La delle quattro ruote continua. Il Mercato auto a giugno ha registrato un’altra pesante flessione. Vi proponiamo due autorevoli approfondimenti.
L’analisi del Centro Studi Promotor
Mentre l’economia italiana sta accelerando nel recupero degli effetti negativi del lockdown e le fonti ufficiali correggono verso l’alto le previsioni di crescita del Pil, il mercato italiano dell’auto continua ad essere in grave difficoltà. In giugno le immatricolazioni di autovetture accusano un calo del 13,3% su giugno 2019 (su giugno 2020 vi sarebbe una crescita del 12,6% ma giugno 2020 non fa testo perché troppo fortemente penalizzato dalla pandemia) e decisamente negativo è anche l’andamento dell’intero primo semestre dell’anno. Le auto immatricolate sono state 884.750, mentre nel giugno 2019 erano state 1.083.184. Mancano dunque all’appello ben 198.434 autovetture che valgono un fatturato di 3,69 miliardi di euro e un gettito Iva di 813 milioni.
Se si proietta il risultato dei primi sei mesi di quest’anno sull’intero 2021, tenendo conto dell’incidenza media del fatturato del primo semestre sull’intero anno, emerge poi che il volume delle immatricolazioni dell’intero 2021 potrebbe attestarsi a quota 1.566.000 con una perdita, rispetto al 2019, di 351.022 immatricolazioni e con un conseguente calo di fatturato (Iva esclusa) di 6,53 miliardi di euro e un minor gettito Iva di 1,43 miliardi di euro. Non si tratta certo di uno scenario positivo e, per giunta, perché si realizzi occorre che nel secondo semestre il mercato possa contare su incentivi analoghi a quelli che sono stati prenotabili fino all’8 aprile. Impegni in questo senso sono stati assunti da esponenti di Governo e del Parlamento, ma al momento non si sa ancora se questi incentivi essenziali per evitare un tracollo del mercato verranno o meno adottati.
La precarietà del mercato dell’auto italiano e le preoccupazioni degli operatori del settore emergono con grande chiarezza dall’inchiesta congiunturale condotta a fine giugno dal Centro Studi Promotor da cui risulta che il 77% degli operatori valuta bassa in giugno l’affluenza di interessati all’acquisto nei saloni di vendita, che il 74% degli operatori valuta basso, sempre in giugno, il livello di acquisizione di ordini, mentre il 58% si attende nuovi cali nelle vendite. E a ciò si aggiunge che il clima di fiducia degli operatori auto in giugno è crollato a quota 24,9, un livello che non si vedeva dai tempi della crisi mondiale del 2008 innescata dal fallimento di Lehman Brothers.
In questo quadro – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il Governo, che ha già manifestato l’intenzione di utilizzare il PNRR anche per il rilancio del comparto dell’automobile, dovrebbe rompere gli indugi e adottare un sistema di incentivi per l’acquisto di auto volti a sostenere la domanda fino al rilancio duraturo del settore che si avrà con il miglioramento del quadro economico generale e con i positivi effetti del PNRR.
L’analisi di UNRAE
Il mercato italiano dell’auto rimane ancora sotto il livello pre-Covid, ostacolato da diversi fattori come l’esaurirsi degli incentivi e il mancato aggiornamento di norme sulle emissioni per importanti categorie di veicoli, a cui si aggiunge la crisi produttiva della componentistica che concorre a tenere in depressione l’intero mercato dell’auto.
A giugno, con 149.438 immatricolazioni si registra un calo del 13,3% rispetto a giugno 2019 (172.300 unità), nonostante un giorno lavorativo in più, e un insufficiente recupero rispetto a giugno 2020 (+12,6%). Nel primo semestre 2021 la perdita rispetto allo stesso periodo 2019 è di circa 200.000 unità (con 884.750 immatricolazioni complessive), che per di più si aggiunge alle oltre 500.000 autovetture perse nel 2020.
“Nel recente e proficuo incontro del Tavolo Automotive con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e il Viceministro Gilberto Pichetto Fratin, – ha commentato il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci – sono state poste le basi per la definizione di una politica economica di medio-lungo periodo, ma abbiamo anche fornito indicazioni per interventi urgenti mirati ad accelerare il rinnovo del parco auto, misura necessaria per allineare il nostro Paese agli obiettivi europei di transizione ecologica”.
