Il panorama automobilistico europeo è scosso da un evento di portata storica: per la prima volta da inizio anno, l’Italia ha superato la Francia nel numero di nuove immatricolazioni. Questo traguardo inedito, annunciato a Milano il 6 giugno 2025, emerge nonostante le persistenti difficoltà delle vendite di automobili nuove sul suolo italiano, e pone interrogativi profondi sulle dinamiche di mercato e, in particolare, sulle rigide politiche ambientali adottate dalla nazione transalpina.
I dati di un mercato in affanno, anche in Italia
L’Italia, sebbene abbia registrato un calo contenuto dello 0,5% nei primi cinque mesi del 2025 rispetto all’anno precedente, sconta ancora un tonfo significativo che supera il 20% se si confrontano gli attuali volumi con quelli antecedenti la pandemia del 2019. Tuttavia, la situazione francese appare decisamente più critica.
Secondo le elaborazioni della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), basate su dati della Plateforme automobile (PFA) e dell’Associazione dei Costruttori automobilistici europei (ACEA), la Francia lamenta una contrazione del 28% rispetto ai volumi pre-Covid-19. Questo scenario ha permesso al Belpaese di registrare oltre 722 mila nuove vetture da inizio anno, contro le poco meno di 673 mila francesi, creando un divario che si attesta intorno al 7% e che necessiterà di attento monitoraggio nei prossimi mesi.
L’influenza delle politiche ambientali francesi
La probabile chiave di lettura di questo sorpasso risiede nelle severe normative francesi che, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2), favoriscono in modo marcato i veicoli a zero emissioni – principalmente elettrici, ma non tutti – penalizzando aspramente le motorizzazioni tradizionali. Questo sistema, noto come bonus-malus écologique, fu introdotto già nel 2008 con l’intento di essere finanziariamente neutrale per le casse statali e di guidare l’evoluzione dell’industria automobilistica.
Negli anni, ha subito numerose trasformazioni: si è assistito a una riduzione degli incentivi e della platea di veicoli beneficiari, mentre è cresciuto esponenzialmente il valore delle sanzioni e il numero di automobili colpite. Antonio Sileo, direttore del programma di ricerca Sustainable Mobility della FEEM, evidenzia come tale impostazione abbia “stravolto l’offerta“, incontrando sempre meno le preferenze e le necessità dei consumatori. Le statistiche recenti lo confermano: da inizio 2025, le immatricolazioni complessive in Francia hanno subito una diminuzione dell’8,2%, e perfino il segmento delle sole vetture elettriche ha visto una flessione del 7,1%.
Questa dinamica solleva preoccupazioni significative, come sottolineato da Sileo. Se da un lato la vendita di un minor numero di automobili frena inesorabilmente il rinnovo del parco circolante – che, nel frattempo, non accenna a diminuire in Italia –, dall’altro rende più arduo l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti. Un quadro complesso che sottolinea come le politiche ambientali, pur lodevoli negli intenti, debbano necessariamente bilanciare le ambizioni ecologiche con la realtà del mercato e le esigenze dei cittadini.
Leggi ora: le news motori
Ultima modifica: 6 Giugno 2025