Visionario, folle, imprenditore spietato, ecologista sognatore, Elon Musk divide. Sempre e comunque. E la scorsa notte non ha fatto eccezione. L’uomo più ricco del mondo – trono che si è ripreso lunedì, dopo aver subito il sorpasso da parte di Bernard Arnault (CEO di LVMH) nel dicembre scorso – era atteso al varco all’Investor Day svoltosi ieri notte ad Austin, in Texas. Le reazioni alle 4 ore di presentazione in diretta streaming? Miste. Di sicuro si festeggia in Messico.
Dopo mesi di speculazioni, praticamente già confermate dal presidente Andres Manuel Lopez Obrador poche ore prima dell’evento, Musk ha subito fugato ogni dubbio. «E’ la dichiarazione più importante che faremo oggi – le parole del miliardario – siamo felici di annunciare che costruiremo una Gigafactory in Messico. E, voglio che sia chiaro, non abbiamo alcuna intenzione di spostare attività produttive. Non si tratta di una sostituzione ma di un ampliamento globale». Una puntualizzazione che è andata subito a placare alcune voci che si rincorrevano e paventavano un abbandono della sede di Fremont, in California, in vista di soluzioni più low cost.
La sede messicana, che sarà ubicata a Monterrey, capoluogo dello Stato del Nuevo León, nel Messico nord-orientale, parte già con grandi ambizioni: dai 5.000 ai 6.000 posti di lavoro per quello che dovrebbe diventare «il più grande impianto di veicoli elettrici al mondo».
Il nuovo obiettivo: ridurre i costi del 50%
«Siamo all’Investor Day ma non voglio che si parli solo di chi ha investito in Tesla, ma di chiunque stia investendo nel nostro pianeta, la Terra» Elon Musk non ha voluto usare mezzi termini e ha reso subito ben chiaro il cuore della presentazione. «Dobbiamo muoverci verso un’economia sostenibile e deve essere fatto in questi anni».
In concreto, il primo obiettivo sarà l’abbattimento dei costi di produzione. Si è parlato di una percentuale notevole, il 50%, senza però dare alcuna tempistica di attuazione. Sul come arrivarci è stato dato qualche dettaglio in più dagli ingegneri che si sono alternati sul palco durante la diretta streaming. Si punta su nuovi processi produttivi, più snelli (usando meno pezzi ma più grandi in fase di assemblaggio), software e microchip in grado di gestire in modo più efficiente la supply chain, meno fasi di verniciatura.
La Model 2 ancora non pervenuta e i dubbi degli investitori
Già nel 2020 Elon Musk parlava dell’imminente lancio di un’auto più abbordabile in termini di costi, ipotizzando un prezzo di vendita attorno ai 25.000 dollari. Al momento la famigerata Model 2 rimane ancora un sogno. Un problema per gli investitori che chiedono a gran voce l’introduzione di nuovi modelli per rispondere alla concorrenza di Hyundai, Volkswagen e Ford che, al contrario, hanno saputo presentare sul mercato nuove alternative.
General Motors ha in programma di inserire nel parco macchine tre nuovi modelli proprio quest’anno, in primis una nuova versione della Chevrolet Equinox crossover il cui costo dovrebbe aggirarsi attorno ai 30.000 dollari. Ci si aspettava anche un annuncio riguardo alla tecnologia usata per le batterie, uno dei punti di forza di Tesla che garantisce miglior durata e miglior velocità di ricarica rispetto a quasi tutti i competitor. Ma, anche in questo caso, c’è stata solo delusione.
Da molti la presentazione di ieri era percepita come una risposta anche all’acquisizione di Twitter dello scorso anno, che è stata considerata come una “distrazione” di Musk dal settore auto. In Cina, BYD ha superato Tesla nelle vendite, e, ora, la compagnia sta puntando con forza al mercato tedesco e di altri Paesi europei. A domanda diretta, Musk ha passato la palla a Tom Zhu, presidente di Tesla Cina e suo vice. «Finché Tesla offrirà buoni prodotti a prezzi ragionevoli non ci saranno problemi. Non sono particolarmente preoccupato riguardo alla Cina». Parole rassicuranti, ma la concorrenza che avanza, le risposte che mancano e le altre “sirene” (leggasi Twitter) addensano più di una nuvola sul futuro. A Elon Musk il compito di spazzarle via.
Ultima modifica: 2 Marzo 2023