Auto e dichiarazione dei redditi: tutte le informazioni pratiche

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Il possesso di un’automobile, specie se è di grossa cilindrata, può influire in maniera significativa sulla dichiarazione dei redditi. In particolare, e ovviamente, può influire sulla quantificazione dei redditi ai fini della dichiarazione e quindi in definitiva sul pagamento delle tasse.

Più specificamente il possesso di un’auto ha degli effetti sul cosiddetto redditometro.

Automobile e redditometro

Per il calcolo del redditometro comprare una macchina può incidere molto. Per esempio per la ricostruzione del reddito minimo presunto o di quello accertabile.

Questo per via dei valori diversi che sono attribuiti dalla normativa alle varie autovetture in corrispondenza dei cavalli fiscali (appunto) e quindi della cilindrata.

La legge regola la facoltà da parte dell’Agenzia delle entrate di determinare qual è il reddito globale del contribuente sulla base delle spese che sostiene nell’anno cui si riferisce la dichiarazione, a meno che non si possa dimostrare, (ovvero l’onere della prova è invertito, cioè a carico del cittadino), che quelle spese sono state coperte con entrate derivanti da periodi di imposta precedenti, che quindi si dovrebbero considerare sottratti alla base imponibile.

E quindi, in definitiva, il redditometro viene alimentato anche dal possesso delle automobili. È forse per questa ragione che negli ultimi tempi sono molto aumentati il noleggio o il leasing di auto straniere, soprattutto germaniche. Una pratica, va detto, non esente da rischi.

Dichiarazione dei redditi: come influisce l’auto

Un altro modo in cui possedere un’auto produce effetti sulla dichiarazione dei redditi è attraverso l’assicurazione obbligatoria della responsabilità civile auto. Più precisamente, sulla dichiarazione ha effetto la possibile la detrazione delle spese assicurative.

Supponiamo che, pagati i due premi semestrali, il contribuente si sia fatto dare le ricevute e le abbia archiviate tra i documenti da conservare con cura. Adesso è l’ora di vedere se, come e in quale misura si può detrarre l’importo dell’assicurazione auto dalla dichiarazione dei redditi. Se ci si informa a dovere, il risparmio può essere non trascurabile.

Va subito avvertito, però, che le detrazioni fiscali sui premi dell’assicurazione RCA sono venute meno a far data dal 2014, perché abrogate con una legge dell’anno prima. Insomma, oggi non è più possibile scaricare dalle tasse il costo dei premi. All’epoca la detrazione riguardava la quota versata al Servizio Sanitario Nazionale e comunque valeva solo per importi maggiori di 40 euro (sotto quella soglia non c’era detrazione).

Cosa si può ancora detrarre

Peraltro niente paura, perché va anche detto che con la normativa attuale c’è ancora la possibilità di spuntare qualche detrazione sulle polizze assicurative, quelle contro gli infortuni però.

In estrema sintesi, si può dire che l’unica spesa che il contribuente può scalare dalle tasse è quella per la polizza infortuni del guidatore. Si tratta di una assicurazione che a differenza di quella della responsabilità civile non è obbligatoria, ma facoltativa, cioè volontaria.

È una polizza che si affianca a quella della responsabilità civile e che si può consigliare per via del fatto che la normale assicurazione – quella obbligatoria, ovvero la RCA – in caso di sinistro provocato dall’assicurato copre soltanto i danni (fisici e materiali) subiti dal conducente dell’altro veicolo, ma non i propri.

Secondo la normativa corrente si può ottenere una detrazione Irpef del 19%  sulla dichiarazione dei redditi in questi casi:

  • per i premi per il rischio di morte o invalidità permanente
  • per i premi per rischio di non autosufficienza
  • per i premi contro il rischio di eventi calamitosi (tipo inondazioni, incendi, terremoti, fulmini e chi più ne ha…).

Se si tratta di assicurazioni sulla vita, contro gli infortuni, sul rischio di morte e di invalidità permanente, la detrazione Irpef del 19% si può applicare:

  • per i contratti stipulati o rinnovati fino al 31 dicembre dell’anno 2000
  • per i premi per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni

La detrazione dalla dichiarazione dei redditi è consentita sempre che il contratto abbia una validità non minore di cinque anni e non preveda la possibilità di ottenere la concessione di prestiti nel periodo di durata minima; per i contratti stipulati o rinnovati a partire dal primo gennaio del 2001, sono detraibili i premi per le assicurazioni con oggetto il rischio di morte o di invalidità permanente maggiore del cinque per cento.

Detrazione: quale cifra può essere detratta

Va sottolineato che l’importo che si può detrarre dalla dichiarazione non può oltrepassare i 750 euro, questo se si tratta di polizze rischio morte che abbiano per scopo la tutela di parenti sopravvissuti con disabilità grave e quindi non autosufficienti.

Per solito si richiede che il contraente che ha sottoscritto il contratto di assicurazione e l’assicurato coperto dalla polizza siano la stessa persona. Però va ricordato che la detrazione si può applicare anche quando non lo sono, nei seguenti casi:

  • quando il contribuente (contraente) sottoscrive un’assicurazione per il figlio minorenne (che quindi è l’assicurato e il beneficiario) e, pertanto, paga i premi dovuti nell’interesse di un familiare a carico (il figlio, per l’appunto)
  • quando il familiare che risulta a carico del contribuente (facciamo l’esempio della moglie) stipula un contratto e corrisponde i relativi premi, risultando pertanto in questa ipotesi sia come sottoscrittore del contratto che come beneficiario. È chiaro che in questo caso la detrazione toccherà al contribuente che ha a suo carico il familiare.

I premi dovuti per le assicurazioni contro il rischio di non autosufficienza. La detrazione Irpef del 19 per cento può applicarsi anche ai premi per le assicurazioni che abbiano per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita di tutti i giorni (andare a fare la spesa, lavarsi, andare al bagno, ecc).

La detrazione in tal caso si applica a condizione che la compagnia assicuratrice non possa ritirarsi dall’impegno contrattuale.

Va puntualizzato che l’ammontare dei premi non può eccedere la somma di 1291 euro, al netto dei premi per le suddette assicurazioni stipulate contro il rischio di di invalidità permanente o di morte. Pure in questa ipotesi le spese affrontate per i premi sono scalabili dalla dichiarazione anche se sono state fatte nell’interesse dei familiari che risultano fiscalmente a carico (per esempio i figli).

Il limite massimo che abbiamo rammentato sopra, ovvero i 1291 euro, include anche gli eventuali premi relativi ai componenti del nucleo familiare che risultino a carico dal punto di vista fiscale.

Ultima modifica: 23 Ottobre 2018