Valori forti, la quarta serie di Suzuki Swift Hybrid tiene alto lo stendardo che l’ha resa un successo globale da 9 milioni esemplari in venti anni.
Contenuti di forma e sostanza oggettivamente di spessore. La quarta serie della Swift cala un poker di peso, grazie a design, tecnologia, praticità e prestazioni, intese come efficienza.
Pesa meno di 1.000 kg, può essere anche a trazione integrale, può entrare in Area C a Milano e percorre oltre 20 km con un litro. Scusate se è poco.
Lo stile, opera dell’italiano Cristiano Zanot del Suzuki European Design Center di Robassomero (Torino)è coerente col retaggio del modello, concepito nel 2004 (in verità ci fu una serie dal 1983). Esibisce una silhouette scolpita e proporzioni che rendono importanti i 3,86 metri di lunghezza.
Una compatta poco più grande di una citycar, Fiat Panda è 3,69 metri, che non manca di nulla. Spinta dal nuovo motore 3 cilindri di 1.2 litri, che eroga 83 cavalli a 112 Nm di coppia ha nella leggerezza, solo 919 kg peso, un grande punto di forza.
Il propulsore è assistito a un sistema mild hybrid a 12 Volt. E abbinabile alle due ruote motrici con cambio manuale a 5 marce o CVT a variazione continua o alla trazione integrale con trasmissione manuale.
La vera prestazione eccezionale è questa. Poca massa, poco sforzo per viaggiare, meno materiali usati. Continuando anche in questo caso la tradizione della Casa giapponese.
Risultato: emissioni di 99 g/km di CO2 soglia che permette, ad esempio, di accedere gratuitamente all’Area C di Milano.
Suzuki Swift Hybrid offre tutto il necessario e non aggiunge alcun elemento superfluo. L’allestimento è unico, il Top, i soli optional sono la vernice metallizzata (550 euro) o bicolore (950 euro).
La dotazione è completa, per comfort, sistemi di assistenza alla guida, migliorati grazie ai nuovi radar ad onde millimetriche e telecamera monoculare, e connettività.
Lo schermo centrale da 9 pollici dispone del collegamento allo smartphone per Apple CarPlay e Android Auto tramite Wi-Fi e USB.
Suzuki Swift Hybrid su strada
Alla guida accoglie con un ottimo spazio nella fila anteriore, con regolazioni pratiche e intuitive. La strumentazione analogica ben si accoppia alle versioni con cambio manuale. Il bagagliaio è adeguato per la categoria, con una capacità a partire da 265 litri.
La compatta giapponese sulle strade nei dintorni di Bordeaux ha evidenziato un comportamento vispo. Pronti sterzo e sospensioni, regolati su una taratura più precisa e rigida, sensibile alle asperità del fondo. In accelerazione il 3 cilindri si fa sentire.
Stesso discorso per la versione a quattro ruote motrici, che ripropone il sistema All Grip Auto, un 4×4 vero, con albero di trasmissione e giunto viscoso che trasferisce la coppia. Anche la 4WD sta sotto la soglia della tonnellata, fermandosi a 995 kg di peso.
Pronta a tutto, confermando di essere virtuosa: il consumo dichiarato 4,4 litri/100 km, per una percorrenza media di 22,7 km/litro, è realmente avvicinabile nell’uso quotidiano. Da levarsi il cappello.
In futuro potrebbero arrivare una Swift Sport, con una iniezione di potenza, ma dipenderà dalle decisioni UE riguardo l’utilizzo dei carburanti sintetici per i motori termici, e una Swift “Cross”, una sorta di citycar a ruote alte.
Suzuki Swift Hybrid arriverà in concessionaria a maggio con prezzo a partire da 22.500 euro per la versione a due ruote motrici con cambio manuale, 24.000 per quella con il CVT e 24.500 per la trazione integrale.
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Michio Suzuki, fondatore della Suzuki, è nato nel 1887.
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Ultima modifica: 26 Marzo 2024