Impianto GPL: tre curiosità che non ti aspetteresti

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Perché acquistare un’automobile con impianto GPL? Semplice: perché si risparmia. Non ci sono altre motivazioni al di fuori della spiccata economicità di questo tipo di opzione.

Una scelta che peraltro comporta anche l’esigenza di una accorta vigilanza per garantire che si viaggi sempre in condizione di sicurezza. Ma se i vantaggi in termini di risparmio sono ampiamente noti, ci sono aspetti dell’alimentazione tramite impianto GPL che non t’aspetteresti e meritano di essere conosciuti. Scoprili insieme a noi.

Quella spruzzata che genera il movimento

Probabilmente non tutti sanno che il gas propano liquido viene utilizzato dall’automobile in uno stato diverso da quello iniziale.

Com’è noto l’impianto si basa su una bombola che funge da serbatoio del gas. Di qui il gas fa il primo tratto del percorso interno al circuito di alimentazione restando allo stato liquido. Perché esso possa essere iniettato nel collettore è però necessario che venga trasformato in vapore. E si chiama pertanto vaporizzatore il dispositivo tecnologico che procede alla nebulizzazione del gas e al controllo della quantità di gas effusa.

Il GPL viene quindi inviato agli ugelli a monte del collettore di aspirazione dal quale dipende la regolazione dell’acceleratore. La fase finale e determinante del processo è la miscelazione tra gas e aria che forma il carburante utilizzato dal motore.

Occhio al serbatoio: senza il cilindro c’è più spazio

L’installazione dell’impianto GPL è effettuata di norma nel baule posteriore. Un’operazione per mani esperte trattandosi di una forma di alimentazione che espone a rischi rilevanti a causa del potere esplosivo del propano allo stato liquido.

Rischio che però si può facilmente superare affidandosi a centri specializzati.

L’impianto GPL si colloca solitamente sui motori alimentati a benzina per abbassare i costi di esercizio. Le auto a iniezione diretta hanno bisogno di dispositivi con nuove omologazioni e di un monitoraggio per verificare l’affidabilità del sistema. Il serbatoio del GPL viene posizionato, come dicevamo, nel vano bagagli. Ciò determina la inevitabile riduzione dello spazio destinato al contenitore cilindrico. Molti però non sanno che il serbatoio può avere anche forma diversa ed essere così meno ingombrante. È il caso del serbatoio toroidale, più contenuto nella forma e dunque collocabile anche nel vano della ruota di scorta.

L’impianto GPL sul diesel? Meno frequente ma si può

Gli impianti GPL sono più frequentemente installati sulle auto a benzina e sono pertanto associati esclusivamente a quel tipo di vetture. In realtà tecnicamente c’è anche la possibilità, sconosciuta ai più, di abbinarli alle auto diesel. Una scelta in verità poco praticata dal momento che questa tipologia di alimentazione riesce a sfruttare solo in minima parte il gas propano liquido rispetto al gasolio. Consumi ridotti ma in misura… ridotta.

Ultima modifica: 6 Novembre 2020