Sappiamo bene che anche Mazda è al lavoro sullo sviluppo di una propria gamma di auto elettriche. Ma, a differenza della maggior parte delle altre case automobilistiche, l’azienda giapponese ha affermato di voler evitare batterie di grandi dimensioni, perché ritiene che il ciclo di vita di tali sistemi abbiamo un impatto sull’ambiente, in termini di emissioni, più alto addirittura dei convenzionali motori diesel di ultima generazione. Una posizione del resto sostenuta anche da altri attori del grande teatro automotive.
In occasione di un test drive in Portogallo della prima auto elettrica del marchio, la Mazda MX-30, il responsabile dello sviluppo di Mazda Europa, Joachim Kunz, ha spiegato un po’ questo concetto. Il manager ha infatti raccontato che Mazda sta studiando con attenzione le effettive emissioni di CO2 legate alle attuali batterie per auto elettriche, in un ciclo di vita che va dall’estrazione dei materiali fino al loro smaltimento finale. Kunz ha spiegato che, secondo i primi risultati delle indagini dell’azienda, un veicolo elettrico con una batteria da 95 kWH ha un impatto ambientale più alto di una nuovo modello diesel Mazda Skyactiv.
Secondo Kunz, e dunque secondo Mazda, un veicolo elettrico che monta una batteria da 35 kWh, quindi più piccola rispetto alle unità attualmente utilizzate, possa essere decisamente più efficiente in termini di emissioni. Non solo: sempre secondo l’azienda giapponese, una batteria dalle dimensioni ridotte potrebbe, paradossalmente, aiutare anche a ottimizzare l’autonomia. Batteria piccola significa infatti minor peso, il che equivale a meno energia necessaria per muovere il veicolo.
La Mazda MX-30, la prima auto elettrica del marchio in arrivo in Europa per la fine del 2020, avrà dunque una batteria da 35 kWh che alimenterà un motore elettrico da 141 cavalli, con un’autonomia di circa 200 chilometri.
Come si può notare, l’autonomia promessa non è da record, anzi, ma secondo Mazda (e a nostro parere a ragion veduta) è più che sufficiente per un utilizzo urbano del veicolo, con tragitti sulle corte distanze, che è il caso più frequente un po’ in tutto il mondo. Coloro che avranno la necessità di una maggiore autonomia, sostiene Kunz, avranno a disposizione una versione di MX-30 (o di altri futuri modelli elettrici Mazda) accessoriata con un nuovo motore rotativo aggiuntivo (in corso di sviluppo) che supporta il propulsore elettrico. Insomma, una sorta di ibrido leggero dove il motore protagonista è quello elettrico.
Ultima modifica: 6 Gennaio 2020