E’ il vantaggio di un mercato globale, quando la concorrenza non si limita al Paese in cui si vive, ma i confini commerciali sono pressoché annullati. Anche con le auto di importazione si possono scoprire i vantaggi, tutti economici, di un mercato globale. C’è però un “ma” importante, che è rappresentato da un impegno notevole nel dover affrontare i vari passaggi burocratici che una scelta simile può comportare.
Nulla di impossibile, ma di complesso sicuramente, che può essere superato se ci si rivolge a un rivenditore italiano. E’ possibile delegare tutto il disbrigo delle pratiche e avere l’auto scelta comodamente a casa. Ma tanta semplicità ha certamente un costo, che potrebbe annullare, o quasi, il risparmio che si ottiene preferendo il mercato estero a quello di casa.
I primi passi per acquistare auto di importazione
Vediamo invece quali sono i passaggi ineludibili per portare in Italia la vettura scelta e non incorrere in sanzioni per violazione alla normativa vigente sia in Italia, sia nel Paese dove si è acquistata l’auto e per non evadere anche il fisco italiano ed estero. Anzitutto, è bene considerare che accanto al disbrigo delle pratiche burocratiche ci sono dei costi, che potrebbero essere anche onerosi, da sostenere.
Sarebbe più opportuno scegliere la strada del mercato estero se si è orientati su un modello di auto di un certo valore. Non è particolarmente conveniente un iter simile se si vuole una utilitaria. L’impresa vale se si prendono in esame vetture di grossa cilindrata, sia nuove, sia usata ma con meno di 6 mesi di vita o di 6000 chilometri percorsi, le cosiddette auto a chilometri zero.
Questa seconda opzione è di solito la più praticata, poiché all’estero, soprattutto in Germania la svalutazione delle auto usate è davvero forte. E’ possibile quindi trovare l’auto che si desidera, del tutto pari a una nuova, con un risparmio anche del 30 – 35 per cento rispetto al prezzo di partenza in Italia. Per scegliere il modello sono praticabili due strade: acquistare on line attraverso siti specializzati, provvedere al trasporto e al disbrigo di tutte le pratiche dall’Italia, oppure recarsi fisicamente alla ricerca della vettura ideale e seguire comunque i vari passaggi per l’importazione sempre dall’Italia.
Come trasportare un’auto di importazione
Ci sono tre soluzioni praticabili per il trasporto in Italia, ma tutto dipende dal possesso dei documenti necessari.
- Con una targa provvisoria e la documentazione rilasciata dal venditore in attesa di completare le pratiche in Italia e sostituendo la targa provvisoria straniera con una provvisoria italiana appena varcati i confini;
- con una targa definitiva e la procedura portata già a buon fine;
- con un rimorchio e con la documentazioni rilasciata nel paese di acquisto in attesa di completare la pratica in Italia.
Tutto dipende da quanto si è disposti a spendere e dal tempo che si ha a disposizione per seguire la vettura. Per le prime due soluzioni è necessaria una prima immatricolazione all’estero, in quanto una vettura priva di immatricolazione non può circolare se non trainata da un veicolo regolarmente immatricolato e assicurato o caricata su un mezzo di trasporto di proprietà di una ditta specializzata del settore.
Per due delle tre opzioni di trasporto sarà quindi necessario immatricolare, se non lo sia già, l’auto nel paese di origine, procedura che è a carico del rivenditore.
Immatricolare un’auto di importazione
Per procedere in Italia occorrerà iscrivere il veicolo al PRA, il Pubblico Registro Automobilistico. Tutto è più semplice se il paese straniero rientra nei confini dell’Unione Europea. E’ possibile, infatti, sbrigare il tutto attraverso lo Sportello Telematico dell’automobilista e svolgere tutta la pratica on line. I documenti necessari sono sono il documento d’identità dell’acquirente, il certificato di conformità europeo della vettura e il modello NP2C o NP2D a seconda che venga redatto o meno l’atto di vendita.
Ci sono naturalmente delle tasse da versare, come l’imposta provinciale di trascrizione e i costi per il rilascio di targhe, variabili in base alla provincia di residenza e al tipo di veicolo, gli emolumenti ACI, che ammontano a 27 euro e il bollo per l’iscrizione al PRA che è di 32 euro.
Qualche complicazione in più sorge se la vettura viene acquistata al di fuori dell’Unione Europea, poiché non è possibile sfruttare la procedura on line dello Sportello Telematico dell’Automobilista. Bisognerà rivolgersi direttamente all’ufficio provinciale della Motorizzazione che indicherà la documentazione necessaria a seconda del Paese dove è stata acquistata l’auto. Di sicuro, serviranno il documento d’identità dell’acquirente, il titolo di proprietà, il modello NP2D e la carta di circolazione rilasciata in Italia, da consegnare in fotocopia.
Se si è stranieri residenti in Italia occorrerà anche la traduzione del documento d’identità effettuata da un traduttore ufficiale e approvata dalle autorità diplomatiche.
L’IVA sulle auto di importazione
L’ultimo adempimento riguarda il versamento dell’Iva in caso di acquisto all’estero. Generalmente chi compra beni in qualunque Paese UE è tenuto a versare l’IVA nel paese in cui effettua l’acquisto. Per le autovetture le cose sono un po’ diverse, infatti il pagamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto va fatto solo nel paese in cui la vettura sarà importata e immatricolata, ovvero in quello di residenza.
Se l’automobile è nuova, l’imposta va pagata entro 10 giorni dall’acquisto del veicolo, e deve essere calcolata sul prezzo totale di acquisto del veicolo, inclusi optional e spese di consegna compresi. Il pagamento va effettuato attraverso l’Agenzia delle Entrate. Se la vettura è usata e viene acquistata da un rivenditore titolare di Partita IVA, l’IVA deve essere pagata così come addebitata dal rivenditore secondo l’aliquota vigente nel paese estero. Chi acquista un’auto di seconda mano da un privato, invece, non è tenuto a pagare l’IVA né in Italia né all’estero.
Se l’IVA è stata pagata due volte, sia nel paese di acquisto che in quello di destinazione, è possibile richiedere un rimborso all’agenzia delle entrate del paese in cui è avvenuta la compravendita. A questo punto tutta la documentazione della vettura sarà in regola, sia per la circolazione in Italia, sia dal punto di vista fiscale. Dettaglio non da poco, quest’ultimo, perché il mancato versamento dell’IVA può comportare, soprattutto per chi importa auto per poi rivenderle, conseguenze di carattere penale.
Ultima modifica: 15 Novembre 2018