Lamborghini, il lavoro è benessere «Operai attenti a emozioni e sonno»

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Per molti imprenditori investire sul benessere dei propri dipendenti sta diventando una priorità. E non ha a che vedere soltanto con qualche soldo in più in busta paga, ma con un vero e proprio cambio di paradigma ulteriormente incoraggiato dall’emergenza pandemica.

Recenti studi infatti dimostrano che un lavoratore più felice rende molto di più. E, stando a una ricerca pubblicata qualche anno fa dall’Harvard Business Review, a beneficiarne sono anche le aziende, con un aumento della produttività del 31 per cento, un +37 nelle vendite e livelli di creatività ben tre volte superiori rispetto alla norma. Miscere utile dulci, tanto per rispolverare il celebre motto oraziano.

Ed è anche un bel messaggio nell’Italia alle prese con il problema licenziamenti.Ad averlo capito è, per esempio, Automobili Lamborghini. La prestigiosa azienda bolognese ha infatti lanciato il progetto ’Feelosophy’, che si propone di ottenere dipendenti più motivati rendendo più confortevole l’ambiente di lavoro. Per farlo sono state ideate una serie di iniziative dedicate a temi come l’alimentazione sostenibile, la gestione delle emozioni e l’importanza del sonno. Ma anche la genitorialità è un elemento chiave.

E il nuovo programma «mira anche a promuovere lo sviluppo di community e di momenti di incontro e confronto che aumentino il coinvolgimento dei dipendenti rafforzandone il senso di appartenenza e lo spirito di squadra», spiega Lamborghini. Del resto non è la prima volta che l’azienda automobilistica mette i suoi lavoratori al centro. E l’istruzione è tutt’altro che un elemento secondario. Chi decide di completare gli studi, prendersi una laurea o un master viene premiato con alcuni incentivi.

Ma la cultura è un elemento fondamentale pure per l’imprenditore Danilo Dadda – amministratore delegato della Vanoncini di Mapello, in provincia di Bergamo –, che paga i suoi dipendenti (anche) per leggere. In soldoni (è proprio il caso di dirlo), a chi legge un libro e lo discute con i colleghi viene corrisposto un buono di 100 euro.

L’impresa, che conta 90 addetti e si occupa di edilizia sostenibile, vanta pure un club del libro che si riunisce più o meno una volta a settimana. C’è posto per tutti: muratori, operai, geometri, ingegneri e funzionari commerciali. Un bell’esempio di imprenditoria illuminata che punta anche alla crescita culturale e personale dei lavoratori.E poi ci sono aziende che aprono le porte al filosofo. Come la Geico di Cinisello Balsamo, nel Milanese, uno dei leader globali negli impianti di verniciatura per auto.

La “mission”, in questo caso, è riflettere su se stessi per migliorare il proprio rapporto col mondo e ovviamente la produttività a lavoro. Per metterla in pratica, ai dipendenti viene fornito un suggestivo salone rigenerativo preceduto da una porta rossa, la road to Pardis (“paradiso“ in persiano). L’interno fa pensare molto all’Oriente: alberi, fontane, grandi vasche, una palestra, c’è persino la cucina a vista. Ma il valore aggiunto lo dà il “counselor“ filosofico, ossia un filosofo a disposizione di tutti gli addetti in orario di lavoro retribuito. Un modo per valorizzare i rapporti umani, ascoltare, ascoltarsi. E, di conseguenza, lavorare meglio.

Giuseppe Di Matteo

 

Ultima modifica: 16 Luglio 2021