La partita IVA è uno strumento sicuramente molto impegnativo e a volte anche oneroso per i liberi professionisti che decidono di avviare una propria attività di consulenza. Ma può anche essere una buona opportunità per scaricare i costi, mantenere alto il proprio servizio e dotarsi di tutta una serie di agevolazioni che ormai sono di uso comune. Come comportarsi per richiedere il rimborso chilometrico per professionisti? Scopriamolo insieme!
Rimborso chilometrico per professionisti e diaria quotidiana
I liberi professionisti chiamati a viaggiare per lavoro per esempio possono emettere fattura per raggruppa tutti i loro costi di trasferta: dal rimborso chilometrico, concordato con l’azienda cui si fattura sulla base di riscontri tabellari come quelli dell’ACI o di un accordo individuale magari anche forfettario, ma anche tutti gli altri costi inerenti al costo vivo della missione. E dunque pedaggi, pranzi, cene, alberghi, pedaggi autostradali, persino gli eventuali imprevisti qualora l’azienda mandataria li riconosca.
Il rimborso chilometrico fondamentalmente è uno, e per definizione è una cifra fissa – a volte un’indennità giornaliera a volte una cifra basata su un coefficiente tabellare – che può essere tranquillamente fatturato. Il costo diventa l’imponibile cui si aggiunge l’Iva da riscuotere, l’eventuale compenso previdenziale, sottraendo poi la ritenuta d’acconto per avere il proprio fisso che verrà versato dal pagante.
Rimborso chilometrico per professionisti e il coefficiente di ogni auto
Se si parla di indennità giornaliera è evidente che è l’azienda a trovare un accordo con il professionista in trasferta: se invece si parla esclusivamente di rimborso chilometrico il calcolo è piuttosto facile. Si va sulla tabella più aggiornata, quella dell’ACI, e si procede a verificare a quanto ammonta il rimborso. Anni fa l’ACI pubblicava queste tabelle con cadenza biennale ma oggi con le procedure online è tutto molto più semplice: il sito consente a ogni utente di loggarsi, addirittura di avere una propria posizione memorizzata e di calcolare il dovuto.
Ci si logga dopo la registrazione con la propria utenza e si inseriscono i dati: marca e modello di auto utilizzata, anno della prima immatricolazione (le auto più vecchie sono più costose in quanto a consumo, assicurazioni e costi di manutenzione) e motorizzazione. Il coefficiente che si ottiene è il costo chilometrico che abbiamo diritto di farci rimborsare. Ipotizziamo un viaggio Bologna-Venezia e ritorno dalla sede centrale alla succursale veneta, 320 chilometri in tutto: il costo è un numero a quattro decimali, diciamo 0,3106. Si moltiplica per 320 e abbiamo la cifra complessiva…  poco meno di 100€ che potremo fatturare.
Ultima modifica: 14 Febbraio 2020