Carenza di chip, strascichi della pandemia di Covid-19, scarsità di materie prime a causa del conflitto in Ucraina: questi sono i tre flagelli che stanno mettendo a dura prova l’industria automobilistica (e non solo) ormai da molti mesi. E sono appunto le principali ragioni per le quali Toyota sembra aver deciso di rimettere mano al rialzo ai suoi listini, in modo particolare a quelli dedicati al mercato europeo e a quello statunitense.
Del resto la casa giapponese ha recentemente dovuto ridurre le proprie previsioni di vendita globali, sempre per le ragioni già elencate, da 8,55 milioni a 8,25 milioni di veicoli per l’attuale anno fiscale (terminerà il 31 marzo 2023).
Sono esemplari anche altri numeri pubblicati da Toyota: durante il trimestre luglio-settembre 2022 l’azienda ha registrato una diminuzione dell’utile operativo del 25%, mentre il margine di profitto operativo è sceso al 6,1% dal 9,9% dello scorso anno. Anche l’utile netto è calato, esattamente del 32%. Nel mercato nordamericano Toyota ha anche registrato una perdita operativa di 24,9 miliardi di yen (circa 171 milioni di euro) e in Europa di 77,2 miliardi di yen (530 milioni di euro).
Non sembra strano dunque che Toyota stia pensando a un ritocco ai prezzi. “Ci stiamo davvero scervellando nel tentativo di trovare il livello di prezzo appropriato”, dice Jun Nagata, capo della comunicazione di Toyota. Secondo Nagata, la casa automobilistica giapponese ha intenzione di mantenere le variazioni di prezzo al minimo, per continuare a soddisfare le aspettative dei clienti.
Ultima modifica: 2 Novembre 2022