In una nota congiunta, Faib/Aisa Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio annunciano che la chiusra riguardera’ gli impianti sia di viabilita’ cittadina che sulla rete autostradale. <<E’ l’unica risposta possibile – sottolineano i sindacati – all’atteggiamento irresponsabile di un governo che si prepara a trasformare in legge un provvedimento che cancella una intera categoria di lavoratori, sfascia una rete distributiva strategica per il Paese e che assicura da sempre capillarita’ e servizio alla comunita’, inganna i cittadini ed i consumatori mistificando sulle reali ragioni e futuri effetti della sua iniziativa>>. Tutto questo, aggiungono, <<al solo scopo di speculare sulla propaganda alimentata annunciando fasulli ribassi dei prezzi della benzina, per rimontare la palese perdita di credibilita’ e di consenso tra la gente, i lavoratori, la collettivita’.

Dietro parole feticcio – liberalizzazione, consumatori, concorrenza – questa classe dirigente pasticciona e poco preparata prova a nascondere i consueti giochi di potere, questa volta finalizzati a favorire gli ‘amici’ e portare in dote alla grande distribuzione organizzata una consistente fetta della torta di un mercato che per i gestori vale 35 millesimi di euro al litro ed uno stipendio per sopravvivere, ma che per loro costituisce l’obiettivo di un fatturato complessivo di oltre 40 miliardi di euro ogni anno>>.
Nella nota viene anche stigmatizzato <<il degrado di una politica, priva di idealita’ e progetto, indifferente alle conseguenze devastanti sulla vita dei cittadini, tesa esclusivamente alla conservazione dei propri individuali privilegi e di reali e tangibili rendite di posizione, appare ai nostri occhi in tutta la sua drammatica evidenza>>.
In questo quadro, conclude il comunicato, <<appare assolutamente funzionale al disegno del governo ed al rafforzamento del controllo sociale, l’atteggiamento che stanno assumendo le compagnie petrolifere, disponibili a spartire mercato e profitti con la grande distribuzione e pronte a conculcare persino i diritti contrattuali dei gestori, facilitando l’espulsione della categoria. Anche per queste ragioni, oltreche’ per difendere democraticamente lavoro e diritti legittimi, i gestori intendono, attraverso le agitazioni e le chiusure proclamate, gridare forte la propria opposizione e indisponibilita’ ad arrendersi a questi atteggiamenti protervi e prepotenti. Confidando nel fatto di poter contare sulla comprensione e la solidarieta’ di una larghissima parte della popolazione che, di volta in volta, appare sempre piu’ costretta a difendersi>>.

Ultima modifica: 16 Novembre 2017