Vasco Rossi e la sua Fiat Ritmo degli anni Ottanta. Vi proponiamo la versione integrale dell’articolo uscito stamani su Quotidiano Nazionale a firma di Leo Turrini.
«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». Va bene, questi versi sono di Antonello Venditti e però, chiedendo scusa in anticipo al signor Rossi, insomma, sono perfetti anche per una storia del Blasco di Zocca. In breve (ma mica tanto, poi).
Nel 2017 Massimo Turrini da Sassuolo riceve una telefonata di routine. In quanto titolare di una officina, viene invitato a recarsi a Montefiorino, un Comune dell’Appennino modenese, per ritirare una vecchia Fiat Ritmo da rottamare.
Epilogo inevitabile, per una vettura immatricolata sul finire del Novecento. «Ma come, ma che sorpresa, proprio te?»: questi sono versi di Vasco Rossi.
E riaffiorano all’improvviso nella memoria del valoroso meccanico sassolese.
Infatti, il tizio che deve fare demolire la scassata automobile se ne esce con un sussurro: boh, pare che questa macchina fosse del rocker di Zocca, del fondatore di Punto Radio, del poeta mattocchio che ha scritto Sally, Vita spericolata e altre cose meravigliose per le quali il buon Dio certo gli farà lo sconto, quando verrà il giorno del giudizio.
In breve, dicevo. Massimo Turrini dalla targa (MO 461369) ricostruisce tutti i passaggi di proprietà del bolide (eufemismo). Recupera le carte del Pra, il Pubblico registro automobilistico.
E mette le mani sulla pistola fumante: questa Ritmo di color chiaro era stata acquistata dal signor Vasco Rossi alla vigilia di un pezzo, Colpa d’Alfredo, che nel 1980 avrebbe cambiato per sempre l’immagine dell’artista o meglio ancora la percezione che di lui avevano i contemporanei.
«Ti porterei anche in America, ho comperato la macchina apposta!»: così ulula il Blasco e chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo dal vivo, nelle balere dell’epoca, sa perfettamente che la macchina in questione è la Fiat Ritmo targata Modena 461369.
A questo punto, il nostro Massimo, il meccanico della storia, capisce che con la Leggenda non si scherza. Invece di farlo distruggere, si compra il rottame. E decide di restaurarlo senza badare a spese. Interni, cambio, auto radio.
Tutto risistemato in perfetto stile vintage. Senza nessun tornaconto: «Quando mi hanno offerto soldi per vendere la Ritmo, pure gente delle aste di memorabilia – spiega l’Indiana Jones di un brandello di Colpa d’Alfredo – ho detto no a tutti. Questa non è più una macchina, è un minuscolo frammento di cultura popolare italiana».
Finito? Per niente. Gianfranco Tanari, sindaco di Zocca dal 2016 e buon amico del primo proprietario della mitica Ritmo, ha assunto la funzione di… supervisore.
Su mandato del Blasco, è sceso a Sassuolo, ha controllato i dettagli e ha condiviso via Whatsapp la gioia del signor Rossi per il recupero della preziosa reliquia.
Oggi la macchina che non valse a sconfiggere la maledizione di Alfredo funziona perfettamente. Non sarà mai venduta e magari un giorno Vasco avrà modo di autografarne le fiancate, chissà. Post scriptum.
Sotto i sedili della Ritmo è stata rinvenuta una monetina da venti lire. Forse i soldi che tanti critici dell’epoca, vagamente incompetenti, sarebbero stati pronti a scommettere sul tizio che aveva cantato Alba Chiara. Ma questa, si capisce, è tutta un’altra storia.
Leo Turrini
Il testo “indiziato” della canzone di Vasco Rossi
Ho perso un’altra occasione buona stasera (…) Mi son distratto un attimo… colpa d’Alfredo Che con i suoi discorsi seri e inopportuni mi fa sciupare tutte le occasioni (…) E lei ha preso subito la palla al balzo: l’ho vista uscire mano nella mano con quell’africano (…) Lei si era già dimenticata di quello che mi aveva detto prima: «Mi puoi portare a casa questa sera? Abito fuori Modena (…)». Ti porterei anche in America, ho comperato la macchina apposta! (…) E mi ero già montato la testa… Sono convinto Che se non ci fosse stato lui mi avrebbe detto si!
Ultima modifica: 28 Dicembre 2020