Allergia al volante: perché è un pericolo sottovalutato

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Con l’arrivo di settembre si moltiplicano le persone che soffrono di allergia. Anche se la primavera è ormai lontana, vi sono molte piante che fioriscono a fine estate, per i soggetti allergici è un calvario: infiammazione dei seni nasali, starnuti, tosse e infiammazione delle congiuntive sono i sintomi più comuni.

È chiaro che se una persona è costretto a guidare, le cose possono anche farsi pericolose: si sa infatti, per esempio, che mentre si starnutisce è fisiologicamente impossibile tenere gli occhi aperti. I rischi sono evidenti, anche se non tutti sembrano rendersene conto.

Sorpassi pericolosi

Soffrite di raffreddore da fieno e siete al volante: state per fare un sorpasso e all’improvviso venite travolti da una scarica inarrestabile di starnuti. Possono passare secondi interi prima che riusciate a riaprire gli occhi e intanto la macchina va. Quando poi li riaprite è molto probabile che gli occhi siano pieni di lacrime e quindi avrete la vista offuscata per almeno qualche minuto. Di solito la situazione dura pochi secondi e nella quotidianità non causerebbe nessuna conseguenza negativa, ma se si guida un veicolo anche gli attimi sono importanti, perché vogliono dire decine di metri percorsi.

Impalpabili, ma per alcuni insidiosi

Tutta colpa dei pollini. Si tratta, come si sa, delle minuscole cellule sessuali (in termine tecnico, “microgametofiti”) che le piante spandono nell’ambiente per riprodursi. Leggerissimi, quasi impalpabili, i pollini lasciano fare al vento.

Per la maggior parte delle persone sono piuttosto innocui, ma non per chi è allergico. Nelle persone con allergia essi danno luogo a una reazione esagerata, che a grandi linee è quella che abbiamo descritto sopra (starnuti, tosse, lacrimazione copiosa, ecc.): ce n’è più che abbastanza perché uno si distragga dal volante, anche solo per recuperare un fazzolettino.

Il problema delle allergie si diffonde sempre più, soprattutto a causa dell‘inquinamento atmosferico. Ci sono stime secondo le quali ne soffrirebbe addirittura un quinto degli italiani, il che significa più o meno 12 milioni di persone.

Le contromisure

Come sapere se siete allergici? Lo strumento più rapido ed efficace per sapere se siete allergici a qualche sostanza è il cosiddetto “prick test”, è una prova che vi somministra il medico allergologo. In sintesi, si tratta di applicare piccole quantità di allergeni in forma liquida su delle scalfitture praticate sull’avambraccio per far penetrare nell’organismo le sostanze. Dopo mezz’ora si ha il risultato: lo specialista, osservando il braccio del paziente, riesce a fare una diagnosi completa perché se il paziente è allergico a una o più delle sostanze applicate avrà delle reazioni cutanee.

A quel punto l’allergologo ha la sua diagnosi e sulla base di essa potrà prescrivere una cura: antistaminici, vasocostrittori oppure corticosteroidi; attenzione, i corticosteroidi possono provocare sonnolenza. A questo proposito, leggete sempre con attenzione i bugiardini delle medicine e sentite prima il vostro dottore se sapete di dover guidare.

Se soffrite di allergia e volete ridurre i rischi al volante, uno strumento efficace di prevenzione può rivelarsi anche il climatizzatore della vostra auto. Se li mantenete in buono stato, infatti, i filtri del climatizzatore possono funzionare da barriera contro i pollini. Cambiateli quando fate il tagliando, anche nel caso in cui sentiate odori strani o una riduzione del getto d’aria.

Ultima modifica: 3 Settembre 2018