Pedaggio autostradale: come si può pagare

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In Italia è obbligatorio il pagamento del pedaggio autostradale. Forse non tutti sanno che ci sono anche Paesi nei quali questo non accade: la Germania ad esempio, ma anche l’Australia che applica corrispettivi agli utenti solo fino al raggiungimento dei costi di costruzione. Altri mondi… Dobbiamo fare i conti con la nostra realtà dove invece i pedaggi continuano ad essere applicati in eterno e con ritocchi che scattano ogni 31 dicembre. Curare la buona qualità e la sicurezza della infrastruttura, peraltro non sempre garantite come dimostrano le cronache, non sembrano ragioni sufficienti per la escalation dei prezzi che finiscono per garantire lauti introiti ai gestori. Ma usciamo dalla polemica e vediamo in quanti modi si può pagare il pedaggio autostradale.

Pedaggio: in contanti o con bancomat

Tutti avranno incontrato prima o poi quella barriera fatta di tanti accessi posta al termine del tronco autostradale. E’ il momento di pagare il percorso effettuato. Proprio le indicazioni poste sulla barriera spiegano come poter procedere. Sui maxi tabelloni visibili anche a grande distanza sono riprodotti i pittogrammi che sintetizzano le diverse opzioni. Una mano che impugna banconote e monete simboleggia il pagamento in contanti tramite un operatore, il classico casellante. Presenza che di anno in anno è andata sempre più diradandosi a vantaggio di forme più vantaggiose per i gestori.

Come la cassa automatizzata che “ingoia” le monete o preleva le banconote posizionate dagli stessi utenti che spesso si trovano alle prese con il non facile recupero del resto. Resto che viene fornito in monete che spesso cadono dalle mani dell’automobilista finendo sull’asfalto. Sono sempre più numerose le postazioni che fanno a meno dei “casellanti” e ricorrono alle macchinette per il pagamento cash. Effetto collaterale di questa scelta: viene meno la possibilità di chiedere informazioni o consigli all’operatore in merito alle destinazioni da raggiungere, un momento di socializzazione che evidentemente non trova riscontro nei bilanci commerciali degli operatori.

Ma c’è ancora un’opzione per quanti percorrono l’autostrada e si trovano a dover saldare il conto: il bancomat (o bancoposta). Ancora una volta sono le grandi insegne su fondo bianco ad anticipare le possibili scelte che si offrono ai viaggiatori. Se il tabellone contiene le icone delle carte magnetiche di colore blu significa che quel varco ammette il pagamento tramite pos o con Viacard, carta ad hoc fornita dal gestore.

Il Telepass e il mancato pagamento: come rimediare

Da svariati anni c’è un sistema che ha sostituito banconote, carte e viacard. Si tratta dell’ormai celeberrimo Telepass. Una piccola scatola di plastica nella quale c’è un emettitore di onde elettromagnetiche che avvisano il responder collocato al casello dell’arrivo del veicolo. Il passaggio è rilevato dall’apparecchio e sarà addebitato sul conto dell’utente. Non è necessario fermarsi alla barriera, si evitano incolonnamenti e il rischio di tamponamenti, ma dall’altro lato della medaglia ci sono il pagamento di canone e commissioni.

Si può anche dare il caso che al momento del pagamento il sistema non funzioni. In tal caso bisogna ritirare lo scontrino di mancato pagamento emesso dalla postazione e recarsi in un Punto Blu entro 15 giorni dall’accaduto. E’ altresì possibile pagare in via telematica (con maggiorazione di 2 euro), con bonifico al gestore, on line con carta di credito o direttamente al tradizionale casellante. Quando le macchinette vanno ko, l’uomo torna a essere imprescindibile.

Ultima modifica: 22 Dicembre 2020