Guida: la paura di guidare “amaxofobia”

4195 0
4195 0

La paura di guidare è un fenomeno esteso e le sue origini sono attribuibili a cause psicologiche di di svariata natura, anche fobica.

Da cosa è dovuta

Il disturbo è noto con il nome di “amaxofobia”. La parola, di derivazione greca, significa letteralmente “paura del carro”.

La caratteristica di questa fobia è di essere “specifica”, cioè strettamente legata all’oggetto di cui si ha paura – in questo caso, l’automobile o altro mezzo di trasporto viaggiante – ossia “un disordine da ansia provocato da una paura irrazionale connessa all’esposizione a specifici oggetti o situazioni, e nei casi più gravi, anche da loro rappresentazioni”.

Le cause che la determinano possono essere varie, a cominciare da un episodio traumatico determinato da un incidente automobilistico vissuto in prima persona, dalla perdita di cari vittime della strada, da ansia in generale o altri disturbi della sfera emotiva.

Da alcuni studi sembra che il popolo femminile sia più colpito da questo disturbo di quello maschile: il rapporto è addirittura di 2 a 1, e questo non è certo confortante per il gentil sesso. Sicuramente fattori socio-culturali – maggiore destrezza degli uomini nel “maneggiare” strumenti e strumentazioni – possono influire sulla presenza della patologia, ma non solo.

Ad esempio, ci sono alcune donne psicologicamente succubi di una condizione di “inferiorità sociale” per cui l’abilità nella guida è oggetto di pregiudizio, ma in altri casi che riguardano entrambi i sessi può esserci una scarsa autostima, una forma di sociopatia aggressiva nei confronti di automobilisti “pirati” e persecutori, un’intolleranza alla guida disordinata e irregolare che sempre più imperversa nelle nostre strade.

L’amaxofobia non si riduce solo alla paralizzazione del guidatore nell’affrontare la guida del veicolo ma anche nella visione immaginaria o anticipatoria di situazioni traumatiche derivanti dalla guida stessa. I casi sono questi:

  • la paura del traffico nel quale ci si può trovare bloccati;
  • la paura di raggiungere luoghi troppo lontani da casa;
  • la paura di guidare di notte e al buio;
  • la paura di guidare su strade a scorrimento veloce;
  • la paura di guidare attraverso le gallerie (claustrofobia);
  • la paura di guidare sopra a canali o ponti, oltretutto alti o particolarmente (agorafobia).

Soluzioni possibili

Come si può superare questo disturbo che è anche invalidante per un individuo che voglia muoversi autonomamente e affrontare la vita quotidiana in cui la guida di un veicolo ha la sua importanza?

La scelta diagnostica migliore è quella di sottoporsi ad una cura dallo psicologo con una terapia cognitivo-comportamentale (CBT), risultata a oggi la più efficace.

I risultati attesi sono: una sensibile riduzione dei sintomi ansiosi e depressivi di natura post-traumatica, un incremento della fiducia in sé e nelle proprie azioni, maggiore autostima, superamento di pregiudizi e negatività, una regolazione emotiva nei rapporti con gli altri.

 

Ultima modifica: 14 Marzo 2018