Mercato auto gennaio 2021, il calo è stato del -14,03%, limitato dalla presenza degli incentivi.
Questa l’analisi del Centro Studi Promotor
In gennaio la pandemia morde il mercato dell’auto in tutta Europa con cali che, secondo le prime indicazioni, sono molto pesanti. In Italia invece in gennaio sono state immatricolate 134.001 autovetture con un calo del 14,03%, che però va valutato tenendo conto che nel gennaio scorso vi sono stati due giorni lavorati in meno rispetto a gennaio 2020 e che quindi, a parità di giorni lavorati, il calo del gennaio scorso è stato del 4,97%. Un risultato che, al di là del segno meno, è indubbiamente importante perché il confronto si fa con un livello ante-crisi visto che la pandemia ha incominciato a penalizzare il mercato dell’auto soltanto a partire da marzo.
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Il buon risultato del mercato italiano è dovuto essenzialmente al pacchetto Benamati, che ha previsto incentivi oltre che per le auto con emissioni di CO2 fino a 60 gr/km anche per l’acquisto di vetture Euro 6 di ultima generazione ad alimentazione tradizionale e con emissioni non superiori al 135 gr/km di CO2. Il successo degli incentivi è stato immediato ed ha contributo ad evitare un crollo del mercato come invece, dai primi dati, sembra che sia successo in alcuni grandi paesi europei.
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La pronta risposta del mercato agli incentivi assume poi particolare significato, anche perché testimonia che nonostante i disagi e le preoccupazioni economiche per il presente e per il futuro la propensione all’acquisto di automobili da parte degli italiani resta forte ed è motivata in gran parte dalla necessità e dal desiderio di sostituire autovetture ormai decisamente vecchie con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento e di sicurezza stradale. Basti pensare, per quest’ultimo aspetto, che la mortalità annua per incidente stradale in Italia è di 55 morti per milione di abitanti, contro i 51 della media europea, i 48 della Francia, i 37 della Germania, i 36 della Spagna e i 28 del Regno Unito.
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Purtroppo il Governo nell’accogliere il pacchetto Benamati ha lesinato sullo stanziamento per gli incentivi alle vetture da 61 a 135 gr/km di CO2 mettendo a disposizione bonus per l’acquisto di auto di questa categoria per 250 milioni di euro di cui ben 73 milioni già prenotati dal 18 gennaio alla fine del mese scorso con la conseguenza che, con ogni probabilità, all’inizio di aprile i fondi per gli incentivi si saranno esauriti per le auto più richieste, che sono quelle con emissioni di CO2 da 61 a 135 gr/km, mentre lo stanziamento per le vetture con emissioni di CO2 da 0 a 60 gr/km dovrebbe essere sufficiente per tutto il 2021.
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Per continuare a sostenere il mercato dell’auto e con il mercato dell’auto l’economia – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – è dunque necessario che il Governo provveda ad integrare in maniera sollecita e adeguata lo stanziamento per incentivi alle auto con alimentazione tradizionale (benzina, gasolio, gpl e metano) con emissioni di CO2 non superiori a 135 gr/km.
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“In questo scenario la nostra stima per il mercato delle autovetture nel 2021 è di 1.550.000 immatricolazioni, che indica un andamento positivo del +12% rispetto all’annus horribilis appena chiuso, ma che va letta in relazione al trend pre pandemia: parliamo ancora di un pesante calo del 19% rispetto ai livelli 2019 e non è certamente una stima prudenziale“. Queste le parole di Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.
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Crisci ha aggiunto.
“I programmi del PNRR rappresentano un’occasione storica per l’Italia, fondamentali per il decollo della mobilità verde e il rilancio del settore automotive, con benefici per l’ambiente la stabilità occupazionale e il bilancio dello Stato. In questo quadro, il nostro settore può giocare un ruolo centrale per il riavvio dell’economia, attraverso tre pilastri strategici su cui convogliare le risorse disponibili: un corretto supporto allo sviluppo della mobilità green, rispettando la neutralità tecnologica; la realizzazione di infrastrutture di rifornimento per i veicoli di nuova generazione; una maggiore competitività delle aziende italiane, allineando la fiscalità delle imprese che si avvalgono di auto aziendali a quella dei principali Paesi europei, riducendo il gap competitivo di cui soffrono”.
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Ultima modifica: 1 Febbraio 2021