Pezzi di ricambio più costosi per le auto: quali sono?

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Quando si iniziano ad avvertire delle anomalie nel funzionamento della propria auto, meglio iniziare a tremare. Presto si imporrà la necessità di correre in officina dal meccanico e si dovrà mettere mano al portafoglio per pagare la riparazione. È sempre consigliato di procedere con una manutenzione ben scadenzata, che tenga conto dei tagliandi e delle revisioni. Soprattutto quando le auto iniziano a essere datate, nonostante tutte le manutenzioni del caso. Ma quali sono i pezzi di ricambio più costosi? Dipende anche dalle marche e dai modelli.

Pezzi di ricambio originali, meglio non rinunciarvi

Soprattutto quando si ha un’auto nuova e se si vuole preservare il funzionamento dell’auto per il maggior tempo possibile. In caso di guasto, è meglio procedere con la sostituzione dei pezzi utilizzando ricambi originali.

È un’affermazione, questa, che può trovare parecchi detrattori: l’obiezione – lo sappiamo bene – riguarda i costi. Sì, perché è noto che i pezzi di ricambio originali costano mediamente di più rispetto a pezzi di ricambio universali. Ma è pur vero che hanno delle garanzie maggiori.

In caso di guasto, quindi, meglio portare la propria auto da in un’officina autorizzata dalla casa costruttrice, affidandosi all’esperienza e alla serietà del meccanico. Il conto sarà certamente più salato, ma difficilmente si avranno brutte sorprese.

La testata del motore, che salasso!

Ma quali sono le riparazioni che costano di più, per via del costo dei pezzi di ricambio, siano essi originali oppure no? Stilare una classifica non è facile e può avere dei limiti.

Di sicuro, nel corso della vita dell’auto si dovranno cambiare le pastiglie dei freni, si dovrà sostituire la batteria, si arriverà – forse, perché molto dipende da quanto si tiene l’auto – a dover sostituire anche la frizione. Si tratta di riparazioni che incidono economicamente, ma che sono tutto sommato sopportabili.

I veri guai economici, invece, si hanno quando malauguratamente si rompe la cinghia di distribuzione. il danno economico, inutile negarlo, è ingente. Meglio non pensarci e, se il problema dovesse presentarsi realmente, meglio valutare la convenienza dell’investimento.

Ultima modifica: 6 Aprile 2020