Ferrari non è solo un’auto, un nome, una fabbrica di sogni. È un archetipo, al di sopra di tutto. Arduo abbinare un mito, che va oltre il prestigio e le vittorie, a qualsiasi cosa. Difficile reggere il parallelo, possibile per Massimo Bottura e la sua Francescana Family, dal 2021 al volante de il Cavallino.
Incastonato di fronte alla sede dell’azienda, il locale che dal 1950 per quasi quattro decadi è stato il bureau all’ora di pranzo per Enzo Ferrari. Storia.

Con il bastone del comando di Bottura, sempre profeta in patria modenese, coadiuvato sul campo dai due fedelissimi resident chef, Riccardo Forapani, altro modenese doc uno dei pretoriani della Osteria Francescana, e dalla canturina Virginia Cattaneo, il cambio di passo è reale. E coinvolgente.
Il Cavallino riesce in una performance speciale, cruccio di molti ristoranti di alto livello. Soddisfa su tutti i fronti.
Gratificando le aspettative e le esigenze dei cultori dell’universo Ferrari, che si aspettano la tradizione dai Tortellini del Tortellante al Gnocco Fritto, puro edonismo da tavola emiliano.
E riuscendo a esprimersi al meglio anche nell’alta cucina.

Il tocco magico è quello del menu Supercars, di nome e di fatto, che evoca lo zenit proprio come le fuoriserie di Maranello. Più ardito rispetto al precedente menu Granturismo: ma chi vola, vale.
Summa di qualità estreme, come le sportive assolute, che richiamano la tradizione in chiave attuale e al contempo rappresentano il trampolino più prossimo per il futuro.
Chi scrive ha avuto l’occasione di testare, letteralmente, nelle due differenti offerte, il completo arsenale del Cavallino, ottanta coperti con un servizio competente e molto affabile.
Cavallino e Centro Stile Ferrari, storia e futuro
Chef Riccardo Forapani racconta con entusiasmo in tale avventura fuori dall’ordinario, il menu Supercars, evocando sei icone assolute del Marchio, è stato concepito con la fonte più diretta possibile.
Il Centro Stile Ferrari: nella persona Flavio Manzoni, il chief design officer di Ferrari. «È stata un’esperienza straordinaria – spiega – un confronto autentico con personalità di altissimo profilo. Il nostro lavoro al ristorante segue la stessa filosofia che guida Ferrari nella creazione delle sue vetture», prosegue Forapani.

«Al Cavallino rileggiamo la tradizione con spirito analitico, senza indulgere alla nostalgia, per accompagnarla verso il domani. In cucina, come nel mondo dell’ingegneria, è una questione di armonia tra eredità e avanguardia: cogliere l’eccellenza del passato e rilanciarla con consapevolezza e creatività ».
Ed è proprio così che arrivando sul tavolo nomi di modelli arcinoti e idolatrati, che prima allargano il sorriso e poi esaltano il palato.

Da 288 GTO, ostrica alla brace con gelatina di pomodoro e ciliegie, spuma di mozzarella e basilico, a F40, animella, fondo piccante, prugne, aglio nero e mostarda di limone.
Da F50, linguine di Gragnano, astice grigliato e la sua bisque, salsa al prezzemolo e gel di limone, a Enzo, tortellini di anguilla, dashi, Parmigiano Reggiano e uva Grasparossa.
Da LaFerrari, storione, peperone, fondo di carne, nero di seppia e Caviale Oscietra Calvisius, a F80, piccione, cipollotto, rabarbaro, rosa e abete rosso.
Chiude un dessert che non potrà mai sbagliare, la Speedform silhouette di bolide venturo. Un tripudio di forme e gusto sulla bandiera a scacchi al Cavallino con zabaione, aceto balsamico e marasche.

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Ultima modifica: 23 Giugno 2025




