Troppi monopattini a Milano, indaga la procura

1667 0
1667 0

Tanti o troppi monopattini sulle strade di Milano? Parliamo di monopattini elettrici in sharing, uno dei mezzi, alternativi a metropolitana e trasporti di superficie, più utilizzati per i piccoli spostamenti nella metropoli post lockdown.

Il confine con «l’illecito» che farà dire se «sono troppi» è sottile, considerando il flusso di gente che si muove ogni giorno, ma per stabilirlo, numeri alla mano, è intervenuta direttamente la Procura, con una perizia tecnica puramente esplorativa confluita in un fascicolo conoscitivo senza indagati, né ipotesi di reato.

Lo stesso fascicolo in cui sono confluiti i numeri sugli incidenti e quelli sulle contravvenzioni della polizia locale.

I tecnici incaricati dal tribunale hanno rilevato che i numeri della flotta circolante non starebbero dentro i limiti stabiliti da un bando dell’amministrazione comunale milanese che regola il servizio.

Le aziende sotto la lente sono: Helbiz, Bit, Bird, Lime, Wind, Voi. Dai numeri analizzati dagli investigatori del dipartimento «Ambiente, salute, sicurezza, lavoro», guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano, risulta, infatti, che la «flotta» di monopattini che ogni società di sharing può mettere in campo, in accordo con il Comune, ne deve contare al massimo 750.

Alcune aziende dichiarano di avere altri mezzi in deposito, mediamente dai duecento ai settecento in più, ma il sospetto è che all’aumentare della richiesta, cioè dell’utilizzo, le società li portino sulle strade violando gli accordi sui limiti consentiti.

Le aziende pagano delle quote al Comune su ogni monopattino, ma solo per le flotte previste, cioè le 750, non per i mezzi in più che eventualmente vengono messe sulle strade. E c’è un altro punto sul quale la Procura vuole fare luce.

Oltre a segnalare la necessità di controlli più capillari sugli effettivi monopattini in circolazione, il dipartimento guidato dalla Siciliano evidenziata «l’emergenza parcheggi selvaggi».

Troppi monopattini a Milano, l’invasione

I monopattini elettrici stanno invadendo letteralmente strade e marciapiedi di Milano, perché in gran parte vengono lasciati fuori dagli spazi previsti, appoggiati ovunque o messi nelle rastrelliere che sarebbero riservate alle bici.

Diventa poi difficile rimuoverli. Capita pure che le stesse società di sharing raccolgano i monopattini sparsi in città caricandoli sui furgoni, per rimetterli poi nei luoghi «strategici» quelli cioè in cui passano più persone, come ad esempio davanti alla centralissima stazione di Cadorna, ma questo avviene sempre – la contestazione – con parcheggi del tutto irregolari.

La soluzione a questo problema per i monopattini, tutti controllabili da remoto e localizzabili dalle società – ipotizza la procura – potrebbe essere l’introduzione di un sistema che da un lato ne riduca la velocità nelle aree pedonali, e dall’altro eviti manovre e sosta selvaggia.

L’indagine conoscitiva della Procura potrebbe sfociare anche nella necessità di una revisione del bando, in termini di numeri consentiti, considerando il boom della mobilità sostenibile alternativa post Covid.

Anna Giorgi

Ultima modifica: 4 Ottobre 2020