Valentino, il Dottore, numero 46. Sono tre gli elementi che contraddistinguono in tutto il mondo il signor Rossi più famoso. Il campionissimo di Tavullia è celebrato in ambito planetario e passerà alla storia come uno dei centauri più forte di tutti i tempi. Anche i meno appassionati delle due ruote a motore saprebbero riconoscerlo in sella al suo bolide. Azzurro fino allo scorso anno, quando ha corso l’ultima stagione in Yamaha ufficiale.
Ma se la scuderia nel 2021 cambierà, passando al team Petronas, un elemento resterà immutabile: il celeberrimo 46 giallo stampato sulla carena. È il numero che lo accompagna dall’esordio in minimoto, non lo ha abbandonato neanche quando, e gli è successo più e più volte in carriera, avrebbe potuto prendere il numero 1 del campione uscente. Da dove nasce tanto attaccamento? La storia del 46 giallo è… un giallo. Il legame con i trascorsi motoristici di papà Graziano, noto a molti, spiega solo in parte com’è andata. Scoprite con noi perché Valentino Rossi ha scelto il 46.
Valentino Rossi: tra idoli nipponici e papà Graziano
Quella dei Rossi nel motomondiale non è una storia iniziata con Valentino. Già negli anni Settanta c’era in famiglia chi riusciva a portarsi a casa qualche prestigioso risultato e persino alcune vittorie. Graziano Rossi si è imposto complessivamente tre volte con la Morbidelli 250. Altri tempi e altra cilindrata, ma vincere nel Motomondiale non è mai semplice per nessuno. Trionfi accompagnati anche da un lieto evento: nel 1979, anno di uno dei successi di papà Graziano, nasceva quello che sarebbe diventato secondo molti il più grande pilota nella storia del motociclismo.
Il futuro supercampione bevve latte e motori in quel di Tavullia e si appassionò presto alle gare. Avere avuto un papà in gara chiaramente contribuì allo sviluppo della sua innata propensione. Fu dunque una scelta pressoché naturale percorrere le tracce di Graziano anche quando fu la volta di scegliere un numero di gara. Ma… non è questo il motivo per il quale Valentino Rossi ha optato per il celeberrimo 46. Almeno non l’unico. Lo ha rivelato lo stesso campione di Tavullia nella recente autobiografia “Pensa se non ci avessi provato”. “Il numero 46 nasce dal periodo delle minimoto – ha spiegato Valentino – Ero in squadra con due ragazzi di Gatteo a Mare. Tutti e tre avevamo il numero 46 perché correvamo in tre categorie diverse. Anche loro erano appassionati del Giappone e dei piloti giapponesi: una volta ci siamo esaltati per una wild card del Gran Premio del Giappone a Suzuka che faceva numeri incredibili sotto l’acqua. Aveva il 46. Poi l’ho abbandonato nel campionato italiano e nell’Europeo. Quando sono arrivato al Mondiale ho dovuto scegliere un numero. Ho scoperto che era anche il numero che aveva Graziano (Rossi, il papà, ndr) quando ha vinto il suo primo gran premio nel 1979. Proprio l’anno in cui sono nato io. Per questo ho deciso che il mio numero, per il Mondiale, sarebbe stato il 46“.
Ultima modifica: 16 Febbraio 2021