“Per questo – ha aggiunto – auspichiamo l’estensione fino al 2026 dell’Ecobonus per la fascia di emissioni tra 0 e 60 g/km di CO2 e, in sede di conversione del DL Sostegni-bis, il rifinanziamento per tutto il 2021 degli incentivi per la fascia 61-135 g/km a fronte di rottamazione, per non vanificare i risultati fin qui ottenuti”. Ricordiamo che, grazie agli incentivi, in circa 3 mesi e mezzo è stato possibile rottamare 185.000 vecchie auto, per il 95% sostituite con nuove vetture della fascia 61-135 g/km, risparmiando all’ambiente circa 115 mila tonnellate di CO2 l’anno e consentendo un’aggiuntività di introiti IVA e IPT per l’Erario di circa 160 milioni di euro”.
“In questo quadro, inoltre, la crisi dei microchip e della componentistica auto sta provocando rilevanti ritardi nella consegna degli autoveicoli, “un ulteriore handicap per il mercato – afferma Crisci – se non si provvede a prolungare i tempi di completamento delle prenotazioni in corso da 180 a 300 giorni, dilazione necessaria per non vanificare la possibilità di usufruire degli ecobonus”.
L’UNRAE ribadisce inoltre la necessità urgente di modificare la normativa sulle vetture aziendali in fringe benefit, adeguandola ai valori della nuova procedura di omologazione in WLTP.
Infine, conclude il Presidente Michele Crisci, “poiché la diffusione della mobilità a zero emissioni è scoraggiata anche dalla scarsa dotazione di infrastrutture di ricarica, è indispensabile agevolare l’installazione di punti di ricarica pubblici, privati e aziendali, con un giusto mix fra i vari sistemi slow, quick, fast e ultra-fast, queste ultime soprattutto in ambito autostradale”.
Dall’analisi della struttura del mercato di giugno, sotto il profilo degli utilizzatori, si evince un ulteriore calo dei privati rispetto al 2019 (-8,5%), con una quota al 57%, in contrazione rispetto al 61,5% del 1° semestre. Calano del 41,9% le autoimmatricolazioni, che recuperano rappresentatività (11,1% nel mese e 10% nel cumulato).
Il noleggio a lungo termine con un +8,5% è l’unico canale in crescita, con una quota che sale al 19,5% nel mese, grazie alla spinta delle Captive (nel 1° semestre il noleggio a lungo copre il 17,2% del mercato). Il noleggio a breve perde il 28,6% dei volumi immatricolati, con una share in recupero al 7,1% nel mese (6% nel semestre). Infine, un nuovo calo delle società in giugno, le conferma ad una quota del 5,2% in linea con il cumulato gennaio-giugno.
Fra le alimentazioni in progressiva contrazione benzina e diesel che si fermano in giugno rispettivamente al 30,3% e 22,4% di share; in leggera crescita Gpl e metano, all’8,2% e al 2,4% di quota nel mese. Forte avanzata per le vetture elettrificate: le ibride (HEV) confermano in giugno il 27,4% di quota, in linea con il 1° semestre, toccano il 4,7% di penetrazione sia le vetture elettriche che le plug-in (rispettivamente 3,4% e 4,3% in gennaio- giugno).
Anche questo mese il noleggio contribuisce positivamente alla quota di diesel e Plug-in, al netto del quale scenderebbero al 18,7% e 3,4%.
In flessione tutti i segmenti del mercato, con un leggero recupero di quota per le utilitarie a fronte di una lieve contrazione per il segmento D.
Tra le carrozzerie, solo le berline presentano una quota in recupero (al 47% del totale), leggera contrazione per i SUV (al 45,8%) e station wagon (al 3,5%).
Fra le aree geografiche in recupero, rispetto al cumulato, la quota del Nord Ovest e Nord Est, a fronte di una leggera contrazione del Centro e area meridionale. Il Nord Est si conferma market leader (con il 32,7%) grazie al contributo del noleggio, senza il quale perderebbe 10 punti di quota.
In continuo calo le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni che in giugno si riducono del 16,2% a 119,6 g/km rispetto ai 142,7 dello stesso periodo 2019. Nel cumulato le emissioni calano del 14,1% a 123,5 g/km (143,7 g/km in gennaio-giugno 2019).
L’analisi delle immatricolazioni per fascia di CO2 mostra un’ulteriore accelerazione di quota delle vetture incentivate da 0 a 20 g/Km. La fascia 61-135 g/Km si posiziona intorno al 64% delle immatricolazioni del mese. In continua flessione la fascia da 136 a 190 g/km (al 23,7% di quota) e quelle penalizzate dal malus oltre i 190 g/km di CO2 (all’1,5% del totale).
Cala anche l’usato
Il mercato dell’usato a giugno chiude in calo del 5,8% sul 2019 con 304.025 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture. La prima metà dell’anno archivia una flessione del 18,6% rispetto al 2019 con 1.771.835 passaggi complessivi.
Ultima modifica: 2 Luglio 2021