Argomenti molto interessanti nella cornice di Futurmotive Expo & Talks il convegno “La intelligenza artificiale nel car design & engineering; governare ed integrare l’evoluzione”, organizzato dal Gruppo Car Design & Engineering ANFIA a Centro servizi di Bologna Fiere con l’obiettivo di approfondire un trend innovativo della transizione digitale in corso.
Ad aprire i lavori, il Presidente del Gruppo Car Design & Engineering Silvio Angori:
“Il nostro è un comparto molto frazionato e, come ANFIA, abbiamo l’obiettivo di aiutare le aziende ad intercettare i trend innovativi della transizione energetica, tecnologica e digitale in corso, valorizzandone le opportunità, e a mantenere alta la propria competitività. L’intelligenza artificiale apre nuovi scenari nell’ambito dello stile e della progettazione, ampliando il ventaglio delle soluzioni creative, a patto che sia adeguatamente indirizzata dalla componente umana”
Nella successiva tavola rotonda, moderata da Maria Leitner, giornalista RAI, si sono avvicendate le riflessioni di Giovanni Miragliotta, Responsabile Osservatorio Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano; Flavio Manzoni, Chief Design Officer di Ferrari; Oliver Vogt, Partner di Konzepthaus Consulting; Silvio Campara, Amministratore delegato di Golden Goose.
Intelligenza artificiale e car design
Giovanni Miragliotta ha parlato del laboratorio di ricerca applicata del Politecnico di Milano, in cui i computer vengono addestrati ad occuparsi delle fasi più semplici della progettazione, sviluppando competenze che, ovviamente, si integrano alle molte altre che servono per portare a compimento un progetto. La macchina può essere un progettista veloce e accurato e può ripensare i progetti. Per ora, si tratta di progetti di ricerca e ancora non c’è una soluzione consolidata da implementare.
È importante, tuttavia, che in Italia si istituisca una piattaforma dove i componentisti automotive possano mettersi alla prova sperimentando queste tecnologie. In riferimento al tema della guida autonoma, ha spiegato che non sostituirà l’essere umano, ma, almeno per un po’ di tempo, gli sarà complementare. L’atto della guida è socialmente impattante (incidentalità, responsabilità). La guida autonoma, in questo senso, ha ancora della strada da fare sul fronte della sostenibilità intesa anche come sicurezza delle persone, oltre che rispetto dell’ambiente.
Oliver Vogt ha approfondito l’uso dell’AI per il design, inteso come immagini e stile. Dal suo punto di vista, nel confronto con design studios e OEM l’uso di questi tool è una sfida significativa: spesso, soprattutto nelle aziende più grandi, le divisioni IT sono costrette a bloccarne l’impiego per motivi di sicurezza legati alla segretezza dei progetti. I clienti di Konzepthaus Consulting sono in una fase iniziale nell’uso di questi tool per il design, che danno molte possibilità di scelta da sfruttare in maniera vantaggiosa, per esempio in riferimento all’HMI design, parte importantissima dei progetti e fattore chiave per ottenere un buon prodotto, essendo l’UI performance centrale nella valutazione del cliente.
Flavio Manzoni in Ferrari ha incominciato a lavorare con AI un paio di anni fa, con risultati crescenti. In ambito car design ci sono tool AI che permettono di creare immagini in base al risultato che si vuole ottenere. Non sono, però, tool in grado di realizzare modelli 3D, modelli matematici virtuali, che danno un’idea delle proporzioni, del bilanciamento dei volumi e dell’equilibrio.
Si può dire che l’AI non serva propriamente per realizzare delle vetture, ma, piuttosto, che è interessante sfruttare la serendipity, la contaminazione, per sviluppare concetti, immagini astratte, e capire quali sono i codici linguistici su cui si vuole lavorare. Molti prodotti della storia del design sono nati da un corto circuito o da una contaminazione. In fase di sviluppo, di design come arte applicata, la questione si fa più complicata perché il computer non è in grado di mettere insieme la soluzione creativa prospettata e i vincoli da rispettare. La bravura sta nel capire qual è lo spunto giusto. La componente umana resta quindi importantissima.
Silvio Campara ha ricordato che viviamo un’epoca che non appartiene ai manager, ma ai visionari. Bisogna accantonare tutto quello che abbiamo sentito fino ad ora e farsi delle domande. La moda è società, sono persone, fatte di umanità, sentimento, intuizioni, dalle quali è fondamentale partire per arrivare a un concetto di adoption e implementation. L’industria in generale, in Italia, essendo medio-piccola in tutto, ci porta a pensare in piccolo, che significa anche cura del dettaglio e concetto di iconicità (timeless); lo svantaggio è che si rimane sempre troppo attaccati al prodotto anziché al consumatore, destinatario della narrativa aziendale, che è legata all’heritage.
L’AI è un processo cognitivo che ha la capacità di mettere insieme una grande quantità di informazioni e permette di fare di più in termini di customizzazione. La chiave del successo è ricreare un’emozione, mettendo il consumatore al centro e l’AI è eccezionale da questo punto di vista anche nell’experience all’interno di una vettura da parte dell’utente.
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Ultima modifica: 17 Novembre 2023