Vanno bene gli eco-incentivi Ma pensiamo anche alla sicurezza

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 Ex pilota di Formula 1 (Tyrrell, March, Ferrari,Jordan) e’ nato a Milano il 24 maggio del 1963. Il suo esordio in Formula 1 e’ del 1985, l’ultimo gran premio nel 1993. Capelli e’ rimasto nel mondo dei motori collaborando con Maserati e con Aci per la sicurezza.Commenta i Gp di Formula 1 per Rai Uno con Gianfranco Mazzoni, e’ amministratore unico di Motivegeeks Labs, societa’ operante nel mercato ITS per identificazione, tracciamento di persone, auto e camion

{{IMG_SX}}Il mondo dell’auto deve cambiare. Sono di questi giorni gli incentivi che pero’ parlano sono di consumi e inquinamento, ma non di sicurezza?
E’ vero. Io credo molto, come ex pilota di Formula Uno che sia necessario indirizzare i nuovi concetti nel lanciare una nuova vettura in termini di sicurezza. E’ un plus molto importante che molti si ricordano solo nel momento di grave incidente. Bisogna fare di tutto per prevenire.
Quando e come e’ necessario iniziare?
Dalla scuola. Ma non quando i ragazzi sono in eta’ per prendere il patentino per la scooter. E’ necessario iniziare dalle elementari. Molti non riflettono sul fatto che i ragazzi che prendono una bicicletta e si inseriscono nel traffico di tutti i giorni dovrebbero essere istruiti sul comportamento da tenere. I giovani ciclisti fanno parte del settore traffico e quindi la scuola deve dare gia’ alle elementari i primi messaggi su come comportarsi a cominciare dalla bici. Ragazzi che un giorno saranno scooteristi e poi automobilisti.
Ma i ragazzi oggi sanno tutto sul mondo dei motori.
Non e’ vero. Ti faccio un esempio. Nei corsi che ho seguito con l’Aci indirizzati ai giovani posso affermare che questi ragazzi che sanno tutto sui modelli e sulle potenze, non sanno che differenza passa fra sicurezza attiva e sicurezza passiva. Ma credo che anche molti automoblisti non lo sappiano. Bisogna cominciare da giovani ad istruirli.
Passando alla realta’ questo cosa significa?
Sappiamo dalle indagini che i guidatori in caso di emergenza e che non conoscono alla perfezione i dispositivi e i comportamenti della vettura hanno il 50% di fare una manovra giusta. Purtroppo il restante 50% non sa cosa fare in casi di emergenza ed ecco che lo scoprono quando e’ troppo tardi.
Il governo non dovrebbe obbligare le Case e tutto il comparto auto a investire e dare contributi a chi riesce a fare di piu’ in termini di sicurezza. A cominciare da fare brevi corsi alla consegna della vettura.
Devono essere fatti molte cose in questa direzione. Ma piu’ delle case e dei concessionari deve intervenire il Governo con una riforma seria per il rilascio della patente. Oggi chi arriva a prendere la patente ha pochi chilometri sulle spalle e spesso fatti solo ed esclusivamente in citta’ dove e’ ben piu’ difficile trovarsi in emergenza. Con una diversa impostazione si dovrebbe insegnare a chi prende la patente ad utilizzare al meglio i dispositivi di sicurezza che oggi troviamo in tutte le auto. Anche quelle di basso costo. Parlo di Abs, Esp etc.
C’e’ qualcosa che vorresti cambiare nei messaggi che arrivano dalle campagne delle Case.
Si. E’ uno slogan molto semplice che dice tutto. Basta con pubblicizzare il fatto che una vettura impiega tot secondi da 0 a 100. Sarebbe bene invece pubblicizzare quanto ci mette da 100 a zero. Capito?
Quindi credi nell’importanza dell’elettronica per avere vetture sempre piu’ sicure? A cominciare dalla famosa scatola nera?
E’ un argomento che mi sta veramente a cuore. Dopo tanti anni di esperienza in Formula Uno ho capito l’importanza della telemetria. A parte il nome che non condivido io credo che se l’automobilista sa di essere sotto controllo momento per momento, in caso di incidente, avra’ un comportamento piu’ rispettoso del codice della strada!
A proposito di strade. Che influenza hanno le infrastrutture in questo sistema?
Sono anni che giro il mondo e devo purtroppo constatare che le nostre strade sono fra quelle meno sicure al mondo. Basta pensare che abbiamo ancora i guard rail che vanno bene per le auto ma sono mortali per i motociclstici. In questo campo bisogna recuperare il gap che l’Italia ha nei confronti dell’Europa e di tanti altri paesi del mondo.

Ultima modifica: 16 Novembre 2017