, non cambiano le tariffe e nemmeno le multe, che restano invariate. Per quanto riguarda le prime, si tratta di spendere 66,88 Euro per chi porta la moto nei centri di revisione e nelle officine autorizzate, 45 per chi invece sceglie la via degli uffici provinciali della Motorizzazione. Per quanto riguarda le seconde, le ammende vanno da 169 e 680 Euro se si viaggia con la revisione scaduta. Ma le cifre sono destinate a raddoppiare se si viene nuovamente fermati e ci si fa trovare con i documenti ancora in disordine.

Tornando ai luoghi dove far revisionare il veicolo, anche alla luce del certificato di revisione, vanno bene entrambe le soluzioni, sia le officine private, sia la motorizzazione. E’ vero che le prime costano qualcosina di più, ma mi effetti può valerne la pena: gli orari sono indubbiamente più elastici e quindi più comodi, i tempi di attesa possono essere più snelli.

Ultima modifica: 27 Febbraio 2019