Formula 1: dispositivi elettronici banditi dal regolamento

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I comandi, con dispositivi elettronici, in Formula 1, fatta eccezione per acceleratore e freno, sono situati sulla parte superiore o inferiore del volante.

Ci sono poi dei picoli pulsanti, o manette, utili al pilota proprio per poter regolare le differenti funzioni dei dispositivi. Questi possono essere di volta in volta, programmati, in relazione ai diversi circuiti o necessità, dello stesso pilota. Per la programmazione, è possibile collegare un calcolatore portatile al veicolo per poi inserire i dati che servono.

F1 dispositivi elettronici

Se i veicoli sono nati molti anni fa, in realtà, la tecnologia e i dispositivi elettronici, applicati anche alle monoposto in Formula 1, sono decisamente più giovani. Il loro utilizzo risale intorno agli anni ’50, in seguito all’invenzione dei transistor. Grazie anche al lavoro dei tecnici dei laboratori Bell.

La loro comparsa segue di circa dieci anni quella dei primi circuiti integrati. Mentre, è solo più tardi che sia in America, che poi nel resto d’Europa, si impiegano i sistemi di accensione con i transistor, che sostituiscono i tradizionali sistemi.

Risale agli anni ’70 poi la prima iniezione elettronica. Per quanto concerne lo specifico settore della Formula 1, qui si è andati con molta più cautela, dovendo tener conto del fatto che ci sono problemi di affidabilità ed elevate temperature e vibrazioni da affrontare ovviamente. E’ poi solo sul finire degli anni ’80, che le innovazioni in ambito tecnologico e mondo delle corse, hanno cominciato a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda.

Per quanto possa risultare strano, i calcolatori impiegati nella Formula 1, possiedono una velocità di elaborazione che è al di sotto di quella mostrata dai recenti Personal Computer. Pertanto, benché oggi si sia in possesso della capacità di calcolo necessarie, queste non sono ancora state sfruttate al massimo nel settore della Formula 1. Qui, ci si indirizza per lo più nella direzione della miniaturizzazione dei singoli elementi, in modo da collocarli in siti strategicamente utili alla riduzione di inutili ingombri e nei cablaggi.

Marchi importanti che si occupano, appunto, dei sistemi elettronici in tale settore, utilizzano nelle monoposto moderne, una unità di calcolo fondamentale nella produzione industriale, che non è la stessa impiegata nei recenti processori da PC. Questa unità si trova a guidare altre 5 centraline, mediante un software sulla base di algoritmi, vale a dire, delle formule matematiche, in grado di trovare una soluzione utile ai problemi, dopo aver analizzato i dati che vengono forniti dai sensori.

Parliamo di un numero di sensori a dir poco impressionante, poiché sono circa 250. A questi si aggiungono anche quelli relativi al numero dei giri motore e quelli delle ruote, ma anche per quanto riguarda le temperature di olio e acqua, la posizione dell’acceleratore, che è legato ad un particolare sistema di guida priva di cavo, quelli per le temperature del cambio e dei gas di scarico.

In questo modo si evita che il calore eccessivo possa danneggiare gli alettoni, ma anche quella di freni e sospensioni. Ad ogni singolo sensore corrisponde una specifica funzione. Tutti i dati captati vengono successivamente immagazzinati in una memoria rapida, utile ad un giro del circuito.

Ad ogni passaggio dal box, vi è un centro di trasmissione dei dati relativi al giro immagazzinati in una memoria RAM, per una lettura successiva, una volta che si sia conclusa la gara. Una sorta di scatola nera in cui è racchiuso ogni dato sensibile.

Nel mentre, il sistema dei calcolatori si occupa della gestione di iniezione, accensione e lunghezza relativa ai condotti di aspirazione. Vi è poi anche la servoassistenza dello sterzo e tutta un’altra serie di fattori. I comandi, esclusi acceleratore e freno, sono posti sopra e sotto il volante. Altre sei piccole manette sono utilizzate dal pilota per regolare le varie funzioni.

Sul volante sono situati anche i pulsanti per mettere il cambio in folle, per inserire la retromarcia e molte altre funzioni. Tuttavia, dal 1993 sono stati proibiti sistemi quali Abs, Asr, e Msr poiché non permettono alle ruote di slittare durante la frenata oppure in accelerazione. Non solo, le nuove disposizioni riguardano anche le regolazioni automatiche delle sospensioni. Tutto questo per ridurre i costi e consentire al pilota di avere totale controllo delle prestazioni.

Regolamento F1

Per quanto riguarda il regolamento della Formula 1, nell’aprile del 2000 sono entrate in vigore delle nuove limitazioni in fatto di elettronica, eliminando alcuni dei sensori. Pertanto, è possibile l’utilizzo di un solo sensore relativo alla rotazione del motore. Poiché più di un sensore portava ad una riduzione nella potenza del motore, soprattutto in fase di mappatura e tempo d’iniezione, anche in relazione alla velocità di rotazione del motore, nonché della posizione dell’acceleratore. Abolita anche la sonda che rendeva meno efficiente la carburazione, durante le prime fasi di accelerazione.

Dall’agosto del 2000 viene indicato ome illegale il differenziale progettato per il 2001 da Mclaren. Mentre, Ferrari riproduce un sistema antispin legale. L’anno successivo viene imposto un tempo massimo tra una cambiata ed un’altra, che è pari a 150 millisecondi, in modo di eliminare il sistema antispin.

Sempre nel 2001 ritornano il traction control, o antispin, il Launch control, vale a dire un sistema per la partenza automatica, il cambio automatico, il cui numero minimo di marce è pari a 4, mentre quello massimo è di 7.

Cambiamenti regolamento F1

Per quanto concerne i dispositivi elettronici che per regolamento sono stati banditi nella Formula 1, ricordiamo, come già indicato, alcuni particolari driver’s aids, quali le sospensioni attive, il sistema ABS, la telemetria bidirezionale, il servosterzo dotato di mappature multiple e il ripartitore di frenata automatico.

Questo perché limitavano le potenzialità delle ruote durante la gara. Mentre, per quanto riguarda i dispositivi elettronici che restano legali, uno tra i più importanti è senza dubbio, l’antispin. Si tratta di un particolare dispositivo che è in grado di ridurre la potenza del motore, la fine di evitare un eccesso di cavalli che sarebbero impossibili da scaricare a terra.

Inoltre, questo porterebbe anche le ruote motrici a pattinare sul circuito. L’antispin garantisce ottima resa nelle curve lente, dove sono maggiormente necessarie trazione ed accelerazione. E’ un sistema molto semplice che fonda tutto sul fatto che sulle ruote vengano rilevate le differenze di velocità tra anteriore e posteriore. Nel momento in cui, tale differenza supera un dato limite, ciò comporta che le ruote motrici possano slittare, in tal caso, interviene appunto il sistema che elimina tale fenomeno.

Ultima modifica: 31 Dicembre 2017