Mercato auto ad ottobre -0,18%, previsione -27% per l’intero 2020

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Il mercato auto a ottobre 2020 ha fatto registrare un -0,18%. Calo preoccupante, nonostante gli incentivi. Che prefigura un 2020 di grande sofferenza, causa la pandemia ma non solo.

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La proiezione è di un -27% per l’anno: più di una auto in meno venduta ogni quattro.

Vi riportiamo la dichiarazione UNRAE

Al di là dei dati contingenti del mercato, l’esperienza degli ultimi mesi mostra chiaramente l’insufficienza di una politica incentrata su incentivi “mordi e fuggi”. Appare oltretutto evidente, nell’attuale fase di emergenza economica, che la scelta di NON rifinanziare i fondi legati alla fascia di CO2 più importante dal punto di vista dei volumi ha immediatamente rifermato il mercato. A questo punto è chiarissima la necessità di dare maggiore continuità al sostegno del settore automotive, già a partire dalla prossima Legge di Bilancio”.

“In parallelo sarà necessario avviare un approccio strategico verso soluzioni strutturali che accompagnino la transizione tecnologica verso la mobilità a zero emissioni, includendo tutta la filiera produttiva e commerciale. Da una visione strategica sulle infrastrutture di ricarica per le nuove motorizzazioni ad un approccio fiscale sulle auto aziendali non più in deroga e finalmente allineato agli altri paesi europei”. Con questa considerazione Michele Crisci – Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, ha commentato i dati mensili sulle immatricolazioni di ottobre.

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Il mercato delle autovetture, secondo quanto diffuso oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel mese ha immatricolato 156.978 unità, in linea con le 157.262 dello stesso periodo dello scorso anno (-0,2%). Oltre 500.000 sono le vetture perse nei 10 mesi dell’anno che segnano un pesante calo del 31% con 1.123.194 unità che si confrontano con le 1.625.500 del gennaio-ottobre 2019.

Le previsioni per fine anno – prosegue Michele Crisci – proiettano un livello di immatricolazioni che dovrebbe attestarsi probabilmente al di sotto di 1.400.000 unità, in calo di oltre il 27% rispetto al 2019, una riduzione drammatica che ha un solo precedente nella storia moderna. Senza contare poi un eventuale e possibile nuovo lockdown generalizzato che peggiorerebbe ulteriormente la già pesante situazione”.

È indispensabile – ribadisce il Presidente dell’UNRAE – che nella prossima Legge di Bilancio, attualmente in fase di elaborazione, il Governo tenga conto di questa realtà, dando seguito a quanto dichiarato nelle scorse settimane di stanziare altri 400 milioni in aggiunta all’ecobonus”.

“Non deve essere poi trascurato il fatto che ogni euro destinato al rinnovo del parco auto non è un regalo al settore ma piuttosto un investimento, che finora ha dato frutti positivi: sia in termini ambientali, con la rottamazione dei veicoli più inquinanti, sia come ritorno per le casse dello Stato in termini di gettito fiscale superiore allo stanziamento dedicato. Non trascurando, inoltre, che una ripresa del settore automotive comporterebbe anche minori aggravi sulla previdenza sociale ”.

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L’andamento del mese di ottobre, analizzato sotto il profilo degli utilizzatori, mostra ancora una buona performance a doppia cifra per gli acquisti dei privati, grazie al sostegno degli incentivi governativi, anche se a tassi inferiori rispetto a settembre. Con un +11,4% la quota di mercato sale di oltre 7 punti, raggiungendo il 67,8%.

Nel cumulato dei primi 10 mesi la flessione è ancora pesante: -23,4% rispetto al gennaio-ottobre 2019. Inarrestabile, invece, la performance negativa delle società che archiviano un calo del 30,6% dovuto a una frenata delle autoimmatricolazioni (-38%) a cui si affianca una riduzione del 10,4% delle altre società. La quota di mercato scende così nel mese al 14,4% (-6,2 punti) e nel cumulato il drammatico calo dei volumi si attesta a -45%.

Tornano in territorio negativo in ottobre le immatricolazioni del noleggio, che perdono il 4,8% dei volumi (al 17,9% di quota), per una flessione del 7,1% del lungo termine (determinato dalla contrazione degli acquisti delle principali società Top), mentre il breve termine segna un sostenuto +19,1%. Nei primi 10 mesi la flessione è del 37,5%, con il breve termine che perde oltre la metà dei volumi e il 28% delle immatricolazioni viene ceduto dal lungo termine.

Sotto il profilo delle alimentazioni il mese di ottobre registra una riduzione del 31,5% per il benzina che perde ben 14,3 punti, fermandosi al 31,5% di quota, a ridosso del 30,8% di quota del diesel che perde 5 punti di rappresentatività, per una flessione delle immatricolazioni del 14,6%.

Il metano perde il 45% fermandosi all’1,6% di quota, mentre crescono le vendite del Gpl, al 7,3% del totale mercato. Crescita esponenziale a tre cifre per ibride, plug-in ed elettriche che salgono rispettivamente al 24,7% di quota (+17,3 punti), al 2,3% (dallo 0,5% di un anno fa), all’1,8% del totale, triplicando la quota di mercato.

