Per chi purtroppo deve confrontarsi con una disabilità, di qualsiasi gravità essa sia, l’auto è una risorsa fondamentale perché concede quel margine di indipendenza che tutti hanno il diritto di poter rivendicare. Gli esempi sono moltissimi: da Bebe Vio ad Alex Zanardi, quanti atleti hanno dato l’esempio a migliaia di persone che oggi hanno scelto di non stare ferme, di rimettersi in gioco e in movimento con la loro auto. La cosa non solo è possibile ma è molto più semplice di quanto si potrebbe pensare: l’Italia tutto sommato è un paese che sotto questo aspetto ha saputo precorrere i tempi creando molti strumenti importanti ed elaborando professionalità straordinarie nell’ambito della meccanica e della carrozzeria dedicata al trasporto disabili.

Oggi in Italia sono certificati quasi due milioni e mezzo di disabili. Un numero che probabilmente chi legge non immaginava. Eppure le patenti S, destinate ai diversamente abili, non arrivano a 200mila, forse perché troppi si fermano prima. Bisogna sottolineare un paio di aspetti che sono assolutamente fondamentali: negli ultimi dieci anni gli allestimenti delle auto destinate al trasporto dei disabili hanno fatto progressi impensabili anche solo all’inizio degli anni 2000. Merito di molti brevetti, nuove tecnologie, leghe leggere e resistentissime che oggi consentono anche a un disabile che non abbia alcun aiuto di potersi muovere sul proprio mezzo. Come si configura un’auto? È la cosa più difficile ma anche più importante e nessuno può farlo se non la persona che deve guidare il mezzo secondo il suo grado disabilità.

Auto modificate meccanicamente e adattate per il trasporto disabili

È un errore considerare un’auto destinata al trasporto dei disabili come un semplice mezzo per veicolare una persona non autosufficiente. Basti pensare che i disabili che hanno conseguito una patente e che vogliono continuare a guidare sono la maggior parte e dunque vogliono guidare indipendentemente dalla loro disabilità: i comandi infatti possono essere trasferiti al volante. Acceleratore, freno, tutto si comanda a punta di dito: il cambio automatico diventa una necessità ma anche una bella grana in meno. Qualsiasi auto può essere modificata e adattata in questo senso con kit che sono già esistenti sul mercato e che spesso vengono prodotti e montati direttamente dalle stesse case costruttrici. In fase di acquisto, una volta accertato il modello più adatto o quello preferito, è opportuno rivolgersi direttamente alla concessionaria e capire quali siano i tempi e i costi della consegna di un’auto meccanicamente adattata per la guida di una persona diversamente abile. Per quanto riguarda invece il trasporto le soluzioni sono molte e dipendono anche qui dalla tipologia di auto che decidiamo di acquistare. La cosa fondamentale è sempre l’esigenza di chi il veicolo lo dovrà utilizzare.

A ogni esigenza corrispondono una soluzione e una certificazione

Esistono decine di disabilità accertate e di conseguenza esistono decine di tipologie di trasporto disabili, tenendo sempre al centro dell’attenzione l’aspetto più importante. La sicurezza. Partendo dal semplice aspetto del trasporto oggi esistono molte diverse soluzioni di carico e scarico: i pianali ribassati, le rampe pieghevoli, le piattaforme idrauliche che dal piano strada portano al vano di carico – ad esempio – una sedia a rotelle, ma anche i ganci traino con i quali il peso di un disabile totalmente incapace di muoversi e magari particolarmente pesante, può essere sollevato e posizionato all’interno del mezzo.

Un’altra cosa fondamentale da sottolineare quando si parla di trasporto disabili è che qualsiasi variazione strutturale venga fatta a un mezzo, per qualsiasi presupposto, debba essere riportata dettagliatamente all’interno della Carta di Circolazione, quella che fino a oggi abbiamo chiamato “libretto di circolazione” e che dal prossimo gennaio – se non ci saranno ulteriori rinvii – sarà sostituito dal nuovo “documento unico di circolazione”. In definitiva nulla può essere improvvisato e tutto deve essere regolamentato sempre sulla base dei carichi sostenibili dal veicolo e della sicurezza all’interno del mezzo. Le norme fiscali che riguardano l’acquisto di questi mezzi non considerano il livello di disabilità di chi guida o utilizza il mezzo, se esiste o meno un’indennità di accompagnamento: si parla semplicemente di mezzi abilitati al trasporto di persone disabili. Se la persona interessata è quella che guida potrà ottenere una patente speciale, oltre a tutte le agevolazioni in termini di parcheggio (purtroppo ancora troppo spesso ignorate dagli altri automobilisti); in ogni caso ci sono disponibili tutta una serie di agevolazioni fiscali che riguardano bollo, Iva, Irpef e IPT.

Tutte le tipologie di trasporto disabili e i possibili adattamenti per aiutare il diversamente abile

Il Ministero dei Trasporti, da sempre, mette al primo posto l’interesse del soggetto e dunque è pronto a omologare qualsiasi tipo di mezzo purché risulti funzionale al trasporto disabili. In precedenza abbiamo parlato di cambio automatico e comandi al volante. Sullo sterzo vengono montati comandi idraulici che sono collegati all’acceleratore: il sistema più usato è un sottovolante da tirare con la presa delle dita; il freno invece è quasi sempre collegato con un meccanismo idraulico a fianco al volante che interviene anche come blocco ruote ad auto ferma. Sotto l’aspetto del trasporto nel corso degli anni sono stati sviluppati sistemi di guida (con un sedile scorrevole e girevole sul quale posizionarsi lateralmente prima di mettersi alla guida), il braccio sollevatore ma anche i sistemi di sicurezza. La cintura, in questo senso non basta. Per quanto una carrozzella possa essere con le ruote bloccate il rischio è che non sia saldamente assicurata al telaio della macchina: occorre un sistema di ancoraggio.

Tutti questi dispositivi sono stati inseriti nell’articolo 327 del codice della strada che viene aggiornato ogni qual volta un nuovo brevetto o un nuovo sistema viene approvato dalla Commissione Medica. La Commissione Medica Locale è per l’appunto l’ente che approva le modifiche da apportare al veicolo in funzione dell’handicap accertato tramite visita. Questo se si decide di fare autonomamente; altrimenti – cosa consigliabile – ci si rivolge a una delle tante officine autorizzate per modifiche alle auto destinate disabili. Una soluzione che sorpassa permessi, aggiornamento della carta di circolazione e che soprattutto tiene conto di tutte quelle che sono le ultime normative in questo senso.

Ultima modifica: 14 Giugno 2019