Certificato di proprietà digitale auto: tutte le informazioni

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Arriva il momento di vendere l’auto o darla in permuta per una nuova e la prima cosa da fare è scavare nei meandri dei propri archivi il Certificato di Proprietà. Non è un documento che si usa di frequente, né da tenere obbligatoriamente in auto, ma solo da conservare appunto se si dovesse presentare l’occasione di cedere o anche di rottamare la propria vettura. E siccome si tratta di circostanze abbastanza rare, a meno che non si abbia l’abitudine di cambiare auto a ogni cambio di stagione, il più delle volte questo documento, del quale spesso non si ricordano neppure le fattezze, è irrimediabilmente perso. Ecco che, per rimediare a questa spiacevole situazione, è stato introdotto il Certificato di proprietà digitale. 

Se dovesse capitarvi di non trovare più il certificato di proprietà, non resta altro da fare che richiederne una copia al PRA, il Pubblico Registro Automobili. Si può fare attraverso uno sportello ACI, o anche on line, ma bisogna presentare prima una denuncia di smarrimento alle forze di polizia, presentare la copia, assieme alla copia di un documento di identità e al modello di domanda opportunamente compilato all’ACI.

Questa operazione avrà un costo: la copia cartacea di una Certificato di Proprietà costa 13,50 euro di diritti ACI e 48 euro di imposta di bollo, anche se dovuta solo in caso di deterioramento del documento che dovrà essere consegnato.

Il certificato di proprietà digitale: la rivoluzione

Una bella noia e una spesa che oggi può essere evitata. E’ dal 5 ottobre del 2015 che il Certificato di Proprietà esiste solo in forma digitale per le nuove immatricolazioni. Viene sempre rilasciato dal PRA, che sta quindi sostituendo via via che se ne presenti la necessità la documentazione cartacea con quella digitale.

Il programma rispetta la disciplina fissata nel Codice dell’Amministrazione Digitale che è stato varato nel 2005 proprio per semplificare la vita delle amministrazioni pubbliche e degli utenti, oltre che per ridurre le spese, sia per le una sia per gli altri. E infatti il Certificato di Proprietà Digitale prima di ogni cosa è indistruttibile.

Non è necessario possederne una copia cartacea, perché sarà sempre disponibile in formato digitale, per cui nessuna denuncia di smarrimento e neppure richieste di copia, con un’evidente risparmio di denaro.

Certificato di proprietà a prova di falso

C’è anche un altro aspetto non trascurabile che attiene alla sicurezza: il certificato nella sua versione digitale è a prova di contraffazione. La sostituzione della forma cartacea avviene gradualmente, ovvero non in forma automatica e in massa, ma ogni volta che un cittadino chiede un Certificato di Proprietà, il rilascio avviene attraverso l’emissione di un CDPD, acronimo di Certificato di Proprietà Digitale.

Il sistema informatico gestito da ACI rilascia una ricevuta che riporta una codice di accesso. E’ grazie a questo che è possibile visualizzare il documento elettronico con uno smartphone o un qualsiasi device in grado di leggere e interpretare il QR code riportato nella ricevuta digitale. Il codice di accesso consente anche di visualizzare il certificato via web, con il link riportato sempre nella ricevuta, oppure seguendo il link “Consulta il Certificato di Proprietà Digitale”, presente sul portale ACI. La versione digitale offre anche la possibilità di controllare l’originalità della ricevuta.

Per ogni variazione iscritta al PRA sullo stato giuridico del veicolo, il registro elettronico ne segnalerà l’esistenza, ma in questo caso, specie se si tratta di verificare la condizione di fermo amministrativo del veicolo, meglio effettuare una visura storica al PRA per avere nel dettaglio la descrizione delle modifiche. Le visure, anche se avvengono in forma telematica, hanno dei costi.

Per la consultazione attraverso le Unità Territoriali ACI – PRA il costo è di 6 euro. Se avviene on line attraverso il portale Visurenet di ACI ai 6 euro si aggiungono 2,81 euro di spese per il servizio e per l’intermediazione finanziaria. La visura elenca tutte le informazioni sul veicolo, dai dati tecnici, alla proprietà, assieme allo stato giuridico dall’immatricolazione fino al momento della richiesta.

La ricevuta di emissione sempre a portata di mano

Per tutte queste operazioni è sempre necessaria la ricevuta, che qualora si perdesse, potrà essere duplicata gratuitamente chiedendone una ristampa all’ufficio che l’abbia rilasciata la prima volta.

Il certificato di Proprietà Digitale, pur essendo un documento elettronico, al pari di quello cartaceo, può essere utilizzato in tutte le forme consentite solo dal proprietario del veicolo al quale si riferisce o da chi è formalmente delegato. Da questa condizione discende poi la disciplina della consultazione. E’ possibile infatti che sia necessario rivolgersi al PRA per una qualunque formalità e per farlo bisogna rivolgersi sempre allo Sportello Telematico dell’Automobilista. La richiesta quindi può essere presentata solo dal proprietario del veicolo, perché l’esibizione della ricevuta o l’uso dei codici di accesso non possono sostituire la titolarità del certificato.

Qualunque richiesta di accesso da parte di un soggetto terzo deve avvenire con una delega dell’intestatario, del presentare sempre allo sportello, accompagnata da una copia del documento di identità del soggetto che delega.

E’ una procedura prevista e molto utilizzata dalle agenzie per le pratiche automobilistiche, che si occupano del disbrigo di molte formalità, quali possono essere i passaggi di proprietà o la rottamazione di un veicolo. In questi casi non sono previsti oneri economici per ottenere la copia cartacea del documento che certifichi la proprietà del mezzo per completare la procedura attraverso un delegato.

Il Certificato di Proprietà Digitale è in vigore da tre anni ormai, ma è possibile che non si sappia se il proprio è ancora sotto forma cartacea o se ne esiste già una versione digitale. Può infatti capitare per le auto acquistate usate e immatricolate prima del 2015.

ACI mette a disposizione un servizio on line totalmente gratuito e facilmente consultabile per verificare appunto si il nostro certificato sia in formato elettronico o ancora e soltanto in versione cartacea. Basta accedere al sito iservizi.aci.it per verificare il tipo di formato.

La pagina richiede l’inserimento di alcuni dati, peraltro facilmente reperibili per chiunque, come la targa del veicolo, la tipologia di veicolo, se autoveicolo, motoveicolo o rimorchio, e infine il codice fiscale del proprietario, che però è facoltativo.

Per evitare abusi informatici, è richiesto anche un codice di verifica da ricopiare per dimostrare che chi interroga il sistema è un umano e non un boot. Il sistema vi toglierà così ogni dubbio, ma per tutte le informazioni contenute nel certificato bisogna ricorrere alle procedure già descritte.

Ultima modifica: 23 Ottobre 2018