Nissan si arrende al Coronavirus, chiuso stabilimento in Spagna

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La crisi scatenata dalla pandemia di Covid-19 ha travolto pesantemente il mercato auto. E nemmeno Nissan si è salvata.

La casa giapponese ha registrato la prima perdita dopo 11 anni nell’esercizio 2019-’20. Vendite in calo del 10,6%, ricavi netti scesi del 14,6%. Risultato operativo passato da un utile di 318,2 miliardi di yen a una perdita di 40,5 (pari a 3,2 miliardi di dollari). E un margine operativo passato dal 2,7% a un -0,4%.

Nissan Navara, il pick-up è assemblato a Barcellona

Le conseguenze dei numeri sono inevitabili. Nissan intende chiudere lo stabilimento di Barcellona. «Ci dispiace questa decisione che lascia non solo la Spagna, ma l’Europa, un mercato di 700 milioni di consumatori, per concentrare le sue attività in Asia». Queste le parole della ministra degli Esteri spagnola, Arancha Gonzalez Laya.

Per la Spagna significa perdere in un lampo quasi 3mila posti di lavoro. Ma secondo i sindacati l’impatto sarà pesante anche sull’indotto. Il costo dell’operazione per Nissan sarà di circa 1 miliardo.

La scampa, invece, l’altro stabilimento europeo, quello di Sunderland in Gran Bretagna, dove sono e saranno prodotti crossover e Suv. Ufficializzando questa posizione, il gruppo ha fatto sapere che sarà «razionalizzata» del 20% la linea di prodotti mondiali, con la riduzione da 69 a meno di 55 modelli.

Presentando ieri i dati di bilancio, il nuovo ad Makoto Uchida ha annunciato che nel piano di risparmio dei costi ci sarà anche un colpo di accetta per gli stipendi dei manager. I quali si auto-ridurranno la retribuzione base del 50%.

La crisi dell’Alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi

I numeri poco incoraggianti hanno messo anche una croce sopra alla fusione a tre con Renault e Mitsubishi. «Non ci sono progetti di fusione». Ha affermato Jean-Dominique Senard, presidente di Renault.

La pubblicazione della strategia di riduzione dei costi di Renault, quantificata in 2 miliardi, mette sull’attenti anche i vertici dell’Eliseo. Che potrebbero rimettere in discussione il maxi prestito da 5 miliardi garantito dallo Stato al costruttore della Losanga. Nel caso quest’ultimo prevedesse la chiusura di stabilimenti in Francia.

Elena Comelli

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Ultima modifica: 29 Maggio 2020