Il Salone di Ginevra (GIMS)è una grande messa laica dell’auto, un rito che si ripete ogni anno con la solennità di una celebrazione. Se Francoforte e Parigi per la loro caratterizzazione territoriale, segnano spesso rinunce importanti di marchi tedeschi o francesi, la rassegna svizzera rappresenta un vero e proprio ombelico del mondo per l’automotive, un punto di riferimento certo per la presentazione di nuovi modelli.
Ma anche la lussuosa vetrina di Ginevra quest’anno mostra qualche incrinatura. Le assenze di Opel, da poco sbarcata nell’universo PSA, e di DS oltre a Infiniti e ai marchi americani Chevrolet e Cadillac confermano la tendenza a disertare i saloni classici per motivi di bilancio o soltanto per concentrare gli sforzi su altri obiettivi.
Nel luglio scorso fece un certo scalpore il Summit Audi di Barcellona, una sorta di salone monomarca. Destinato a diventare il format per due appuntamenti annuali con la grande stampa internazionale. Una rassegna priva di pubblico. Ma con addetti ai lavori pronti a fare da cassa di risonanza per le novità di prodotto. Senza alcuna concorrenza da battere nello stand accanto.
Elettronica e quattro ruote
A parte il caso di Audi, alcuni marchi preferiscono altri format espostivi e partecipano ad esempio a saloni dedicati a sport agonistici, alla moda o all’elettronica. Dcenari che sono ormai abituali per le proposte dell’automotive. Ma la tendenza più marcata è proprio quella dell’integrazione fra il mondo dell’elettronica e quello delle quattro ruote. Un processo che ha trovato terreno fertile al Ces di Las Vegas.
Ecco perchè è decisamente importante il segnale lanciato dal presidente del Salone di Ginevra Turrettini. L’alleanza appena delineata con l’IFA di Berlino, il contraltare europeo del Ces, può offrire un’opportunità nuova al grande barnum dell’auto. E vivificare la spinta innovativa del salone svizzero, che molti considerano cristallizzato nella sua formula espositiva. Se l’auto del domani sarà elettrica, sempre connessa e a guida autonoma, Ginevra non può perdere il passo. Con l’aiuto dell’IFA, continuerà a indicare la via verso il futuro della mobilità .
Giuseppe Tassi
Ultima modifica: 5 Marzo 2018