Come fare il parcheggio a S

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Probabilmente talvolta lo fate, ma neanche sapete che si chiama così. Il “parcheggio a S” è quello in cui il veicolo viene parcheggiato parallelamente ai sensi di marcia della strada, su un lato della carreggiata, solitamente il destro ma non necessariamente. 

Cos’è il parcheggio a S

Il nome attribuitogli comunemente deriva dall’andamento curvilineo del veicolo nell’esecuzione di tale manovra che ricorda per l’appunto una lettera S. In estrema sintesi, la tecnica consiste nel girare tutto a destra e poi tutto a sinistra il volante. 

Nelle autoscuole si insegna a eseguirla con due sole mosse effettuate dopo aver affiancato l’auto dietro cui si vuole parcheggiare. Con la prima sterzata si porta il veicolo completamente a destra iniziando dal suo posteriore, inclinandolo all’incirca di 45 gradi. Subito dopo, analogamente, con la seconda sterzata si porta il volante completamente a sinistra così da fare entrare nel parcheggio anche la sua parte anteriore. 

Convenzionalmente si suggerisce ai praticanti patentati di iniziare la sterzata a destra quando, procedendo in retromarcia, si vede il fanalino posteriore dell’auto già parcheggiata allineato al centro del nostro finestrino mobile posteriore, segno che il nostro asse posteriore, che fa da ideale perno di rotazione del veicolo, ha superato il veicolo affiancato. Si controsterza rapidamente dal lato opposto (a sinistra) quando il fanalino torna visibile nel centro del finestrino destro anteriore. 

Gli errori più comuni e come evitarli

Il parcheggio a S è una manovra che presenta essenzialmente i vantaggi di essere semplice da apprendere e veloce da eseguire. Di converso, si tratta di una manovra esposta a errori frequenti: basta ritardare di mezzo secondo la prima sterzata, e la seconda non funzionerà più conseguentemente. 

Inoltre, il parcheggio a S non si presta a essere effettuato dietro veicoli di diversa categoria e sagoma come ad esempio autocarri e caravan rispetto ai tradizionali autoveicoli. Per correggere eventuali errori di inserimento verificatisi durante la prima sterzata, c’è poi chi suggerisce di inserire una fase intermedia che precede la sterzata di rientro. Ovvero una sorta di ”raddrizzata” durante la quale si fa procedere la vettura a ruote dritte così da poter aggiustare un po’ il tiro. 

Si tratta comunque di metodi più o meno congeniali alla tecnica di guida del singolo automobilista. Fondamentale per una manovra efficace è scegliere i giusti punti di riferimento stradali. Non solo parti dei veicoli affiancati ma anche componenti infrastrutturali come i marciapiede, la segnaletica verticale e orizzontale, gli edifici marginali. 

La scelta di fissare tutti i punti di riferimento sul veicolo che si affianca (insegnata nelle autoscuole) rispetta l’esigenza di privilegiare la visione diretta guardando attraverso lunotto e finestrini della vettura, ma può rivelarsi svantaggiosa allorché si debba parcheggiare dietro a un veicolo di tipo diverso, più grande, o anche più piccolo. Nel caso di un veicolo grande, il rischio è di restare lontani dal bordo della carreggiata, mentre nel caso di un veicolo piccolo e stretto, il rischio è finire contro il marciapiede.

Ultima modifica: 14 Novembre 2022