L’esclusiva Rolls-Royce Phantom V di John Lennon in mostra

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In mostra dal 29 luglio al 2 agosto a Londra l’esclusiva e psichedelica Rolls-Royce Phantom V appartenuta a John Lennon. Esposta alla casa d’aste Bonhams, in Bond Street, nel famoso quartiere londinese di Mayfair, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’album dei Beatles ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’ (1967) e in attesa dell’uscita della nuova generazione di Rolls-Royce Phantom.

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PSICHEDELIA E ACCESSORI
Quando il musicista l’acquistò, nel 1965, questa Phantom aveva un aspetto classico, seppur già esclusivo. Era nera, in livrea Valentine Black, con uno stile perfetto per un vip del calibro di Lennon. Ma l’eccentrico proprietario decise immediatamente di donarle un tocco personale speciale, con l’aggiunta di una serie di accessori fuori dall’ordinario, come per esempio un letto matrimoniale nella parte posteriore dell’abitacolo, un giradischi con impianto di amplificazione all’avanguardia, un telefono e un frigorifero.

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Due anni dopo, però, Lennon pensò bene di dover alzare l’asticella di personalizzazione, affidando la sua Phantom alla JP Fallon, una carrozzeria di Londra, che eseguì un lavoro di decorazione che fece entrare questo veicolo nei cuori dei fan dei Beatles e degli appassionati di auto da collezione. Ne venne fuori un mezzo dai toni psichedelici, verniciata in giallo e decorata con disegni floreali provenienti dalla tradizione gipsy. Un’estetica che richiamava chiaramente lo stile della copertina di ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’. Non è un caso che la Phantom, così agghindata, iniziò a girare per le strade londinesi proprio alcuni giorni prima dell’uscita del disco.

DA LONDRA AGLI USA, PASSANDO PER IL CANADA
John Lennon usò abbastanza spesso la sua Phantom V e quando, nel 1970, si trasferì negli Stati Uniti decise di portarla con sé. In America la macchina venne utilizzata anche dai Rolling Stones e da altri artisti (in prestito). La proprietà passò a Yoko Ono prima e al miliardario Jim Pattinson, che la tenne fino al ’77. In quell’anno la donò al Royal British Museum di Victoria, in Canada, dove è ora conservata.

Ultima modifica: 27 Luglio 2017

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