Guida notturna: come mantenere la concentrazione

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Finalmente è tempo di vacanze e, come ogni anno, moltissimi Italiani si metteranno in viaggio per raggiungere in auto la località prescelta, dove concedersi qualche giorno o settimana di assoluto relax. Che si resti in Italia o ci si diriga all’estero, in entrambi i casi la lunghezza del tragitto può essere tale da rendere necessaria, a volte, la continuazione della marcia anche durante le ore notturne: circostanza capace di mettere a dura prova qualsiasi automobilista e che dev’essere affrontata quindi con la giusta preparazione – soprattutto quando non si è dei professionisti che possano contare almeno sulla forza dell’abitudine e dell’esperienza.

Il pericolo principale della guida notturna: la sonnolenza

Come sa bene chi è costretto a farlo per lavoro, il rischio principale quando si guida notturna è naturalmente quello di andare soggetti a ripetuti attacchi di sonnolenza, specie se si è da soli nel veicolo. Ma anche quando si viaggia in compagnia, molto spesso coloro che non sono costretti a guidare cedono facilmente al sonno e chi è al volante si ritrova da solo ugualmente. Così, senza la benefica “distrazione” di un interlocutore che contribuisca a mantenere vigile l’autista, la stanchezza può farsi sentire con più forza. Se a ciò si aggiunge la monotonia dell’ autostrada, più tranquilla perché meno trafficata durante le ore della notte, oltre che la velocità media di marcia comunque sostenuta, è facile capire come i pericoli aumentino.
Secondo le stime della polizia stradale, la percentuale degli incidenti mortali causati da sonnolenza sarebbe appena dell’1%. Tuttavia, considerate le difficoltà obiettive di riconoscere i segni di un incidente stradale dovuto alla sonnolenza, la cifra probabilmente andrebbe rivista al rialzo. Diversi sondaggi hanno mostrato, infatti, quanto sia alta la percentuale di persone cui capita almeno una volta all’anno di guidare in condizioni di sonnolenza, mentre studi scientifici hanno potuto stabilire che la compromissione delle capacità di guida dovuta alla mancanza di sonno è paragonabile a quella causata da un eccesso di alcol nel sangue.

I sintomi della sonnolenza che impongono di fermarsi

Sensazione di spossatezza e/o irritabilità, pesantezza delle palpebre, bruciore costante degli occhi, sbadigli ripetuti e difficoltà a mantenere la concentrazione sono altrettanti segnali della sonnolenza che devono suonare come campanelli di allarme per chi si trova al volante durante la notte. Ne possono derivare infatti momenti di vera e propria estraneazione con conseguente perdita del senso dell’orientamento, nonché diversi altri comportamenti pericolosi, come guidare con una traiettoria oscillante o uscire dalla propria corsia di marcia senza rendersene conto, non rispettare o fraintendere la segnaletica stradale, proseguire la corsa ignorando eventuali problemi alla vettura che imporrebbero invece di interromperla, come la foratura di una gomma o un eccessivo riscaldamento del motore. In tutti i casi, di fronte a tali sintomi la prima cosa da fare è solamente una: fermarsi al più presto e, se possibile, riposare per il tempo necessario; comunque non riprendere il viaggio se non si può essere sostituiti al volante.

Come ottenere la migliore condizione per guidare durante la notte

Sembrerà banale, ma il modo più efficace per essere nella condizione migliore quando si deve guidare di notte è innanzi tutto quello di mantenere uno stile di vita sano: dormire con regolarità per almeno 7 o 8 ore per notte, praticare attività fisica con costanza settimanale (almeno tre o quattro volte a settimana) e mantenersi comunque attivi, nel complesso, durante le proprie giornate, mangiare in modo salutare, né troppo né poco e in modo completo, quindi assumere la necessaria quantità di carboidrati – evitando, però, di eccedere con quelli semplici (gli zuccheri) – senza sottovalutare inoltre l’importanza di soddisfare il proprio fabbisogno vitaminico (le vitamine danno energia e coadiuvano l’assorbimento dei nutrienti dei vari cibi, massimizzandone i benefici). Un corpo forte e in salute è più capace, nel complesso, di resistere agli sforzi di qualunque tipo ed è meno esposto a possibili attacchi di sonnolenza, anche quando si tratti di guidare di notte. Quando poi si è in prossimità del viaggio, la cosa essenziale sarà naturalmente quella di riposare bene e a sufficienza prima di mettersi per strada; ma non va trascurata neanche l’importanza di consumare – un paio di ore prima del riposo – un pasto ricco ma equilibrato, capace di assicurare l’energia di cui si ha bisogno senza appesantire (comprometterebbe la qualità del sonno).

Alcuni consigli per mantenersi vigili

Abbiamo già accennato al fatto che la cosa migliore, quando si guida di notte e si cominciano ad avvertire i segni della stanchezza, è quella di fermarsi il prima possibile per riposare. Non è necessario dormire a lungo: trenta minuti di sonno nel parcheggio di un autogrill, seguiti da un caffè, il più delle volte sono sufficienti per recuperare le energie e riprendere la guida. I consigli che seguono, quindi, non indicano delle alternative, ma dei modi per mantenersi vigili prima di raggiungere il livello critico di stanchezza che imporrà comunque di fermarsi.
Innanzi tutto, concedersi delle piccole fermate regolari per sgranchirsi. Stare seduti troppo a lungo, come accade quando si guida, rallenta la circolazione favorendo la sonnolenza: fare un po’ di stretching la riattiverà. È opportuno anche mantenere arieggiato l’abitacolo del veicolo tenendo il finestrino abbassato: l’aria fresca aiuta. Se fuori fa troppo freddo, si può comunque abbassare il finestrino di tanto in tanto per permettere un salutare ricambio dell’aria. È importante inoltre mantenere alto ma costante il proprio livello di zuccheri nel sangue, mangiando qualcosa di leggero ogni due o tre ore almeno, meglio se della frutta. Sono da evitare categoricamente, invece, bevande “energetiche” e snack industriali: sono troppo zuccherati e il loro effetto è controproducente in realtà, causando un picco glicemico cui segue un abbassamento degli zuccheri con  conseguente calo di tensione. Bere molto: sebbene si tenda ad ignorarlo, la disidratazione è un fattore di affaticamento. Questi piccoli accorgimenti prolungheranno la resistenza della vostra attenzione alla guida. Come detto, però, quando la stanchezza si farà sentire comunque, allora sarà necessario fermarsi e riposare: una semplice scelta di buonsenso che può fare la differenza tra la vita e la morte.

Ultima modifica: 17 Agosto 2018