F1, Marco Valerio Ricci: “Verstappen un cannibale, non si fermerà mai. In Ferrari manca la mentalità vincente”

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Marco Valerio Ricci, secondo la sua esperienza di mental coach, Verstappen ha firmato il terzo titolo mondiale consecutivo: dov’è il segreto di questo ragazzo?

Bisogna dire che c’è un insieme di fattori che possono costituire il suo segreto. Il primo è un atteggiamento montale di focalizzazione, determinazione e fiducia in se stesso e nelle sue competenze e capacità. Poi sicuramente anche il fatto di avere a disposizione una vettura che è in grado di dominare, di essere messa a punto nel miglior modo possibile proprio sulla base delle sue caratteristiche. C’è quindi un mix di aspetti tecnici, tecnologici e di preparazione mentale“.

Marco Valerio Ricci
Marco Valerio Ricci

E’ possibile che, vincendo così tanto e così presto, alla lunga faccia fatica a trovare le motivazioni? Ed eventualmente, cosa si deve fare per mantenere alta la competitività?

Direi assolutamente no. Verstappen è una sorta di cannibale, e come ogni cannibale è fatto per battere i record e andare sempre oltre ogni sfida e ogni difficoltà. Lo abbiamo visto quest’anno con un dominio costante, continuo e senza sbavature anche quando si sarebbe potuto rilassare. E’ una di quelle persone che hanno una motivazione intrinseca potentissima, spinta da una voglia di dominare incredibile. In generale, la competitività dipende dalle spinte motivazionali intrinseche della persona, che vanno riconosciute e alimentate attraverso quei processi interni che portano alle alte performances“.

Lo speciale allenamento di Verstappen, tra bici, elicotteri …

Fama, soldi, attenzione dei media: sembra che tutto questo non lo abbia destabilizzato, c’è un processo mentale per affrontare anche queste distrazioni “extra sportive”?

Assolutamente sì, ci sono processi che i piloti e gli sportivi di alto livello seguono. Ad esempio, la definizione dei propri obiettivi e il rinnovo periodico di questi obiettivi, per tenere chiaro in mente e a livello emotivo il punto dove si vuole arrivare. Di conseguenza, è  estremamente utile fare un lavoro sul proprio scopo nel contesto in cui si opera, sui propri valori e un processo di focus mentale che amo definire “laserizzazione” dell’intenzione. Una volta definiti questi aspetti nel dettaglio, si può utilizzare una tecnica che si chiama la “morning formula”, che permette di visualizzare e focalizzare, per se stessi attraverso la meditazione, proprio quello che si vuole realizzare partendo dallo scopo più grande e declinandolo poi nei singoli obiettivi di carriera, stagionali o della singola gara“.

Ricci, capitolo Ferrari: si sono visti dei leggeri segnali di ripresa in questa stagione, ma siamo ancora molto lontani dai fasti di una volta. Cosa manca al Cavallino per compiere il salto di qualità?

Direi che in questo momento quello che manca è una mentalità vincente, una mentalità rivolta alla focalizzazione di tutto il team verso un unico obiettivo. Ci sono certamente degli aspetti tecnici che entrano in gioco, ma quest’anno abbiamo visto anche tanti errori di strategia, molto spesso banali. Anche quando si potevano ottenere buoni risultati, è stato buttato tutto al vento, questo è proprio il segnale che manca una coesione e una mentalità vincente. Sembra che chi lavora in Ferrari pensi di essere già arrivato al top, che non ci siano ulteriori stimoli perché si vede il Cavallino come un punto di arrivo. Invece serve dimostrare di essere all’altezza di quel nome“.

Ricci, questa stagione abbiamo assistito al ritorno di due veterani del circuito, Alonso ed Hamilton. Quanto è difficile, anche da un punto di vista mentale, riproporsi ad alti livelli dopo così tanto tempo?

Vedendo la tempra e la stoffa di questi campioni, si è vista la loro classe. Più che di motivazione, parlerei di maturità e autoconsapevolezza che li porta a esprimere il loro talento divertendosi. L’impressione, soprattutto vedendo Alonso, è che la stessero godendo, nel fare ciò che sa fare e che lo diverte in modo naturale e senza particolari sfide o fatica. Un grande campione trova sempre gli stimoli dentro di sé, sa riconoscerli perché si ascolta e mette in campo tutto se stesso. Tramite l’esperienza, al di là del fisico che magari non è più giovanile, si possono raggiungere risultati grandiosi“.

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Ultima modifica: 31 Ottobre 2023