Il mondo dell’automobile è entrato nell’era dell’accelerazione. Tra i protagonisti della trasformazione c’è il gruppo cinese Chery Automobile, che con il marchio Omoda si prepara a sbarcare con forza sul mercato europeo. Il prossimo grande passo è la nuova Omoda 4, evoluzione di un progetto noto fino a poco tempo fa come “Omoda 3”.
Il cambio di denominazione non è puramente cosmetico: è la manifestazione di un’ambizione chiara: uscire dall’ombra del “made in low cost” e competere sul terreno delle scelte intelligenti e delle soluzioni convincenti.

Omoda 4, un progetto pensato per l’Europa
La Omoda 4 deve essere vista come il simbolo di una strategia ben definita. Il marchio Omoda nasce come brand globale di Chery, destinato ai mercati internazionali fuori dalla Cina e orientato verso un pubblico che cerca stile, tecnologia e prezzo competitivo. In Europa, questo significa saper calibrarsi fra le aspettative dei clienti – qualità, dotazioni, sicurezza – e il vantaggio competitivo del prezzo.
Con una lunghezza di circa 4,42 metri, la Omoda 4 si posiziona nel segmento crossover urbano-compatto, un ambito strategico: abbastanza maneggevole per l’uso cittadino, ma con l’immagine e le proporzioni da SUV per attirare attenzione. Il linguaggio stilistico è definito “Cyber Mecha”, evocazione dei robot dei manga giapponesi, e si traduce in superfici tese, prese d’aria geometriche, fari sottili a firma luminosa e un aspetto complessivo che vuole essere più grintoso dei modelli Omoda 5 e Omoda 9. Dettagli come un pulsante d’avviamento protetto da sportellino rossorichiamano addirittura l’universo delle supersportive.

Interni e dotazione: il “look tecnologico”
All’interno, l’abitacolo della Omoda 4 sembra pensato per comunicare immediatezza e modernità: volante multifunzione a tre razze, strumentazione digitale dietro al volante, grande display verticale centrale per l’infotainment, superfici con linee angolate e una plancia che rispecchia il taglio estetico esterno. Non mancano accorgimenti simbolici piuttosto che funzionali, come lo sportellino rosso citato prima, che sottolinea l’intenzione del marchio di rivolgersi a utenti più giovani e appetiti verso prodotti “cool”.
Sebbene non tutti i dati tecnici siano ancora ufficiali per la versione europea, nelle comunicazioni viene indicato un bagagliaio di circa 350 litri. Il marchio sottolinea che, pur rimanendo in una fascia di lunghezza compatta, lo spazio a bordo e la qualità percepita devono funzionare come elementi distintivi.
Omoda 4, gamma motori: benzina, full hybrid e oltre
Uno dei pilastri della futura offerta è la combinazione di motori pensati per un momento di transizione: la Omoda 4 arriverà inizialmente con propulsori benzina e full hybrid. In dettaglio, la variante full hybrid è indicata con una potenza totale di 204 CV, frutto dell’abbinamento fra un 1.5 benzina da 142 CV e un motore elettrico da 135 CV (dato dichiarato da fonti nella versione ancora non europea). Successivamente, arriveranno versioni plug-in hybrid e 100% elettrica: quest’ultima è annunciata con batteria da 67 kWh e autonomia dichiarata di circa 400-450 km (dato cinese) nel ciclo locale.
Questa strategia motori mostra che Omoda non punta esclusivamente sull’elettrico “a tutti costi”, bensì su una transizione graduale che permetta al cliente europeo di scegliere secondo le proprie necessità e infrastrutture locali.

Omoda 4, prezzo e posizionamento: la scommessa europea
Una delle chiavi per valutare il successo della Omoda 4 sarà il prezzo di ingresso. Si parla di partenza da circa 20.000 euro (dato indicativo) per le versioni d’ingresso. In un mercato dove molti SUV compatti avviano da livelli ben superiori, questa proposta rappresenta un forte vantaggio competitivo — se la qualità e dotazione risultano convincenti.
Da parte nostra, crediamo che il marchio debba però riuscire a far percepire la nuova Omoda 4 non solo come “economica”, ma come “intelligente”. Qualità costruttiva, rete di assistenza, affidabilità, dotazioni standard – sono tutti elementi che devono confermare il valore promesso.
Le sfide sul tavolo
Sebbene il potenziale sia chiaro, vanno considerate alcune sfide reali. Prima di tutto, il capitale fiducia: il pubblico europeo ha storicamente dato credito alle case con storia consolidata, e introdurre un marchio relativamente nuovo richiede trasparenza e concretezza. Serve una rete assistenza capillare, garanzie solide, e materiali/dotazioni all’altezza.
In secondo luogo, la competizione: i SUV compatti ibridi o elettrificati stanno diventando sempre più numerosi da importanti marchi europei, giapponesi e coreani. Omoda dovrà offrire qualcosa in più (design, dotazioni, rapporto qualità/prezzo) per emergere.
Infine, il brand positioning: diventare un “brand smart” o “brand giovane” è un posizionamento che va gestito con coerenza, altrimenti il rischio è rimanere “economici” ma poco desiderabili. Noi crediamo che Omoda abbia tutte le carte per bilanciare bene, ma la strada è ancora aperta.
La Omoda 4 rappresenta una delle mosse più interessanti nel panorama delle auto da vicino 2026 proprio perché incarna tre tendenze chiave: la corsa all’elettrificazione/ibridizzazione, l’espansione delle marche cinesi in Europa, e la ricerca di nuove leve (giovani, sensibilità design-tech) nel mercato SUV urbano-compatti. Se farà bene, potrebbe cambiare la percezione del “marchio cinese accessibile” diventando “marchio accessibile ma desiderabile”.
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Ultima modifica: 20 Ottobre 2025




