24 ore di Le Mans, eterna leggenda

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di Giuseppe Tassi

Il rombo dura ventiquattro ore. Anzi, quasi una settimana.

È un rumore di tuono, un sottofondo costante, la colonna sonora della passione motoristica.

Da 101 anni, nella valle della Loira, si celebra questo rito pagano che è anche festa di popolo, sagra di paese, fiera di espositori, scenario circense.

La 24 ore di Le Mans ha molte anime e un unico denominatore comune: sposa le più moderne tecnologie dell’auto da corsa con un’atmosfera surreale, che pare cristallizzata nel tempo. Scorci di grandeur e tuffi nel passato della ‘douce France’.

24 ore di Le Mans, una gara unica

Mentre le ventitré Hypercar si sfidano sulla pista da 13,626 chilometri (fra circuito classico ed escursioni nelle strade circostanti) intorno vive un mondo racchiuso nel guscio eccitante della passione.

Una città da 145 mila anime raddoppia per una settimana i suoi abitanti, eppure resta serena, composta, fieramente partecipe del rito che si compie. La zona del circuito è avvolta da una marea di campi verdi, che diventano sterminati parcheggi o aree attrezzate con camper, tende e roulotte.

Per qualche giorno la vita sarà scandita da quel rombo infinito, senza scalfire la purezza della natura. Sembra un’equazione impossibile e invece il risultato e’ un equilibrio stabile consolidato negli anni.

Accanto alle canadesi vecchi macinini, figli di altre epoche, ma anche Porsche fiammanti e lussuose fuoriserie, perché Le Mans è fieramente trasversale alle classi sociali.

Ecco una marea di cappellini e di ciclisti, di zaini, felpe e giacche a vento.

Sembrano in moto perpetuo i dannati della Ventiquattro ore, sballottati da un angolo all’altro della pista , rimbalzati nel Village fra magliette griffate, mostre di quadri e fotografie, stand degli sponsor, birre e formaggi, canzoni a cielo aperto e odori forti di maiale allo spiedo.

24 ore di Le Mans, eterna leggenda

Una grande ruota panoramica veglia sul villaggio, giochi da Luna Park scaraventano in cielo turisti malcapitati e ballerine vestite in stile Belle Epoque portano a spasso una Torre Eiffel che naviga su quattro ruote.

Un guizzo del tempo perduto nella cattedrale della tecnologia. Ma qui il contrasto non stride, anzi è l’anima stessa di questa magia chiamata Le Mans.

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Ultima modifica: 14 Giugno 2024