Toyota C-HR ibrida, prova su strada. Come va e quanto consuma

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La Toyota CH-R è una delle auto del momento. Ibrida, SUV, o crossover, se preferite e con un design che non passa inosservato. Sintetizza alcune delle tendenze più forti del mercato italiano ed europeo. Le forme sono sportive, ma la sostanza è diversa. La C-HR è fluida, un’auto tranquilla e come tale va apprezzata: in grado di destreggiarsi con disinvoltura anche alzando il ritmo, ma non entusiasmante: con 122 cavalli e un peso a vuoto di 1605 kg non si fanno miracoli. Spicca per il confort, la qualità generale, il pacchetto tecnologico. E i consumi sempre contenuti sono dei plus notevoli.

Ecco la chiave. I consumi e in questo la C-HR ha dimostrato su strada di essere efficiente. Mediamente ha garantito percorrenze superiori a 19 km/litro. Con un buon risultato in città, 18 km/litro, discreto in autostrada (16). Mostrando che ad andatura costante (22 km/litro a 90 km/h) può competere con i diesel. Ottimo risultato, che può far passare in secondo piano il prezzo, 30.200 euro nella versione Lounge. Anche perché il confort è uno dei punti di forza. La generosa gommatura da 18” farebbe pensare a un’auto potenzialmente più rigida che ospitale. Ma sono solo impressioni.

Infatti  macinando chilometri, in ogni situazione, misto, autostradale e urbano, la CH-R si presenta sempre silenziosa. E accogliente per guidatore e passeggeri. Nessun problema sulle asperità della strada. Solo verso i 120 km/h qualche fruscio irrompe nella discrezione generale. Il crossover giapponese non ha nella sua vocazione originale il ruolo di grand tourer, ma può calarsi nella parte con grande disinvoltura.

Grazie al passo più corto ealle carreggiate più larghe sul misto la CH-R può tenere un passo allegro. Senza mettere in difficoltà anche i guidatori meno esperti. In questo rispecchia fedelmente il suo design ardito. La posizione rialzata rilassa, i sedili sostengono bene. Sembra essere fatta apposta per andare a velocità di codice con la massima disinvoltura, superiore a molti crossover concorrenti. I cambi di direzione, anche repentini, non sono mai un problema.

Difetti? Alla CH-R gioverebbe una trasmissione più adeguata. L’E-CVT, simula un cambio a variazione continua (CVT, appunto) ma in realtà è un rotismo epicicloidale, ovvero una sorta differenziale dove al posto delle ruote da una parte c’è il propulsore termico e dall’altra quello elettrico. Lo sfruttamento e lo scambio energia sono ottimali, il contraltare è che in accelerazione c’è l’effetto scooter, o autobus, il trascinamento è percepibile. Nessuno è perfetto.

 

La parentela con la Prius

Il powertrain della CH-R è la trasmissione Full Hybrid, che spicca per il funzionamento indipendente del motore elettrico e di quello termico, privilegiando le zero emissioni quando è possibile. Le modifiche al 1.8 a benzina hanno comportato un aumento dell’efficienza: anche il flusso dei gas, la combustione, il raffreddamento sono stati ottimizzato. Altri parti del sistema ibrido sono stati resi più compatti e ricollocati per contribuire all’abbassamento del baricentro. La nuova batteria ibrida al nichel-metallo idruro è più compatta e con autonomia e tempi di ricarica migliorati del 28%. E’ il sistema della Prius, con la quale il crossover ha in comune anche la piattaforma TNGA.

Il differenziale alloggia i due motori elettrici, il cambio planetario singolo e il riduttore laterale. Il primo funziona da motorino d’avviamento e come generatore, convertendo l’energia in eccesso del motore termico. Il secondo è utilizzato durante la marcia, da generatore in frenata. Spinge la vettura in avviamento, a bassa velocità, la guida elettrica e in retromarcia. Un’accoppiata virtuosa. Sono quattro modalità di guida: Eco, Normal, Power ed EV.

Ultima modifica: 8 Aprile 2019

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