La transizione elettrica in Europa potrebbe avere, anche nel lungo periodo, una progressione meno rapida del previsto. Lo prefigura ACEA, l’associazione dei Costruttori auto del Vecchio Continente.
Motivandolo in modo esplicito. Lo sviluppo della rete di ricarica in Europa è troppo lento e può rallentare a diffusione del mercato delle auto a batteria. E questo non dipende dalle Case auto.
Lo ha detto il direttore generale di ACEA, Eric-Mark Huitema. Affermando che gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 non potranno essere conseguiti se gli stalli di ricarica e le stazioni di idrogeno non aumenteranno. E di molto.
Nei fatti se i Costruttori stanno rispettando i loro piani, proponendo un’ampia offerta di auto elettriche, i Governi al momento non sono in grado garantire le stazioni di rifornimento sufficienti a garantire una diffusione capillare.
Sono chiare le parole di Petr Dolejsi, direttore Mobilità e sostenibilità dei trasporti dell’ACEA
“Le Case auto europee sono pronte a produrre auto elettriche e a idrogeno. Ma sono necessari 7 milioni di stalli pubblici di ricarica per realizzare gli obiettivi di riduzione di emissioni di anidride carbonica stabiliti dalla commissione Europea. La proposta attuale arriva invece solo a 3,9 milioni”.
Nei fatti a pieno regime ci sarebbe il 60% dei punti di ricarica effettivamente disponibili. A questo problema ne vanno aggiunti altri due.
La difficoltà nell’avere i permessi e bel collegare le stazioni alla rete elettrica e la complessa rete da realizzare per i veicoli pesanti. A camion elettrici e affini serviranno sempre altissime potenze di ricarica.
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Ultima modifica: 1 Dicembre 2021