Le vetture dei segmenti di ingresso del mercato (city car e utilitarie) segnano in ottobre un buon andamento, insieme all’alto di gamma (soprattutto grazie agli acquisti del noleggio). Stabile il segmento D, mentre perdite a doppia cifra interessano le medie del segmento C e ancor più quelle del segmento E.

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Tra le carrozzerie, grazie all’incremento delle immatricolazioni, le berline acquisiscono quota di mercato, raggiungendo il 48,4% del totale, insieme alla crescita dei coupé. Leggera flessione per i crossover (ma che rimarrebbero in territorio positivo nell’analisi al netto del noleggio), per fuoristrada, monovolume grandi e station wagon, che cedono qualche decimale. Drastici cali, invece, interessano monovolume piccoli e compatti, multispazio e sportive.

A livello di aree geografiche il Nord Ovest perde in volume e in quota; leggera flessione anche per il Nord Est, mentre segnano risultati positivi tutte le altre.

Altro risultato positivo nel mese di ottobre per la riduzione della CO2 media delle nuove immatricolazioni: -9,8% a 105,3 g/Km rispetto ai 116,7 di ottobre 2019. Nel cumulato gennaio-ottobre la CO2 si attesta a 110 g/Km (-7,8%).

Il mercato dell’usato in ottobre perde il 9,8% dei trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture, che ammontano a 357.958 rispetto ai 396.981 dell’ottobre 2019. Nei primi 10 mesi la pesante flessione è allineata a quella del mercato del nuovo: -30,7% con 2.446.090 unità rispetto alle 3.528.619 del gennaio-ottobre 2019.

A seguito il commento dell’autorevole Centro Studi Promotor e del suo presidente Gian Primo Quagliano

Festa finita per il mercato dell’auto. Torna in rosso il bilancio delle immatricolazioni in ottobre. Il calo è molto contenuto (-0,18%), ma non deve trarre in inganno. Le prospettive sono cupe. Dopo un 2019 all’insegna della stagnazione su livelli insufficienti per assicurare la normale sostituzione di un parco circolante di quasi 40 milioni di autovetture e tra i più vecchi d’Europa, il 2020 era iniziato sottotono con cali del 5,8% in gennaio e dell’8,7% in febbraio.

Su questo quadro già in difficoltà si è abbattuta la stangata coronavirus che ha comportato cali fino al 97,6% (aprile) e una contrazione delle immatricolazioni totali a fine luglio del 41,7%. Poi sono arrivati gli incentivi alla rottamazione che hanno portato le immatricolazioni di agosto quasi sullo stesso livello dell’anno precedente (-0,3%) e finalmente in settembre si è vista la prima crescita dell’anno (+9,65%).

I risultati di agosto e di settembre e il quasi pareggio di ottobre sono stati dovuti, come si è detto, agli incentivi varati dal Governo e dal Parlamento, ma le risorse previste si sono rivelate ben presto assolutamente inadeguate.

In particolare, lo stanziamento per le vetture con emissioni di CO2 tra 91 e 110 gr/km si è esaurito quasi subito, mentre per le auto con emissioni da 61 a 90 gr/km di CO2 a fine ottobre erano ancora disponibili soltanto 11,8 milioni di euro. E’ facile prevedere dunque, che negli ultimi due mesi dell’anno vi sarà un nuovo crollo delle immatricolazioni sia per la mancanza di incentivi per le autovetture più richieste che per la ormai certa adozione di provvedimenti sempre più severi per combattere l’emergenza coronavirus.

Dall’inchiesta congiunturale sul mercato dell’auto condotta dal Centro Studi Promotor a fine ottobre emerge con grande chiarezza la preoccupazione per le prospettive.

Il clima di fiducia degli operatori del settore auto determinato dal Centro Studi Promotor, dopo aver toccato quota 53,2 in agosto per effetto dell’adozione degli incentivi, è crollato a 28,1 in ottobre per la constatazione dell’inadeguatezza degli stanziamenti previsti. Particolarmente negativi i giudizi dei concessionari sulle prospettive. In settembre l’87% degli interpellati dichiarava di attendersi domanda stabile o in aumento a tre/quattro mesi, mentre in ottobre il 70% si attende nuovi cali.

La strada sarebbe quella di un rifinanziamento immediato degli stanziamenti previsti dal Decreto Agosto

E’ del tutto evidente – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che il settore dell’auto sta attraversando una crisi molto seria e ha assolutamente bisogno di incentivi con stanziamenti adeguati alla gravità della situazione come quelli previsti in Francia, in Germania e in altri mercati importanti.

Poiché per novembre e dicembre le previsioni sono catastrofiche, occorrerebbe un rifinanziamento immediato degli stanziamenti previsti dal Decreto Agosto e l’adozione, con la legge di bilancio, di un organico provvedimento che tenga conto delle effettive esigenze di rilancio del settore dell’auto che, con le attività connesse, vale il 12% del Pil.

Al momento – conclude Gian Primo Quagliano – non vi è però notizia né della volontà del Governo di rifinanziare gli incentivi previsti nel Decreto Agosto né di quella di tenere conto delle esigenze del settore dell’auto nella prossima legge di bilancio.  

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Ultima modifica: 2 Novembre 2020