Tomasi Auto, usate recenti, ovvero la risposta concreta al caro auto e al parco vecchio

di Luca Talotta

Tomasi Auto rappresenta una via indipendente all’usato di qualità. Chi vuole comprare un’auto nuova in Italia oggi si scontra con un muro. Dal 2015 al 2025 il prezzo medio delle vetture di segmento B e C è aumentato di oltre il 30%, mentre i salari nello stesso periodo sono cresciuti di appena l’8%. Risultato? Se dieci anni fa servivano circa cinque mensilità per acquistare un’auto, oggi ne occorrono quasi otto.

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Come se non bastasse, nel 2025 sul mercato italiano esiste un solo modello nuovo sotto i 15.000 euro. Una follia per un Paese che vive ancora di utilitarie, dove migliaia di famiglie hanno bisogno di una vettura affidabile ma non hanno la possibilità di indebitarsi per decenni. E gli incentivi? Troppo pochi, troppo complicati, e destinati quasi sempre a chi può permettersi già il nuovo.

Parco circolante vecchio e insicuro: i numeri che fanno paura

Il nostro parco circolante è fra i più vecchi d’Europa: età media 13 anni, con un 25% di veicoli ancora Euro 0-4. Questo significa più incidenti per carenze di sicurezza, più emissioni nocive e più spese in manutenzione.

Nonostante i proclami sulla transizione ecologica, il Governo non ha varato un piano strutturale per svecchiare le auto italiane. Le ZTL e le limitazioni alla circolazione penalizzano chi ha meno possibilità economiche, senza offrire una reale alternativa. È un’ingiustizia sociale: chi non ha risorse rimane costretto a guidare auto obsolete, costose e inquinanti.

L’usato recente come soluzione sostenibile

Ecco perché l’auto usata recente diventa una scelta strategica. Non è più il ripiego di chi non può permettersi il nuovo, ma l’opzione intelligente per chi vuole qualità, sicurezza e sostenibilità senza dissanguarsi.

Un usato di due o tre anni offre:

  • tecnologie moderne (ADAS, infotainment, motori efficienti);
  • minori emissioni rispetto alle vecchie Euro 3 o Euro 4;
  • prezzo dimezzato rispetto al nuovo;
  • disponibilità immediata, senza mesi di attesa.

Le famiglie italiane lo hanno capito: nel 2024 i passaggi di proprietà dell’usato hanno superato i 3 milioni, in crescita di oltre l’8%. Nel 2025 il trend è in ulteriore rialzo.

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Tomasi Auto e la via indipendente all’usato di qualità

In questo scenario spicca l’esperienza di aziende come Tomasi Auto, che ha appena inaugurato un nuovo showroom a Milano. Non una semplice concessionaria, ma un hub dedicato all’usato certificato e multimarca.

Tomasi Auto rappresenta bene ciò che serve oggi:

  • indipendenza dai vincoli dei costruttori, per proporre solo ciò che conviene al cliente;
  • Centro di Ripristino interno, unico in Italia, per controllare e certificare ogni veicolo;
  • varietà di gamma, dalle utilitarie ai SUV, fino ai veicoli commerciali.

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Ogni mese l’azienda rottama decine di auto Euro 0-4, sostituendole con veicoli più sicuri e meno inquinanti. Un impegno concreto che mostra come l’usato possa davvero essere un alleato della sostenibilità.

Una mobilità più equa è possibile

Non possiamo continuare a ignorare il problema. Per svecchiare davvero il parco circolante e ridurre emissioni e incidenti servono politiche serie:

  • incentivi mirati anche all’usato recente certificato;
  • obbligo di trasparenza sullo stato delle auto usate;
  • finanziamenti accessibili per chi non può permettersi il nuovo;
  • incentivi alla rottamazione delle auto ante-Euro 4.

Solo così si può dare respiro alle famiglie, ridurre l’inquinamento e offrire a tutti una mobilità più equa. Senza scelte concrete, la transizione ecologica rimarrà uno slogan buono solo per le conferenze stampa.

Il mercato dell’usato recente è la vera risposta alla crisi della mobilità italiana. Le auto nuove sono diventate un lusso, mentre l’usato certificato rappresenta una soluzione concreta, sostenibile e immediata.

Chi, come Tomasi Auto, lavora per rendere l’usato un’alternativa affidabile, svolge una funzione sociale prima ancora che commerciale. Ma senza un cambio di passo da parte della politica, il rischio è che siano ancora una volta gli automobilisti a pagare il prezzo più alto.

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Ultima modifica: 19 Settembre 2025