Un’annata così nera non si era mai vista per la Rossa. Al netto del calembour, la stagione 2020 non ha regalato nessun sorriso ai tantissimi appassionati della Ferrari. Con 131 punti totali (98 da Charles Leclerc e 33 da Sebastian Vettel), la vettura italiana ha raccolto un terzo dei punti conquistati dal solo Lewis Hamilton laureatosi ancora una volta campione alla guida della Mercedes. Una miseria che si commenta da sola. Ma se si vuole un ulteriore parametro di misura, basti dire che nell’arco dell’intero campionato le vetture di Maranello non hanno percorso un solo giro che fosse uno in testa a un Gran Premio. Debacle, tracollo, disfatta: c’è solo da scegliere la definizione più calzante, la sostanza non cambia.

Il film della stagione: le gare da dimenticare

Un percorso tanto negativo che è difficile indicare singole gare da dimenticare. C’è davvero poco da salvare nel 2020 della Ferrari ma se proprio si vuole effettuare una disamina dettagliata possiamo salvare dalla lunga catena di delusioni proprio il primo atto svoltosi in Austria il 5 luglio, dopo la lunga pausa causata dal Covid. Il secondo posto ottenuto da Charles Leclerc lasciava intravvedere ben altre prospettive per il giovane pilota monegasco e per il Cavallino. Le gare successive dimostreranno invece che si trattava, purtroppo, di un terribile abbaglio.

Già la domenica seguente nel Gran Premio di Stiria ecco la Ferrari scomparire dalle prime posizioni con un 19esimo posto che non richiede ulteriori spiegazioni. Solo un brodino caldo il sesto posto (di Vettel) nel Gran Premio d’Ungheria di sette giorni dopo. In realtà la Rossa non lottava mai veramente per le posizioni di vertice e il pilota tedesco (da dimenticare la sua ultima stagione in Ferrari) si doveva accontentare. Agosto si apriva con la gara nel tempio sacro di Silverstone. La platea ideale per un colpo d’ala. Il terzo posto finale di Leclerc assumeva le sembianze di una prima, importante risposta alle difficoltà. Il driver monegasco sfiorava il bis nell’inedito G. P. del 70° Anniversario che si è disputato ancora a Silverstone.

Il quarto posto non entusiasmava, peraltro lo sviluppo della gara si trascinava sul solito copione della assoluta mancanza di competitività. In Spagna arrivava poi l’ennesimo passo indietro con il misero settimo posto di Vettel. Spa in Belgio poteva rappresentare l’ultimo treno per la svolta. Poteva, ma non accadde: 13esima piazza per Vettel, 14esima a Leclerc, entrambi quasi doppiati. Ed eccoci a Monza: domenica 6 settembre, l’Inno nazionale che risuona finalmente per celebrare la vittoria di una Rossa? Solo un sogno: primo a sorpresa Gasly su Alpha Tauri, quindi Carlos Sainz jr. Un ferrarista, ma dalla prossima stagione. Ferrari 18esima e 20esima. Depressione assoluta che non aiutava evidentemente nemmeno a salvare la faccia nel resto dell’anno. Sesto posto in Russia, settimo al Nurburgring, quarto in Portogallo, sempre con Leclerc. Si tornava quindi in Italia sul circuito di casa a Imola ma, complice forse l’assenza di tifo, non si andava oltre la quinta posizione. Ai piedi del podio in Turchia ma ripiombati al decimo posto in Bahrein, fino alle ultime due malinconiche prestazioni nei G.P. di Sakhir e Abu Dhabi.

Ultima modifica: 16 Febbraio 2021