Gran Torino: le auto del cinema, tra corse e grande schermo

Un’auto, un mito, nonostante il tempo passato dalla sua ultima apparizione. Già, perché per parlare di Starsky & Hutch, una delle serie TV più amate di sempre, occorre andare indietro di decenni. Ma lei, la Gran Torino, era comunque una delle protagoniste indiscusse della serie.

Molti, nonostante gli anni trascorsi, la ricordano perfettamente: americana come solo un’auto costruita a Detroit può essere – grande, addirittura troppo grande, ma decisamente comoda – in realtà strizzava anche l’occhio all’Italia. In ogni caso, volendo paragonarla ad una persona, la definiremmo un’auto con i muscoli, ma allo stesso tempo dalla estetica più che gradevole, con quelle sue forme slanciate e affusolate.

Come si diceva, fu una grande protagonista di “Starsky & Hutch”, difficile dimenticarla mentre supporta nelle loro avventure i due poliziotti della città di Bay City (città che non esiste, ma che è frutto dell’immaginazione del regista). Nel merito e per completezza, la Gran Torino è un’auto Ford, quella della serie televisiva era la versione 1972. C’è chi l’ha definita la terza attrice protagonista della serie, e forse è vero: se si pensa a “Starsky & Hutch”, si pensa anche a “lei”.

Perché la Gran Torino

Ma al di là dello sceneggiato televisivo, la Gran Torino ha una storia tutta sua. Siamo infatti nel 1968 quando Ford decide di progettare una nuova coupé, la Ford Torino, appunto. Di lei sorprendono e piacciono, fin da subito, le dimensioni, perché è in effetti mastodontica, proprio come piace agli americani: più di 5 metri di lunghezza, 2 metri di larghezza, indubbiamente non passa inosservata. Come in effetti non passa inosservato il nome: un tributo, se vogliamo, all’Italia e, ancor di più, alla città di Torino che, guarda caso, è la capitale italiana dell’automotive, in quanto sede di FIAT e di Lancia. Un’assonanza che ripensata ai giorni nostri sembra veggenza: Detroit come Torino, Torino come Detroit.

Gran Torino: le versioni

Nella fabbrica di Detroit ci si sbizzarrisce e la Gran Torino – in realtà si chiama ancora solo Torino – viene progettata – e quindi fabbricata – in più versioni, una per tutti i gusti. Per esempio in versione Berlina, ma anche in versione familiare con 4 porte. Ma ci sono anche le due porte, ossia la coupé e la cabriolet. Anche sui motori c’è vasta scelta: dal V8 con una cilindrata di ben 4900 cm³ al 6400 cm³ Ford FE serie 390 progettato direttamente dal costruttore. E, naturalmente, per gli appassionati del genere, non manca la versione GT.

Passa un anno dal lancio, e il costruttore immette sul mercato nuove versioni: molti ricordano la Ford Torino Cobra – soprattutto il suo motore, un Ford Cobra 428 da 7000 cm³ – la quale vanta un cambio rigorosamente manuale (nonostante si tratti di auto americana) a quattro marce, ma anche sospensioni potenziate e – gran valore aggiunto – sedili ribaltabili.

Per migliorare un punto critico della Gran Torino, ossia il suo assetto aerodinamico, in seguito viene data vita anche a un’altra versione, la Talladega. Si tratta di pochi esemplari ma molto interessanti, in quanto modello votato alle corse, tanto da essere iscritto al campionato NASCAR.

Il cambio di passo è nel 1970: le linee diventano più pulite e raffinate, le motorizzazioni, con differenti livelli di potenza, sono sempre le più varie. È l’epoca dei motori Thunder Jet, Cobra Jet e Super Cobra Jet, ma è anche l’epoca della versione “Boss”, scelta per equipaggiare i 3.000 esemplari di Torino King Cobra necessari per l’iscrizione al Campionato NASCAR. Purtroppo si tratta di un progetto destinato a naufragare ancor prima di partire.

Gran Torino, la versione finale

Come già anticipato, il modello reso celebre dalla fortunata serie “Starsky & Hutch” risale al 1972. È in quell’anno che viene progettata la versione della Torino con quella calandra inedita. Si tratta di un restyling completo, forte, che interessa tutte le versioni. In particolare, la versione GT, che infatti cambia nome e diventa, appunto, la Gran Torino.

Di questa, vi è anche la versione Gran Torino Sport, che cambia rispetto alla Gran Torino perché ha un paraurti – quello anteriore – differente. In questa versione viene montato un solo motore, il Cleveland 351 da 5800 cm³. Stiamo parlando di un cuore pulsante in grado di erogare una potenza di ben 265 CV a 4200 giri al minuto, nonostante la velocità massima sia ancora bassa per i canoni odierni: arriva infatti a soli 190 km/h. A questo punto fa la sua comparsa il cambio automatico, le sospensioni sono a ruote indipendenti, Nell’anno successivo – siamo nel 1973 – ancora un tocco di novità: si tratta del grande paraurti che va a sostituire quello precedente.

Bella, famosa, ma di poco successo

La Gran Torino – e più in generale la Torino di Ford – nonostante sia un modello indimenticabile anche per l’aver cavalcato le scene di “Starsky & Hutch”, in realtà fu esattamente un modello di grande successo. Perché se è vero che Ford ha fatto molto per aggiornarla costantemente – tanto che arriva a venderne quasi 500mila esemplari – va detto che è un modello che ha purtroppo risentito delle mode del momento.

Le grandi forme e le grandi potenze iniziano ad andare in declino, tanto che è il 1976 quando si decide di non produrre più la Gran Torino. Resta comunque un’auto che ha fatto la storia, anche del cinema. Tanto che molti la ricordano protagonista di un film a lei dedicato. Siamo nel 2008 quando Clint Eastwood ne fa l’attrice protagonista del film diretto da lui “Gran Torino”. Una storia d’amore tra il protagonista e la sua auto.

Ultima modifica: 30 Settembre 2019