Pirelli: la collaborazione con Bicocca continua su un’idea sempre più ‘verde’

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Pirelli e Bicocca è un esempio di come da diversi anni si sia consolidata la collaborazione tra azienda e università, ma c’è dell’altro.

La collaborazione con Bicocca

Nel 2001 è iniziato un lungo e fruttuoso sodalizio tra una delle più grandi aziende italiane, la Pirelli, e la storica università milanese, la Bicocca.

Le iniziative messe in campo erano tante e soprattutto necessitanti di una nuova sinergia tra know-how e formazione scientifica che potevano maturare solo se alimentate da un “attore” aziendale e un “attore” culturale.

Pirelli, si sa, è tra le maggiori aziende produttrici di pneumatici e in quanto tale si è anche occupata dello sviluppo di materiali che fossero sempre all’avanguardia con i cambiamenti produttivi e al passo con le sempre più crescenti esigenze energetiche e ambientali.

Ecco che l’azienda sviluppa un progetto di coinvolgimento diretto di giovani universitari chiamati a lavorare a fianco dei ricercatori Pirelli per conoscere la materia ma anche tutto il mondo, aziendale e produttivo, che ruota intorno alla realizzazione di uno pneumatico.

Manager e tecnici di grande esperienza decidono, quindi, di affiancare sin dagli inizi coloro che li sostituiranno, e la scelta è vincente.

Ma chi poteva meglio di tutti dare vita a questo progetto così ambizioso, e in linea con quanto già accadeva in altri paesi europei industrialmente molto sviluppati?

Ecco che si fa strada la prestigiosa università di Milano, la Bicocca.

L’università milanese, forte della sua storia di produzione scientifica e intellettuale, aveva infatti tutte le caratteristiche per affiancare un’azienda con prodotti “contaminanti” come la Pirelli in quanto al suo interno accoglieva già la “generazione green” di ricercatori e studiosi orientati a formarsi per ridurre notevolmente l’impatto sull’ambiente e sulla salute.

Nasce così il Consorzio CORIMAV – Consorzio per la Ricerca sui Materiali Avanzati – frutto di uno storico accordo tra l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’azienda Pirelli, entrambe precursori di un successo collaborativo tra produzione industriale e conoscenza.

Lo scopo del consorzio è il sostegno e il finanziamento della ricerca sui materiali avanzati investendo sulle risorse umane – cioè, i futuri manager – destinate alla progettazione e realizzazione di nuovi prodotti in base a parametri scientifici sempre più innovativi ed eco-sostenibili.

Il Consorzio, infatti, finanzia ben 3 borse di studio all’anno per i giovani che si iscrivono al Dottorato di Ricerca in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali.

Questo Dottorato ha come obiettivo la formazione alla ricerca, sia sperimentale sia teorica in ambito applicativo e industriale, con il sostegno, appunto, di aziende come la Pirelli. I settori scientifici spaziano dalla Chimica alla Fisica, fino alla Scienza dei Materiali e altre applicazioni in Ingegneria e Calcolo: si tratta di studi che hanno una continua evoluzione e una forte interdisciplinarità per cui sono anche oggetto di confronto e scambio internazionale tale da qualificare questo percorso universitario a livello europeo.

Le tematiche su cui avviene la formazione sono, dunque, diverse e non solo orientate alla crescita di know-how impartito da docenti universitari ma anche da competenze professionali erogate dai manager della Pirelli.

Questo un elenco comprensivo di entrambe le suddette tipologie tematiche:

  • discipline chimiche, fisiche e matematiche;
  • superconduttività e generazione distribuita;
  • scienza dei materiali e nanotecnologie;
  • modellizzazione e caratterizzazione di materiali, tecniche di simulazione per la progettazione di nuovi materiali, controllo della loro qualità;
  • sviluppo manageriale, proprietà intellettuale e brevetti.

Queste tematiche sono poi state sempre più orientate allo sviluppo del segmento Tyre, di particolare interesse Pirelli, a partire dal 2010, anno di svolta della ricerca e della sinergia tra azienda e università, e in cui il Consorzio è diventato un bacino di scambio e interazione continui di conoscenza e risorse tra i due partner.

Obiettivi futuri

È del 2016 il rinnovo del fortunato accordo tra Pirelli e Bicocca che, dopo quindici anni di successi e sviluppi, ha raggiunto un glorioso bilancio: sono stati registrati ben 15 brevetti (uno all’anno), 44 borse di studio e 36 borse di dottorato, nonché nella stessa azienda Pirelli è stato assunto a tempo indeterminato il 20% dei borsisti.

Il Rettore dell’Università, Cristina Messa, ha espresso la sua soddisfazione dicendo che “questa intesa si inserisce nella più ampia strategia di valorizzazione e promozione della conoscenza e dell’innovazione che l’università di Milano Bicocca e Pirelli, insieme ad altri partner, stanno realizzando con il progetto Distretto Bicocca, una neonata rete di istituzioni e aziende impegnate a favorire lo scambio di competenze e opportunità nonché lo sviluppo di servizi e la crescita del capitale umano”.

L’amministratore delegato della Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ha rafforzato le parole del Rettore affermando che “l’università è per noi la punta di diamante in cui si forma il futuro, che permette di proiettare in avanti tutto ciò che noi facciamo: siamo qui per continuare insieme un cammino”.

E il cammino, appunto, prosegue e si snoda tra ulteriori ricerche e sviluppi che hanno come prospettiva, da oggi e in un prossimo futuro, un maggior rispetto per l’ambiente.

Si parla, infatti, sempre più di “tecnologia verde” che coinvolge anche gli pneumatici, e in tutto il ciclo di vita in cui si trasformano da “strumento” a “rifiuto”.

Essa consiste in attività di ricerca e studio di materiali inorganici con finalità di impiego degli stessi come filler e  “attivatori di vulcanizzazione nelle mescole”: il linguaggio, come si vede, è altamente scientifico e tecnico ma, convertito in parole semplici, significa la produzione di pneumatici sempre “più verdi”.

Tra i materiali sperimentali che segneranno il cambiamento compare la lignina, un materiale a basso impatto ambientale perché prodotto naturalmente da biomasse di scarto in grado di migliorare le proprietà meccaniche del pneumatico. Inoltre, essa consente la sostituzione del nero di carbonio, materiale fossile e inquinante.

A ciò si aggiunge la risposta più importante contro i danni che gli pneumatici provocano sull’ambiente alla fine della loro attività, quando diventano residuo inorganico e ingombrante: i giovani ricercatori del Consorzio CORIMAV hanno studiato un innovativo “processo di bio-devulcanizzazione” che prevede l’utilizzo di batteri in grado di corrodere la lega di zolfo e carbonio che costituisce il materiale gommoso dello pneumatico.

La ricerca ha infatti dimostrato non solo l’efficacia dell’utilizzo di agenti biologici per la “distruzione” del materiale gommoso ma anche la possibilità di trasformarlo in un nuovo prodotto polverizzato da cui ricavare nuove mescole e produrre altri pneumatici.

Ultima modifica: 7 Maggio 2018