Gli amanti delle due ruote conoscono molto bene la casa motociclistica giapponese della Kawasaki, grazie soprattutto ai suoi prestigiosi modelli. Forse però non tutti sanno che la passione per le motociclette è recente e che gli esordi della Kawasaki parlano soprattutto di treni. Nel corso della sua esistenza la società giapponese ha diversificato i suoi interessi in diversi settori economici ma per i più, il suo nome è sinonimo di velocità a due ruote.

Kawasaki: La fondazione

L’avventura della società Kawasaki inizia nel 1868 in un cantiere navale per opera di un uomo: Shozo Kawasaki. Piccolo mistero svelato. Il nome del marchio non ha nessun legame con l’omonima città nipponica. La nuova società si occupava principalmente di costruire materiale rotabile destinato alle ferrovie del Paese per poi espandersi nel 1907 nel settore dei carrelli a vapore attraverso la costituzione del ramo aziendale Hyogo Works ltd. Negli anni successivi furono ideati e realizzati i primi modelli di carelli in versione elettrici e a diesel ma solo nel 1911 si avrà la prima locomotiva a vapore ‘a marchio’ Kawasaki.

1910 – 1940: L’espansione 

Nell’arco di 30 anni, la Kawasaki espande i propri interessi economici anche nel settore aereo. Nella Prefettura di Hyogo decide la costruzione di nuovi impianti industriali per la produzione di aeromobili. Questo nel 1919 e neppure tre anni dopo nasce la divisione “Aircraft Division and Kakakmigahard Branch Works of Kawasaki Dockyard” per il settore degli aeroplani. La nuova divisione della società nipponica non si occuperà dei soli modelli civili ma anche dei veicoli destinati all’aviazione militare. Il primo esemplare di bombardiere pesante (interamente in metallo) è del 1926. Grandi successi datati 1934 si registrano per il marchio giapponese in due campi: quello dei trasporti con il record di 1500 locomotive a vapore prodotte e in quello dell’aviazione militare con il modello KI-10 (denominato in seguito con la sigla ‘Caccia 95’). Successi che consolideranno il suo potere nel Ministero dei Trasporti e anche nel settore della Difesa militare.

Gli anni del Secondo Conflitto Mondiale

L’entrata in guerra dell’Impero del Sol Levante nei primi giorni del dicembre 1941 cambiò radicalmente i piani produttivi ed economici di molte industrie, compresa la Kawasaki. Durante il periodo bellico le forze produttive civili del Paese furono riconvertite nella produzione di armamenti militari come ad esempio munizioni e veicoli corazzati. Durante il periodo bellico, la Kawasaki s’impegnerà nella produzione dei bombardieri ‘Type-99’ e dei caccia ‘Ki-61’. L’impegno bellico durerà fino al 1945, quando a causa dei danni subiti agli impianti di produzione durante i bombardamenti statunitensi, tutto sarà fermato.

La Kawasaki delle motociclette prenderà forma nel 1952 con la produzione del primo motore per moto, il KE-1. Neppure tre anni dopo si passerà al KB-5 prodotto nello stabilimento di Kobe della Kawasaki Aircraft Company. Un motore con una coppia reattiva ai bassi e medi regimi che sarà montato sul primo modello di motocicletta. Modello che però non porterà il nome della casa madre ma di una società satellite: Meihatsu 125-500. L’anno successivo è la volta del modello Meihatsu 125 Deluxe con una versione migliorata del motore KB-5. La Meihatsu 125 Deluxe stabilirà un record di velocità massima per la sua categoria, inoltre, si dimostrerà un modello molto affidabile. In uno speciale test, riuscirà a percorrere 50mila chilometri senza rompersi. La strada per l’Olimpo del motociclismo internazionale è oramai segnata. Siamo nel 1957 quando esce il terzo modello di motore, il KB-5° che avrà impresso sul di un lato il logo della casa madre.

Quando però la Kawasaki diventerà la Kawasaki delle due ruote? Nel 1960. In quell’anno, infatti, la Kawasaki acquista la Megero Motorcycles e realizzando una fabbrica nuovissima dedica esclusivamente alla produzione di motociclette. Il primo modello a logo Kawasaki sarà la 125 Ace. Il trampolino di lancio per i modelli della casa nipponica sarà il motocross. Nei primi anni ’60 la B8M (Red-Tank Furore) trionfa nelle prime sei posizioni del torneo di motocross della Prefettura di Hyogo, facendo guadagnare alla moto e alla casa madre una discreta reputazione all’interno del circuito delle corse da motocross. La Kawasaki Racing è la divisione sportiva del brand giapponese molto attiva nelle diverse competizioni internazionali a due ruote. Le prime apparizioni le troviamo a partire dal Gran Premio Motociclistico del Giappone dl 1965 ma solo dall’anno successivo la sua presenza sarà più continua.

Nel 1966 vediamo la Kawasaki impegnata nella competizione Classe 125 cc con Toshio Fujii pilota ufficiale. I risultati ottenuti in quell’anno non furono soddisfacenti, anzi fu un disastro su tutta la linea. Non solo non riuscirono a conquistare punti validi per la classifica generale ma durante il Tourist Trophy perse la vita, il loro pilota Toshio Fujii. Nonostante gli scarsi risultati ottenuti, l’anno successivo si presentarono in due categorie: Classe 125 cc e Classe 250 cc con il britannico Dave Simmonds come suo pilota di punta ma i risultati iniziarono ad arrivare solo dal Motomondiale del 1969, dove ottenne il titolo Piloti Classe 125 cc per il pilota britannico Dave Simmonds grazie anche a ben 8 vittorie ottenute nei singoli Gran Premi. Se le altre grandi case giapponesi avevano deciso di ridurre il loro impegno nelle competizioni motociclistiche, la Kawasaki continuò nella direzione opposta e dopo la consacrazione del 1969 ci furono il ‘poker’ nella Classe 150 cc e la ‘cinquina’ nella Classe 350 cc. Dal 1978 al 1981 la Kawasaki conquisterà il titolo costruttori del Campionato del mondo FIM nella Classe 125 cc. Mentre dal 1978 al 1982 dominerà quella da 350 cc. Grazie al trio di piloti: Kork Ballington, Gregg Hansford e Anton Mang che gareggiarono in entrambe le categorie di gara.
Negli anni successivi il mito della casa nipponica nel mondo del motociclismo si andò sempre di più consolidando non solo in Giappone ma anche all’estero. Trasformando il marchio Kawasaki in un sinonimo di motociclette. Ma quello che la rende unica, oltre alle sue motociclette e vittorie è la sua versatilità nella ricerca di nuove produzioni. Una multinazionale che spazia dai progetti internazionali su larga scala fino alla quotidianità.

Ultima modifica: 16 Dicembre 2020