Blocco auto: puniti i più poveri, così guidano solo i ricchi

Le misure a tutela dell’ambiente devono essere popolari e con adeguate politiche di compensazione altrimenti rischiano di diventare punitive. E verso le fasce di popolazione più svantaggiate. La pensa così Rossella Muroni, deputata di Leu e già presidente di Legambiente.

Rossella Muroni, deputata di Leu e già presidente di Legambiente.
Rossella Muroni, deputata di Leu e già presidente di Legambiente.

Il divieto di circolazione a Milano rischia di colpire chi non si può permettere di cambiare auto?

«Assolutamente sì, senza alternative e politiche adeguate, accade questo. Le misure in difesa dell’ambiente hanno bisogno di essere popolari».

Altrimenti le pagano i più deboli?

«Per difendere la salute dei cittadini, considerando anche i costi sanitari dell’inquinamento, bisogna cambiare abitudini ma garantire alternative plausibili e politiche di compensazione sennò diventa punitivo».

Blocco auto: è davvero un’arma antismog?

Accadrà questo a Milano con la nuova fase dell’Area B?

«A Milano si è lavorato molto sul traffico e sulle politiche di compensazione, basti pensare che la città è al primo posto per il car sharing. Quando Pisapia istituì l’area C ci fu un grande dibattito ed è normale che i cambiamenti portino con sé anche reazioni negative ma se diciamo che la crisi climatica è evidente dobbiamo essere coerenti e agire di conseguenza. Si continui a lavorare sulle alternative. La direzione è giusta, il problema, semmai, è che solo Milano lo fa».

Ci sarà spazio per questo nella manovra di bilancio?

«Mi rendo conto che è una manovra complicata, che bisogna evitare l’aumento dell’Iva, ma dobbiamo pensare a una fiscalità ambientale, a un’Iva più bassa, ad esempio, per i comportamenti che impattano meno sull’ambiente».

Veronica Passeri

Ultima modifica: 1 Ottobre 2019