Il caso degli airbag Takata difettosi (ne avevamo parlato qui e qui) sta producendo ancora degli strascichi importanti. L’autorità australiana che si occupa dei diritti dei consumatori ha infatti fatto causa a Mercedes-Benz sostenendo che l’azienda tedesca ha minimizzato i rischi legati all’utilizzo degli airbag Takata sui suoi veicoli.
Gli airbag della società giapponese, lo ricordiamo, avevano il difetto, in fase di gonfiaggio, di far volare frammenti di metallo potenzialmente letali: questo problema, registrato attraverso diverse segnalazioni in tutto il mondo, aveva portato al più grande richiamo automobilistico al mondo, con oltre 100 milioni di veicoli coinvolti, perlopiù a marchio Honda.
Secondo l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC), il personale dei call center di Mercedes-Benz ha dato delle risposte troppo tranquillizzanti ai clienti che chiedevano informazioni in merito al problema degli airbag Takata. Per l’azienda tedesca era sicuro utilizzare i veicoli coinvolti e che il richiamo era solo precauzionale, non avendo ricevuto segnalazioni di incidenti gravi. In realtà , in tutto il mondo, oltre 400 casi di ferimento e almeno 28 decessi sono stati collegati proprio al difetto degli airbag Takata. I clienti Mercedes-Benz sono stati dunque esposti a grossi rischi, sempre secondo l’ACCC.
Daimler, casa madre di Mercedes-Benz, ha risposto che i suoi veicoli erano sì dotati di airbag Takata, ma del tipo “Beta”, ossia una tipologia che non rientrava in quelle considerate a più alto rischio. Per questo, dice Daimler, “il processo di richiamo supervisionato dall’ACCC non richiedeva che i veicoli Mercedes-Benz interessati fossero ritirati dal mercato o che i loro proprietari smettessero di guidarli fino a riparazione effettuata”.
L’ACCC, invece, afferma he il suo avviso di richiamo includeva tutti i tipi di airbag Takata, anche i “Beta”.
Nelle prossime settimane scopriremo chi fra Mercedes-Benz e l’ACCC ha ragione sulla questione airbag.
Ultima modifica: 5 Agosto 2021