Ennesima stangata sull’auto Ora e’ davvero troppo

 

 

 

Roma, 19 agosto 2011 – L’ennesima stangata fiscale che ha colpito gli automobilisti italiani coincide con la caduta verticale delle vendite di vetture nuove sul nostro mercato e c’e’ da chiedersi fino a che punto questa amara medicina sia destinata a risanare il malato o, come sostengono gli esperti, a soffocarlo in maniera definitiva.

Non si comprende il senso dell’ “accanimento terapeutico” da parte del Governo, dal momento che in questo settore non c’e’ la possibilita’ di evadere e tutto e’ sotto la luce del sole. Forse e’ proprio per questa ragione che l’anno scorso la pressione fiscale sulle “quattro ruote” ha fatto incassare allo Stato 67,8 miliardi di euro. Il 16,6% sul gettito totale, come denuncia l’Anfia, l’Associazione dei produttori di veicoli della Penisola. Non bastasse, e’ arrivato il superbollo che punisce le auto di potenza superiore ai 225 kW e che produce entrate per 65 milioni di euro. Poi, attraverso il federalismo fiscale che ha trasferito l’imposta sull’RC Auto dallo Stato alle Province con la possibilita’ (per le Regioni) di aumentare fino a 3,5% l’aliquota del 12,5 fissata per legge. Dalle tasche dei “soliti noti” sono volati via altri 20 milioni di euro. A questi si sono aggiunti i circa 3 miliardi prodotti dalle accise sui carburanti che hanno subito tre aumenti in pochi mesi come forma di solidarieta’ e di sostegno per altri settori come lo spettacolo, il cinema e le spese per l’afflusso dei clandestini dal Nord Africa che con il prezzo alla pompa avrebbero ben poco a che vedere.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso pero’ e’ stata la modifica dell’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) che prima si pagava in misura fissa (181 euro fino a 53 kW di potenza) ed ora invece e’ diventata progressiva con rincari che possono arrivare all’80%. Ultima “perla” il ritocco della tassa sui ricorsi (34 euro) per le multe da pagare: ora quando ci si presenta davanti al giudice di pace ne occorrono 37.

Il “prelievo fiscale” per gli automobilisti italiani assomiglia ad una piovra che allunga i suoi tentacoli su altre innumerevoli voci di spesa: dai lubrificanti alla manutenzione, dalle riparazioni ai ricambi, agli accessori, alle gomme, ai pedaggi autostradali, alle assicurazioni, alle contravvenzioni. Altro che stangata: assomiglia di piu’ ad una crociata sul tipo di quella tentata piu’ volte contro i Suv. In queste condizioni il rischio reale e’ di stimolare la rinuncia generalizzata all’auto da parte della clientela (anche per via della crisi economica) nonostante gli sforzi che l’industria del settore sta moltiplicando per arrivare al veicolo che non inquina.

Ultima modifica: 16 Novembre 2017