Motor Valley, una terra che va di corsa

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«La bellezza unisce le persone», è il messaggio che accoglie e accompagna tutti i visitatori del Padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai.

La bellezza le incanta, anche quando ha le forme eleganti di una Ferrari Portofino, di una Maserati Ghibli, della Lamborghini Aventador, della desideratissima Huayra Pearl o della nuovissima DesertX , la prima moto maxi enduro della Ducati: sono tutti gioielli della Motor Valley, quel territorio – fra Modena, Bologna e Parma – dove si concentrano le case motoristiche più famose al mondo, con un indotto che coinvolge 16.500 imprese per oltre 66 mila addetti, il 10 per cento dell’intera filiera nazionale e un export da 5 miliardi di euro.

Ducati DesertX

«Nella nostra terra il genio, la concretezza e la manualità hanno portato a costruire storie che sono veri e propri miracoli», ha esordito Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, che all’Expo Dubai ha messo in vetrina una terra «dove il rombo dei motori fa battere più veloci i cuori» e «dove ogni seme fiorisce nel gusto».

Dalle auto veloci allo slow food, la Motor Valley sfreccia a Dubai
Stefano Bonaccini

Insomma, una «valley of eccellence» dove i motori si abbinano alle prelibatezze del cibo, con una miriade di prodotti Dop e Igp: anche nell’anno della pandemia, il valore della produzione agricola della Food Valley ha continuato a crescere (4,5 miliardi di euro, +8%) e l’export agroalimentare ha rappresentato il 16% di quello nazionale.

L’Emilia Romagna si colloca al primo posto per il valore della produzione di Dop e Igp alimentari (3,1 miliardi di euro, oltre il 40% del valore nazionale) e al settimo in quello vitivinicolo (448 milioni, +13,4%). Il debutto della missione regionale a Dubai è avvenuto proprio al Padiglione Italia che vede la Maserati fra i partner principali.

Da subito l’Emilia Romagna ha colto l’opportunità di affacciarsi all’Expo negli Emirati Arabi: «Abbiamo promulgato bandi regionali per consentire alle imprese di proporsi in uno dei luoghi dove l’innovazione corre più veloce», ha detto il governatore Bonaccini. «L’Emilia Romagna è l’emblema della multidisciplinarietà delle competenze su cui si fondano innovazione e sostenibilità, il tema di fondo su cui abbiamo impostato il padiglione», ha sottolineato Paolo Glisenti, commissario generale dell’Italia all’Expo Dubai.

Il prestigio della Motor Valley è indiscusso, e si basa soprattutto su «people e passion», sulla passione di persone senza le quali nulla avrebbe potuto esistere, come hanno ricordato anche i responsabili di grandi case motoristiche, Tim Bravo per la Lamborghini o Francesco Milicia per la Ducati, inaugurando la mostra di supercar e superbike mozzafiato ai piedi del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo.

Non a caso la Motor Valley – con 15 musei specializzati, 16 collezioni private, 4 autodromi – è divenuta anche uno straordinario prodotto turistico capace di richiamare un milione e 800mila visitatori.

E agli eventi del 2022 (il Gp di Formula 1 a Imola, il MotoGp e il Mondiale Superbike a Misano Adriatico, così come la Motor Valley Fest a Modena dal 26 al 29 maggio, in concomitanza con la fiera Autopromotec a Bologna, dal 25 al 28 dello stesso mese) si affida anche una rombante ripartenza.

Ora la sfida è proiettare la Motor Valley nella transizione ecologica e digitale, farla diventare una E-Valley, dove si studiano e si sviluppano anche i nuovi motori elettrici. «Dobbiamo prima di tutto formare le competenze», dice Bonaccini. Il futuro è nel talento dei giovani ingegneri della Muner, la Motorvehicle University dell’Emilia Romagna, un progetto unico che vede insieme quattro atenei della regione (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara e Parma) e dieci fra le principali case motoristiche, per sette corsi di laurea magistrali di altissima specializzazione: «Il 90% di questi giovani trova lavoro subito dopo la laurea in imprese della filiera motoristica», rimarca Andrea Pontremoli, ad di Dallara e presidente Muner.

Al Padiglione Italia docenti e studenti della Motorvehicle University hanno presentato un’esperienza di realtà aumentata (a sinistra, nella foto sopra), con speciali visori che permettono di ‘sperimentare’ l’assemblaggio di un veicolo da corsa, ibrido o elettrico, verificandone anche la potenza del motore e le emissioni di rumore. Il futuro è anche nella capacità di mettere a disposizione strumenti, in particolare digitali, «e sarà fondamentale l’arrivo in Emilia Romagna del supercomputer che porterà la nostra regione a essere uno dei primi centri di calcolo al mondo», annuncia Bonaccini. Nella metropoli emiratina il governatore (insieme all’assessore al turismo Andrea Corsini) ha incontrato Khalfan Belhoul, ad della Dubai Future Foundation, l’organizzazione che punta a fare della città un crocevia dell’innovazione e della conoscenza: ne potranno nascere importanti collaborazioni, in particolare attraverso il Tecnopolo di Bologna.

La crescita dell’Emilia Romagna

E intanto dall’Italia sono arrivate le stime autunnali di Prometeia, secondo cui nel 2021 il Pil emiliano romagnolo crescerà del 6,5%, l’incremento più alto nel Paese, e nel prossimo anno si supererà il livello preCovid. Una Regione che va di corsa.

Stefano Marchetti

Ultima modifica: 13 Dicembre 2021