Le conseguenze economiche dell’epidemia di Coronavirus si stanno inesorabilmente palesando sempre più. Crollo delle vendite, blocchi alla produzione, calo di fatturato e licenziamenti: questo è il quadro comune di molte realtà del mondo dell’auto (e non solo). E proprio in questo scenario si inserisce McLaren, che ha appunto previsto il licenziamento di circa 1.200 suoi dipendenti, distribuiti fra progettazione, produzione e team di Formula 1. Si tratta di più di un quarto della sua forza lavoro, che conta al momento circa 4mila persone.
Di questi esuberi se ne contano appena 70 nella squadra corse McLaren (su oltre 800 lavoratori). Gli altri dipartimenti dell’azienda, che si occupano della produzione delle supercar e che sviluppano le tecnologie, perderanno invece oltre un terzo delle loro forze lavoro.
La sospensione della produzione, le vendite praticamente azzerate in tutto il mondo, lo stop ai Gran Premi di Formula 1: in questo periodo di emergenza sanitaria McLaren non ha potuto generare entrate sufficienti per sostenere la totalità delle persone impiegate.
Il presidente esecutivo di McLaren, Paul Walsh, ha commentato così tale drammatica decisione: “Ci rammarichiamo profondamente per l’impatto che questa ristrutturazione avrà su tutti i nostri dipendenti. È una linea d’azione che abbiamo cercato di evitare, avendo già messo in campo altre drastiche misure di risparmio in tutti i settori dell’azienda”. Purtroppo, però, secondo Walsh e i vertici McLaren, il marchio di Woking non ha più altra scelta “se non quella di ridurre le dimensioni della nostra forza lavoro”.
Ultima modifica: 27 Maggio 2020